Circa 70 studi presentati, oltre 50 istituzioni di ricerca rappresentate ed oltre 150 partecipanti tra i quali non sono mancate le aziende, sia del settore energetico sia le startup. Tutto questo è Icos Italia – Integrated Carbon Observation System – che ha aperto la sua prima conferenza, il 27 e 28 settembre, riunendo al Cnr tutta la comunità italiana che lavora attorno alla raccolta e all’interpretazione di dati sulle emissioni di gas serra e sugli assorbimenti da parte degli ecosistemi.
All’organizzazione della prima conferenza nazionale di Icos Italia, che ha offerto un confronto ampio e multidisciplinare sulle opportunità e le prossime sfide per il ruolo della ricerca, ha contribuito anche l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Valle d’Aosta.
“Condividere le nostre esperienze nel campo del monitoraggio della CO2 e discutere con chi si occupa della definizione del ruolo degli ecosistemi nelle politiche climatiche Europee è stata un’enorme opportunità – commenta Marta Galvagno di Arpa Valle d’Aosta -. Abbiamo voluto portare un contributo che parlasse delle nostre montagne, ma che allo stesso tempo offrisse una riflessione più ampia sull’importanza di considerare la vulnerabilità degli ecosistemi ai cambiamenti climatici per una stima dell’effettivo contributo che gli stessi potranno fornire al raggiungimento della neutralità climatica”.
“Periodi di caldo e siccità, come quelli che abbiamo vissuto nel 2022 – ha aggiunto Galvagno -, mettono infatti a rischio i serbatoi naturali di carbonio ponendo ulteriormente l’accento sulla necessità sempre più urgente di politiche nazionali e locali che mirino efficacemente ad una drastica riduzione delle nostre emissioni. Questo processo necessita però di una stretta cooperazione tra scienza e politica, soprattutto a livello locale, dove le Regioni hanno l’opportunità di mettere in atto azioni per il clima calibrate rispetto al territorio. In Valle d’Aosta, già da diversi anni, Arpa e l’Amministrazione Regionale lavorano intensamente alla definizione di politiche ed azioni di mitigazione e di adattamento che abbiano una effettiva implementazione nella programmazione regionale, anche grazie alle conoscenze acquisite proprio nel campo del monitoraggio della CO2 all’interno della rete Icos”.
Dai lavori della conferenza è emerso come siano molteplici i campi e i temi interessati dallo studio e dai dati relativi al ciclo del carbonio: ambiente urbano, ambiente agricolo, ecosistemi naturali terrestri e marini cui si aggiunge il ruolo, determinante, delle attività umane e, con esso, il coinvolgimento di numerosi settori economici come l’agricoltura, ma anche il settore energetico e quello i trasporti, tra gli altri.