Corrompevano autisti di bus per far viaggiare migranti irregolari, sette misure cautelari

L’indagine della Procura di Milano, condotta dalla Polizia locale del capoluogo lombardo e dalle Polizie di frontiera di Aosta e Bardonecchia, è partita anche dal flusso di migranti irregolari individuati alle frontiere valdostane dal 2022.
Polizia di frontiera al Traforo del Monte Bianco
Cronaca

E’ stato il flusso di stranieri in posizione irregolare per l’espatrio individuati, a bordo di bus di linea, ai tunnel del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, unito alla stessa osservazione ad altre frontiere, ad alimentare l’indagine culminata, nelle prime ore di oggi, nell’esecuzione di sette misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Milano. Sono scattate nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di aver organizzato una rete nell’ambito di un traffico illecito di migranti attiva in più province italiane.

Siamo nell’ottobre 2022 e, se il fenomeno non aveva sino ad allora una particolare consistenza, gli agenti della Sezione di Aosta della Polizia di frontiera trovano anche fino a 10 migranti irregolari su ogni mezzo. Si tratta, principalmente, di bus (spesso di compagnie “low cost”) delle tratte Milano-Parigi e Milano-Ginevra. La stessa situazione viene riscontrata a Bardonecchia, imbocco del traforo del Fréjus, e i due uffici di Polizia di frontiera iniziano a fare rete, uniti nell’interrogativo sull’origine della situazione.

I mezzi, emerge, partono dall’autostazione di Lampugnano, ad ovest di Milano (dove si trova il parcheggio spesso usato da chi, dalla Valle, arriva nella metropoli). Parliamo, come si legge in un comunicato sull’indagine della Procura di Milano, di “uno dei principali scali per tutti gli autobus in partenza o arrivo” nel capoluogo lombardo, “su tratte nazionali e internazionali”. Su quell’area, vista la sua situazione di degrado urbano, si stava concentrando la Polizia locale di Milano.

In quell’attività, vengono raccolti elementi investigativi che conducono ad accertare come alcuni “favoreggiatori” avvicinassero “gli stranieri irregolari che arrivano alla stazione già con l’intenzione di spostarsi in altri Paesi dell’area Schengen, pur non avendone titolo”, e si adoperassero “per agevolarli nel loro tentativo, dietro pagamento di somme di denaro di norma contenute tra i 100 e i 250 euro a persona”.

E’ l’origine del fenomeno osservato, per la parte di loro competenza, dai poliziotti di frontiera, che continuano a monitorarlo, seppur con andamento altalenante, per un paio d’anni. Nel mentre, all’hub di Milano gli investigatori mettono a luce che la prima prestazione dei “favoreggiatori” consiste nell’acquistare biglietti online, con generalità difformi, dal momento che, non avendo i migranti documenti legittimi (perché entrati in Italia irregolarmente, seguendo le rotte dalla Turchia o dal nord-Africa), non avrebbero potuto acquistarli con le loro identità.

Inoltre, ha rivelato l’inchiesta, i “favoreggiatori” avvicinavano gli autisti dei bus per cercare di convincerli a non effettuare il controllo rigoroso dei biglietti e, soprattutto, dei documenti dei passeggeri. Un avvicinamento che avveniva con modalità “corruttive”, essendo emersa la prassi di corrispondere ai conducenti parte del denaro contante ricevuto dai cittadini stranieri. Per questo, due autisti sono tra gli arrestati di oggi, mentre altri risultano indagati.

Esistono comunque – gli inquirenti ci tengono a sottolinearlo – autisti e dipendenti della stazione che si sono dimostrati insensibili alle “lusinghe” dei favoreggiatori. Le indagini hanno peraltro restituito come, nei loro confronti, i destinatari delle misure cautelari abbiano assunto “atteggiamenti intimidatori, ricorrendo a minacce e, in alcune occasioni, anche ad aggressioni verbali e fisiche”.

“L’attività di avvicinamento e di pressione sugli autisti dei bus è diventato fenomeno del tutto noto presso la stazione di Lampugnano, – spiega la Procura diretta da Marcello Viola – tanto che i soggetti ‘favoreggiatori’ più ricorrenti sono persone ormai conosciute da chi presta servizio presso l’area dell’hub”. Fino ad oggi, quando sono stati raggiunti dalle misure cautelari del Tribunale di Milano.

La contestazione mossa ai destinatari dei provvedimenti odierni (sette colpiti da custodia cautelare in carcere, un altro ancora ricercato) è la violazione delle norme che disciplinano l’immigrazione, per aver adottato condotte mirate a “procurare illegalmente, a stranieri irregolarmente presenti in Italia, l’ingresso in altro Stato del quale non sono cittadini o non hanno titolo di residenza permanente”. Stando all’indagine, l’organizzazione sarebbe stata attiva nelle province di “Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Monza e Brianza, Novara, Teramo, Aosta e Torino”.

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