Si è insediata la nuova rettrice dell’UniVda Manuela Ceretta

Professoressa ordinaria di Storia del pensiero politico presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli studi di Torino, resterà in carica per il quadriennio accademico 2023/2024 – 2026/2027.
Manuela Ceretta
Scuola

Si è insediata ufficialmente oggi, giovedì 2 novembre, la nuova Rettrice dell’Università della Valle d’Aosta Manuela Ceretta. 
Professoressa ordinaria di Storia del pensiero politico presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli studi di Torino, resterà in carica per il quadriennio accademico 2023/2024 – 2026/2027.

Il messaggio della neo Rettrice alla comunità universitaria: “La realtà ricca e dinamica che ho avuto modo di cominciare a conoscere – i percorsi formativi nazionali e internazionali, le iniziative scientifiche, i progetti, i centri di ricerca esistenti, insieme ai moltissimi servizi offerti – fanno dell’Università della Valle d’Aosta, con le sue dimensioni a misura umana, il luogo ideale per proseguire lungo il cammino cominciato nell’anno 2000 con l’obbiettivo di contribuire alla crescita culturale e allo sviluppo socio-economico del territorio. Il mio auspicio è di esplorare insieme a Voi, con pazienza e immaginazione, le molteplici possibilità di sviluppo futuro che s’intravedono fin da ora.”

Per il presidente della Regione e dell’Università Renzo Testolin l’insediamento della nuova Rettrice “rappresenta un passaggio importante per rilanciare il nostro Ateneo verso una fase nuova di sviluppo sia a livello nazionale e internazionale che di coinvolgimento e collaborazione sul territorio. L’apertura della nuova sede nell’ex caserma Testa Fochi collocherà presto nel cuore di Aosta questo polo di formazione e di ricerca che potrà dare un nuovo impulso, tra l’altro, allo sviluppo della regione, a un rinnovato rilancio della nostra vocazione francofona e al coinvolgimento e alla valorizzazione del nostro tessuto socio-economico. Progetti questi che rientrano nel quadro di lavoro che la nuova Rettrice ha presentato all’atto della candidatura e che abbiamo condiviso con entusiasmo, sentendo nostra l’esigenza di una maggiore e rinnovata sinergia tra il polo universitario valdostano e il contesto socio-culturale e produttivo della nostra Regione.”

UniVdA: Manuela Ceretta è la nuova rettrice

27 giugno 2023

L’Università della Valle d’Aosta ha scelto di voltare pagina. Non ci sarà, infatti, un secondo mandato per l’attuale rettrice Mariagrazia Monaci.
Il consiglio dell’Università, da poco riunitosi, ha indicato Manuela Ceretta quale nuova rettrice. L’insediamento è previsto il 1° novembre 2023.

Nata a Parma nel 1968, Ceretta è docente ordinaria di Storia del pensiero politico presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società all’Università degli studi di Torino. I suoi studi si concentrano sulla storia del pensiero politico francese e irlandese nei secoli XVIII-XIX e sulla storia dell’idea di Europa e dell’idea di nazione.

“È nell’ottica di un nuovo slancio per il progetto dell’Ateneo valdostano nel suo complesso che è stata concepita la scelta della nuova rettrice, sulla base delle tre proposte pervenute dal Senato accademico.  – ha evidenziato il Presidente del Consiglio dell’Università – Un passo in avanti che – crediamo anche grazie al nuovo polo universitario Testafochi – pensiamo vitale per il futuro dell’UniVdA e, più in generale, per l’offerta culturale che caratterizzerà la nostra Regione nei prossimi anni, ritenendo che l’Università debba operare in sinergia con il territorio, con le sue peculiarità e con le sue potenzialità, nella convinzione che il nuovo progetto possa trovare le proprie radici e la propria linfa nella qualità delle professionalità e dei profili accademici che l’Ateneo valdostano può vantare.”

“La scelta è stata quindi – hanno commentato il Presidente Renzo Testolin e l’Assessore regionale Jean Pierre Guichardaz, componenti del Consiglio dell’Università – quella di optare per la Professoressa Manuela Ceretta, le cui competenze e sensibilità crediamo possano trovare il consenso di tutte le aree culturali dell’Ateneo, in un’ottica di sviluppo e progresso del progetto di UniVda. Un progetto che crediamo debba essere un obiettivo comune e condiviso, nel quale tutto il consesso accademico possa ritrovarsi con reiterato spirito di collaborazione e di crescita. Sulla base delle peculiarità curriculari della Professoressa Ceretta, possiamo intravvedere gli assi su cui riteniamo si strutturerà il progetto di rilancio dell’Univda: potenziamento dell’internalizzazione dell’Ateneo, ruolo strategico delle lingue e dell’identità francofona legata alla Chaire Senghor e valorizzazione dell’Università quale polo di alta formazione nei settori ambiente, territorio e turismo”.

Nelle scorse settimane era stata avviata una consultazione per il Rettorato fra docenti, amministrativi e studenti nella quale era emersa la preferenza per la riconferma di Monaci, che aveva ottenuto 72 punti contro i 55 di Raimondi e i 40 di Alderighi, non rientrato poi nella terza.

