Ayas si candida per rigenerare il borgo storico e pensa ad un museo diffuso

Ayas tenta l’accesso ai fondi stanziati nel PNRR. Entro il 15 marzo dovrà presentare la sua proposta di intervento, che comprende la realizzazione di un museo diffuso, la riqualificazione di edifici storici, il miglioramento della rete internet, corsi di formazione e obiettivi in termini di ecosostenibilità.
Ayas/Antagnod - Foto Lovevda.it
Comuni

Anche Ayas entra nella corsa per aggiudicarsi i finanziamenti della misura Attrattività dei borghi storici” del Piano nazionale ripresa e resilienza. 

Il Comune ha accolto questa possibilità perché “era molto in linea con i progetti che già stavamo portando avanti” spiega Corinne Favre, assessore delegato al turismo di Ayas, “come la valorizzazione dei beni e quello di museo diffuso”. Quest’ultimo progetto consiste nel rendere fruibile e accessibile il patrimonio del luogo ai turisti, durante le loro visite, ma anche agli abitanti, palesando la storia e la spiegazione di ciò che incontreranno sul loro percorso. Si vuole ad esempio indicare quelli che erano un mulino o un forno e illustrarne il funzionamento, oppure informare sulla vita alpina. “Chiaramente riuscendo ad accedere al bando avremmo la possibilità di rendere il progetto ancora meglio organizzato. Con dei fondi maggiori riusciremmo a sistemare subito dei beni che altrimenti potremmo risistemare solo nel tempo e non nell’immediato” osserva Favre.

Ayas dovrà presentare la sua proposta di intervento per candidarsi al bando entro il 15 marzo 2022. “La scadenza è a breve per cui le possibilità di accedere ai fondi sono al limite per noi, però abbiamo deciso di tentare” dichiara.
Il progetto del comune ai piedi del Monte Rosa riguarda la realizzazione del museo diffuso, con la rivalutazione di mulattiere, villaggi, edifici storici quali rascard, case comunitarie o mulini, la sistemazione dell’edificio dell’ex biblioteca, l’implementazione della rete internet su tutto il territorio comunale, la realizzazione di colonnine di ricarica e rastrelliere per le biciclette. In più, il progetto vuole destinare un locale alla trasformazione dei prodotti locali da parte degli utenti. “Si tratta di un locale strutturato, dotato di una certa attrezzatura di base, che permette di trasformare prodotti agricoli in prodotti finiti, come un frutto in una marmellata. In questo modo un coltivatore che magari ha una piccola azienda e non ha un suo laboratorio a uso e consumo può usare quello comunitario” descrive Favre. In programma anche l’organizzazione di corsi di formazione, rivolti alle persone del consorzio e dell’amministrazione per renderle in grado di sviluppare e implementare il progetto.

L’esecuzione di questi interventi dipende ovviamente dall’accesso al bando. “Al momento è previsto un primo sopralluogo per rendersi conto di com’è il nostro territorio e offrire una consulenza nella scrittura del bando” spiega l’Assessora. 
Il termine per concludere i lavori sarebbe il 2026. La consulenza e il supporto tecnico per presentare il progetto verranno affidati alla società Studio Bigagli, che ha sede a Montecatini Terme, in provincia di Pistoia, in Toscana.

L’obiettivo del progetto è quello di promuovere lo sviluppo turistico e della comunità, rafforzare la sostenibilità ambientale e contrastare l’esodo dai piccoli borghi. “Vogliamo valorizzare  – riassume Corinne Favre – tutto quello che è il nostro patrimonio storico, architettonico e antropologico”.

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