E’ stata annullata, a seguito dell’accoglimento di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, l’interdittiva antimafia che la Questura di Aosta aveva emesso nel 2021, nei confronti dell’avvocata Maria Rita Bagalà. La professionista è imputata, per associazione di tipo mafioso, nel processo Alibante, sulla cosca di ‘ndrangheta che avrebbe a capo suo padre, Carmelo Bagalà.
Dopo l’arresto nel maggio 2021 (l’inchiesta dei Carabinieri era stata coordinata dalla Dda di Catanzaro), l’avvocata era stata posta dal Gip ai domiciliari. Contro tale decisione aveva però presentato ricorso in Cassazione. Il rigetto dello stesso aveva reso operativa la decisione del Tribunale del Riesame cui si era rivolta, nel frattempo, la procura antimafia, impugnando la misura cautelare decisa dal giudice: Maria Rita Bagalà era stata condotta così in carcere, ove si trova ancora oggi. La donna è difesa dall’avvocato Aldo Ferraro.
Un provvedimento interdittivo, a seguito del coinvolgimento nell’inchiesta, era stato emesso anche nei confronti del marito, l’avvocato Andrea Giunti (anch’egli è imputato nel processo, sempre per associazione di tipo mafioso, ma in stato di libertà). Il Tar della Valle d’Aosta lo aveva però annullato nell’ottobre 2022, richiamando il principio che la normativa antimafia non preveda l’emissione di interdizioni nei confronti delle persone fisiche non imprenditori. L’avvocato Giunti, inoltre, nelle scorse settimane si è visto riconoscere dal Tar un risarcimento di 6mila euro da parte del Ministero dell’interno.
Apertosi nel luglio 2022, il processo Alibante con rito ordinario prosegue in Calabria senza che sia ancora stata fissata una data per la sentenza di primo grado. La previsione, visto lo stato del procedimento (continuano le audizioni di testimoni dell’accusa), porta a guardare ad un termine di diversi mesi. La prossima udienza è in calendario per il 20 febbraio.