Nell’auspicare che la nomina della Professoressa Ceretta “possa essere fonte ulteriore sviluppo del lavoro fatto negli ultimi anni”, Presidente e Assessore ringraziano Mariagrazia Monaci “che con dedizione e professionalità ha guidato l’Università della Valle d’Aosta nel quadriennio 2019-
2023.”

I tre nomi in corso per il Rettorato

8 giugno 2023 – di Giorgia Gambino

Sono stati ufficializzati durante la seduta del Senato accademico di ieri, martedì 6 giugno, i tre nomi in corsa per il rettorato dellUniversità della Valle dAosta. Già tempo fa lattuale rettrice, Mariagrazia Monaci, aveva espresso la propria volontà di ripresentarsi per la posizione; a completare la rosa sono poi Gianmario Raimondi, pro rettore nonché professore ordinario di Linguistica italiana e Delegato ricerca e terza missione, e la docente esterna Manuela Ceretta, proveniente dal Dipartimento di culture, politica e società dellUniversità degli Studi di Torino.

Dopo una consultazione interna che, su richiesta dei rappresentanti dei docenti, ha visto coinvolti ma senza valore formale anche studenti e personale tecnico-amministrativo dellateneo, il nostro Senato ha elencato questi primi tre nominativi – spiega Monaci -. Saranno poi il Consiglio di amministrazione e il Presidente dellUniversità a dover prendere una decisione definitiva, probabilmente con la convocazione della fine di giugno oppure direttamente il prossimo settembre”.

Linsediamento definitivo della nuova rettrice o del nuovo rettore avverrà dunque a partire dallanno accademico 2023/2024. Monaci, tuttavia, non esclude la possibilità di organizzare e prendere parte a eventi estivi dedicati agli allievi come la Festa delle lauree dellanno passato.

Lestate scorsa la cerimonia aveva un significato differente e voleva in un certo senso restituire ai ragazzi lopportunità di celebrare il proprio traguardo dopo essere stati costretti a discutere la propria tesi a distanza, ma stiamo valutando di riproporre qualche cosa di simile – conclude la rettrice -. Il momento è ancora complesso poiché il Consiglio e il Presidente devono prendere una decisione che non spetta a me e che riveste un ruolo importantissimo per tutta la comunità”.

UniVdA: Maria Grazia Monaci in corsa per un secondo mandato

di Giorgia Gambino

Dopo quattro anni alla guida dell’Università della Valle d’Aosta e oramai agli sgoccioli del suo mandato di rettrice, Maria Grazia Monaci ipotizza una nuova candidatura. Oltre all’ex direttrice del Dipartimento di scienze umane e sociali dell’ateneo valdostano, fra i nomi che circolano per la rosa dei nomi che il Senato Accademico dovrà individuare e sottoporre al Consiglio dell’Università ci sono i colleghi Marco Alderighi, docente ordinario di Economia applicata, e Gianmario Raimondi, docente ordinario di Linguistica italiana nonché pro rettore e delegato a ricerca e terza missione; come da statuto, nella terna dovrà entrare un docente esterno, che in diversi individuano già in Michele Vellano, ordinario di Diritto dell’Unione europea dell’Università degli Studi di Torino.

La candidatura

Dopo che il Senato accademico avrà definito le tre candidature, al Consiglio spetterà la scelta del nuovo rettore o della nuova rettrice, un iter quest’anno perfezionato da una triplice assemblea di personale docente, personale tecnico-amministrativo e allievi eletti negli organismi accademici.

“Ho valutato positivamente questa decisione del tutto autonoma poiché essa permette di coinvolgere nella selezione l’intera comunità universitaria in tutte le sue componenti – commenta Monaci -. Questo è in fondo un ulteriore passaggio nella storia del nostro ateneo, che quattro anni fa dopo molto tempo ha potuto designare una rettrice quale espressione del proprio corpo accademico”.

La decisione di ripresentarsi nei panni di rettrice da parte di Monaci è prettamente motivata dal fatto che obiettivi quali l’aggiornamento dell’accordo con il Ministero dell’università, la revisione dello statuto, l’implementazione dell’offerta formativa e il trasferimento nella nuova sede non sono ancora stati portati a termine.

“Ritengo utile, nella continuità dell’impegno e degli indirizzi di questi anni, concludere tali percorsi che questi anni di pandemia, cambi di governo, tempi di assegnazione del nuovo campus hanno rallentato – dichiara ancora la donna -. Sarà ovviamente compito prima del Senato accademico e quindi poi del Consiglio dell’Università valutare questa disponibilità, così come quella espressa da altri docenti interni”.

La pandemia

Gli anni del rettorato di Monaci sono stati segnati da una pandemia che ha impattato in maniera significativa anche nel settore universitario, dove reggenti e professori hanno dovuto lottare per garantire il diritto allo studio e la continuità della ricerca pur in una situazione eccezionale e con strumenti straordinari.

