Il progetto italo-francese Life PastorAlp convince anche la Commissione europea

L’iniziativa - alimentata dalla partnership valdostana di Arpa, Institut agricole régional e Parco nazionale del Gran Paradiso - è stata riconosciuta da Cinea quale una delle 5 migliori pratiche di protezione e valorizzazione degli ambienti montani.
Pulsatilla alpina in un pascolo situato al colle del Nivolet, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso - Foto: Enzo Massa Micon, Archivio PNGP
Ambiente

Figura anche il progetto “Life PastorAlp” tra le 5 migliori buone prassi di tutela degli ambienti montani citate dalla European Climate Infrastructure and Environment Executive Agency della Commissione europea. In occasione delle celebrazioni della “Giornata internazionale della montagna” istituita dalle Nazioni unite nel 2002, l’iniziativa è stata plaudita per il suo impegno di protezione, adattamento e valorizzazione dei sistemi foraggero-zootecnici di alta quota.

“Life PastorAlp”

Coordinato dall’università degli studi di Firenze e finanziato dall’Unione Europea,Life PastorAlp prende il via nel 2017 alimentandosi della partnership valdostana di Arpa e Institut agricole régional nonché della collaborazione invece francese del Centre national de la recherche scientifique e dell’Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation e l’environment. In via di conclusione nel marzo del prossimo 2023, esso si pone lo scopo di studiare gli impatti e definire le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici dei pascoli alpini, con particolare attenzione ai territori ricchissimi di biodiversità del Parco nazionale del Gran Paradiso e del Parc national des écrins.

L’opinione di Cinea

La selezione operata da Cinea tra le più valide iniziative europee a marchio “Life” deve il proprio slancio all’importanza rivestita dai territori di montagna nel miglioramento della salute e del benessere del miliardo di persone che li abitano a livello internazionale. Tipologia paesaggistica che arriva a ricoprire circa il 27% dell’intera superficie della Terra, essa elargisce all’uomo risorse a oggi sempre più scarse quali energia, acqua e cibo.

“Nonostante i pascoli alpini rappresentino una sorta di fulcro dei mutamenti di ambedue clima e terreno, ancora rare restano le iniziative finalizzate alla protezione dai cambiamenti climatici di tali specifiche aree – si legge nell’articolo pubblicato la scorsa domenica 11 dicembre -. Il team del progetto tenta di incrementare la resilienza di terreni a sfondo pastorale o agricolo ipotizzando piani di gestione applicabili in ulteriori aree pilota e creando un apposito sito web che potrà fornire ad ambedue esperti e comunità locali i mezzi per adeguarsi al nostro perennemente mutabile Pianeta”.

Un percorso lungo quasi 6 anni

Se lo Iar ha potuto contribuire all’iniziativa riuscendo a cartografare gli oltre 7 mila ettari di terreni oggetto di analisi nonché a classificarne le cosiddette associazioni vegetali, la sezione valdostana dell’Agenzia regionale protezione ambiente ha contribuito a cadenza regolare mappando attraverso il proprio satellite Sentinel II la produzione di biomassa erbacea sulle medesime superfici.

Tra il 15 e il 17 marzo 2023, la conferenza dal titolo “Global challenges in mountain agropastoral systems” vedrà volgere definitivamente al termine il progetto “Life PastorAlp”. Riunendo nella suggestiva location del Forte di Bard ricercatori, responsabili politici, tecnici dell’agricoltura e della divulgazione, agricoltori e studenti provenienti dalle regioni alpine e montane dell’Italia e dell’Europa, l’incontro coinvolgerà i presenti in dibattiti e discussioni circa impatti e sfide posti in essere dal riscaldamento globale.

Gli altri progetti al vaglio

Tra le ulteriori iniziative “Life” plaudite dalla Commissione europea fanno la propria comparsa il progetto francese “Life Jura Peatlands”, focalizzato sulla protezione dei terreni montuosi della Franca Contea ricchi di torba e pertanto utili alla regolazione climatica tramite immagazzinamento dell’anidride carbonica, e il progetto spagnolo “Life Midmacc” a tutela delle aree montane di Catalogna, Aragona e La Rioja. Accanto a essi spiccano anche le ricerche dello sloveno “Life IPCare4Climate” circa le possibilità di riduzione delle emissioni gassose nocive tramite pratiche di informazione e sensibilizzazione collettive e il bulgaro “Vultures back to Life” a conservazione e ripopolamento della specie volatile del grifone eurasiatico e dei suoi habitat prediletti.

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