Centro Addestramento Alpino e università protagonisti di “Campo Alta Quota”

Si è chiusa oggi la terza edizione della campagna scientifica promossa dall’Esercito Italiano sul Monte Bianco. Tre gli ambiti di ricerca: meteorologia e statistica, processi fisiologici e cognitivi e Human Performance e l’analisi statistica avanzata dei dati raccolti.
Il campo base di "Campo Alta Quota"
Società

Si è conclusa oggi, venerdì 19 dicembre, la terza edizione di “Campo Alta Quota”, la campagna di sperimentazione scientifica promossa dal Centro Addestramento Alpino dell’Esercito Italiano in collaborazione con le Università di Milano, Bologna, Ferrara, Chieti-Pescara e della Valle d’Aosta, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Scuola dello Sport del Coni Valle d’Aosta e della Società Italiana di Medicina di Montagna.

Cominciata il dicembre sul massiccio del Monte Bianco, a oltre 3.300 metri di quota, l’iniziativa ha rappresentato un progetto d’avanguardia dedicato alla ricerca e alla sperimentazione in ambienti estremi, con particolare attenzione allo studio degli effetti del grande freddo in un’ottica rivolta alle regioni artiche, oggi sempre più centrali nello scenario geopolitico internazionale.

Nato nel 2023, il “Campo Alta Quota” è una piattaforma integrata che coniuga addestramento operativo e innovazione tecnologica, facendo leva sulle competenze delle Truppe Alpine dell’Esercito e dei partner accademici coinvolti.

L’edizione 2025 ha segnato un’ulteriore evoluzione del progetto – spiega una nota –, articolandosi su tre principali ambiti di ricerca e rafforzando il carattere interdisciplinare dell’iniziativa. Il primo ambito, dedicato alla meteorologia e alla statistica, ha previsto l’impiego di nuove centraline meteo progettate per l’alta quota, con analisi dei dati ambientali raccolti e trasmessi tramite sistemi di comunicazione satellitare, finalizzati a migliorare la lettura delle condizioni atmosferiche e del manto nevoso.

Il secondo ambito ha invece riguardato i processi fisiologici e cognitivi e le Human Performance, con lo studio degli effetti del freddo estremo su funzioni neurologiche, capacità manuali, apparato respiratorio e risposte biologiche allo stress, includendo approfondimenti su termoregolazione e risposta cognitivo-fisiologica alla caffeina, anche mediante l’utilizzo di dispositivi elettromedicali indossabili per il monitoraggio continuo dei parametri vitali.

Il terzo ambito, infine, ha interessato l’analisi statistica avanzata dei dati raccolti (i cosiddetti big data), coordinata dall’Università della Valle d’Aosta, per correlare in un unico modello dati ambientali, fisiologici e prestazionali. Rispetto alla precedente edizione, il modello di ricerca è stato consolidato e ampliato, introducendo nuove tecnologie di rilevazione, rafforzando l’integrazione tra le diverse discipline scientifiche e orientando in modo ancora più marcato la sperimentazione verso scenari artici reali, a supporto dello sviluppo delle capacità dell’Esercito in ambienti estremi.

Un contributo di rilievo è stato fornito dal plotone esplorante del 3° Reggimento Alpini della Brigata Taurinense”, impiegato come campione di studio anche per la preparazione all’esercitazione Nato Nordic Response in programma il prossimo anno in Finlandia.

Le attività condotte dal reparto hanno consentito di testare sul terreno la preparazione fisica individuale degli Alpini, le procedure, i materiali e le configurazioni di equipaggiamento destinati a un reale scenario artico, producendo dati di valore sia per la componente operativa sia per i ricercatori.

Tutte le attività sul campo sono state inoltre caratterizzate da collaborazioni di ricerca e sviluppo con il mondo industriale, impegnato nella progettazione e nella sperimentazione di materiali innovativi.

“I risultati finora raccolti evidenziano sviluppi significativi nei settori oggetto di indagine, confermando il ‘Campo Alta Quota’ quale punto di riferimento nazionale per lo sviluppo delle capacità dell’Esercito nei climi estremi”, spiega ancora la nota dell’Esercito, che aggiunge che dati saranno ora sottoposti a ulteriori analisi, “contribuendo a orientare le future scelte tecnologiche e logistiche dell’Esercito per le operazioni in ambienti estremi”.

Il generale Alessio Cavicchioli, comandante del Centro Addestramento Alpino di Aosta, ha sottolineato come “il Campo Alta Quota 2025 rappresenti ancora una volta un esempio virtuoso di sinergia tra Esercito Italiano e mondo accademico, capace di generare innovazione tecnologica con ricadute concrete sulla capacità operativa”.

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