“Abbiamo dovuto sostenere la tenuta dei nostri corsi, la possibilità di frequentare le lezioni e di sostenere gli esami, un impegno rilevante per i docenti che hanno dovuto trasferire e ripensare online la propria didattica oltre che per il personale tecnico amministrativo che in presenza e in smart-working ha garantito la funzionalità di uffici, servizi e informatica – osserva la rettrice -. Credo però che in questi anni siamo riusciti ad attraversare queste difficoltà tutti insieme, anche con il supporto di strumenti nuovi e importanti come per esempio l’attivazione di uno sportello di counselling e sostegno psicologico che proprio nei prossimi mesi speriamo di rendere strutturale”.

Monaci rammenta con il sorriso la cerimonia che, nel settembre scorso, ha visto riunirsi in Piazza Chanoux tutti quegli allievi laureatisi online durante il periodo di lockdown: questo segnale simbolico di un ritorno alla normalità e alla perduta connessione con la città e la comunità valdostana nel suo insieme ha dato nuova forza e nuova energia a poco tempo dall’inaugurazione della sede della ex caserma Testafochi.

La ricerca

Forte della convinzione che l’università italiana non si esaurisca alla sola formazione, UniVdA ha in questi anni portato avanti un impegno nel preservare i finanziamenti per le proprie attività di ricerca.

”Come ho più volte sottolineato nelle mie relazioni annuali, UniVdA si è trovata proprio nel suo momento di crescita a soffrire di una preoccupante carenza di fondi della quale ha risentito in modo particolare la ricerca, che agli inizi del mio percorso ha subito un calo di oltre 600 mila euro all’anno rispetto al decennio precedente – spiega Monaci -. È stata nostra cura il reperimento di risorse esterne attraverso la costruzione di un ufficio ricerca per sostenere la partecipazione ai bandi competitivi europei, nazionali e del territorio, incentivando rapporti e stimolando i programmi di colleghi e colleghe”.

I risultati non hanno tardato ad arrivare nella forma di finanziamenti Pnrr, di progetti europei Fse e Alcotra o di Prin di fondazione bancarie del nord-ovest; tuttavia, secondo la rettrice, gli sforzi nella direzione del reperimento di nuove e più stabili risorse finanziarie deve proseguire attraverso l’aggiornamento della convenzione con il Ministero dell’Università e della Ricerca.

Il rapporto con il territorio

Univda si è sempre presentata agli occhi di valdostani, italiani e stranieri come un punto fermo di inclusione, capitale sociale e resilienza della città, il quale ha permesso ha migliaia di famiglie di vedere i propri figli raggiungere il traguardo della laurea.

“Tale risultato si è accompagnato alla costruzione di rapporti con enti, associazioni, imprese e fondazioni della Valle d’Aosta che hanno quindi alimentato e sostenuto ricerca, approfondimenti culturali, percorsi di specializzazione e formazione professionali per rendere la comunità nel suo complesso più forte, più articolata e socialmente più ricca – constata Monaci, ammettendo di aver riscontrato difficoltà in special modo nel crearne la giusta connessione con il territorio circostante l’ateneo -. Per questo come primo atto del mio rettorato ho voluto ripristinare dopo molti anni di sospensione un’antica tradizione universitaria e anche uno dei compiti statutari della mia carica, la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, un’occasione sia di celebrazione della famiglia universitaria sia appunto di resoconto di successi e problematiche”.

Lo stato dell’arte di UniVdA

“Il nostro ateneo ha oggi ancora molto lavoro da fare davanti a sé, anzitutto sul piano strutturale, con il completamento degli edifici vicini alla nuova sede che permetterà finalmente di riunire in un unico luogo aule, servizi, uffici e studi dei docenti – osserva Monaci -. Fondamentale anche il piano della stabilizzazione e dello sviluppo delle risorse, soprattutto in un momento in cui i fondi universitari hanno visto un aumento non soltanto grazie al Pnrr bensì anche grazie all’adeguamento del Fondo per il finanziamento ordinario delle università, il quale ha permesso per la prima volta il ritorno a un’espansione strutturale degli organici”.

Secondo la rettrice, tale quadro così specifico richiederebbe a UniVdA la revisione e l’adeguamento alle normative dell’ultimo decennio del proprio statuto, una misura necessaria all’evoluzione in termini di maturità, stabilità e consapevolezza della comunità universitaria.

“Il nostro è e rimarrà un piccolo ateneo pubblico e in questo suo profilo e in queste sue dimensioni risiedono i suoi atout principali – conclude Monaci -. Tra di essi l’accoglienza e l’accompagnamento di studenti e studentesse nella crescita umana e professionale, la nascita di linee e filiere di ricerca che guardano insieme alle realtà territoriali e internazionali, lo sviluppo di una competenza di base e curiosity-driven sono elementi sui quali investire in termini di evoluzione e consolidamento negli anni a venire”.

5 risposte

  1. Bene che sia una figura esterna ai giochetti politici valdostani, speriamo solo che a lungo andare non si contamini!

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