Per i reperti romani nel quartiere Dora la “palla” passa al Comune di Aosta

In via Berthet, dove si stavano realizzando le autorimesse interrate - assieme alla riqualificazione dell'area - un edificio di epoca romana cambia i piani del Comune. Per proseguire serve uno scavo, sperando sia compatibile con i tempi stretti del Pnrr. O una modifica del progetto.
Le attuali autorimesse in via Berthet, nel quartiere Dora
Comuni

Scavareo non scavare, questo è il dilemma“, si potrebbe dire parafrasando – banalmente – il “Bardo dell’Avon”. Poco più di un mese fa la scoperta: il ritrovamento di alcune strutture in muratura di epoca romana aveva obbligato il Comune di Aosta ad interrompere i lavori per la realizzazione di una serie di autorimesse interrate in via Amato Berthet, nel quartiere Dora, parte del progetto complessivo di “Rigenerazione urbana” confluito poi tra i finanziamenti Pnrr.

Oggi l’ipotesi diventa qualcosa di più: a rivedere la luce del sole dopo qualche migliaio di anni sono i resti di un edificio romano. Quale che sia è ancora presto per dirlo, e qui arriva l’incognita: avviare uno scavo archeologico e “rischiare” di rallentare la realizzazione del progetto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza? Cercare una modifica al progetto stesso? La “palla”, dopo i primi rilievi, ora torna nel campo del Comune.

A spiegare qualche dettaglio dei ritrovamenti è la dottoressa Alessandra Armirotti, archeologa della Struttura Patrimonio archeologico e restauro Beni monumentali del Dipartimento della Soprintendenza per i Beni e le attività culturali della Regione: “È prestissimo per parlare dell’entità della sua entità – ha detto -.  I ritrovamenti non sono stati né scavati né indagati. Sono stati intercettati, con alcuni sondaggi archeologici dello scorso anno, alcuni muri e una pavimentazione visti nella trincea di una fognatura realizzata molti anni fa”.

Le ipotesi si sprecano, e sulla struttura stessa i tecnici “frenano”: “È assolutamente troppo presto per parlare di un villa romana, di una villa rustica o di una fattoria – aggiunge Armirotti -, parliamo semplicemente di un ‘edificio'”.

E ora? Come si diceva, la scelta tocca a piazza Chanoux: “Decide il committente – spiega ancora l’archeologa, quindi il Comune, che deciderà se proseguire o meno con costruzione di autorimesse. Noi abbiamo detto che se ci fosse la volontà di avanti servirebbe però uno scavo archeologico“.

Una modifica del progetto? Forse

Dal punto di vista del Comune è un problema da risolvere, anche perché le opere finanziate con fondi Pnrr hanno una data di scadenza improrogabile, dal momento che vanno finite, consegnate, collaudate – con tanto di tagli del nastro e strette di mano d’ordinanza – nel 2026.

“Stiamo aspettando che gli Uffici ci consegnino le valutazioni fatte in merito, in particolare quelle del Responsabile unico del procedimento, sui ritrovamenti – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto –. Al momento non abbiamo altre notizie. Stiamo però valutando cosa sia fattibile a livello di modifiche ammesse dal codice dei contratti, e subito dopo chiederemo un incontro con la Soprintendenza per concordare un mondo per andare avanti”.

Tecnicamente, il ritrovamento non interferisce con gran parte del progetto che insiste sul quartiere. Il parco – su cui l’edificio di epoca romana si estende – potrebbe essere ridotto in quella porzione. Addirittura – anche con un occhio turistico – un sito archeologico di questo tipo potrebbe essereintegratodirettamente all’interno della zona verde in divenire.

Il problema, però, sono le autorimesse: “Le valutazioni ci diranno come procedere – dice infatti Cometto –, perché per certi versi l’opera potrebbe anche subire un’accelerazione. Se si potesse fare una variante sostanziale sarebbe possibile anche studiare qualcosa di più rapido, ma questi sono proprio i giorni di valutazione”.

In attesa di capire come si evolveranno i lavori c’è anche la novità emersa recentemente in Commissione consiliare. Dagli sviluppi del parco, infatti, dipenderanno anche i tempi di realizzazione di una delle due nuove cabine elettriche di trasformazione – proprio quella in via Berthet, mentre quella a servizio del nuovo asilo potrà andare avanti –, integrate di fresco nel progetto complessivo.

Il punto sui lavori nel quartiere

Sui lavori complessivi nel quartiere, l’assessore aggiunge: “In via Valli valdostane l’intervento sta finendo. Lì sono andati avanti bene, e tutto dovrebbe essere chiuso a breve”. Prosegue anche l’intervento nel “cuore” della zona: “Riguardo il nuovo asilo nido l’elevazione è già stata fatta, si stanno realizzando gli interni e l’impermeabilizzazione. Anche per la nuova mensa scolastica i lavori stanno andando bene. Entro l’anno entrambi saranno sicuramente ultimati”.

Il cantiere per le autorimesse del quartiere Dora porta alla luce alcuni reperti romani

22 aprile 2024

Le attuali autorimesse in via Berthet nel quartiere Dora
Le attuali autorimesse in via Berthet, nel quartiere Dora

Una questione di “interferenzetra reti, da una parte, e una squisitamente archeologica dall’altra. Il quartiere Dora – e soprattutto i cantieri che interessano la zona, legati al progetto di “Rigenerazione urbana” finanziato con fondi Pnrr – ha riservato qualche sorpresa al Comune di Aosta.

Mentre proseguono i lavori, in parallelo, per la realizzazione dell’asilo nido e della mensa scolastica – entrambi ex novo –, alcune “Memorie dal sottosuolo” cambiano l’assetto degli interventi.

A partire da quelli per la realizzazione delle autorimesse interrate in via Amato Berthet – all’ingresso ovest del quartiere, nei dintorni del PalaMiozzi –, zona nella quale sono stati trovati alcuni reperti archeologici: “Sono stati trovati dei muri, che dicono possano essere di una villa romana ma ancora non si ha certezza; e delle monete che sanciscono il fatto che lì ci fosse un insediamento – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto –. È stato fatto un sopralluogo venerdì dalla Soprintendenza ma non abbiamo ancora avuto le risultanze. Ci aspettiamo indicazioni metodologiche per proseguire, che siano rispettose della situazione archeologica”.

Rispettose sì, ma senza fermare il cantiere. Non troppo almeno, anche perché i tempi del Pnrr non transigono: “La nostra strategia sarà quella di non incaponirci su una soluzione non compatibile con l’archeologia ma di essere elastici” aggiunge Cometto. Quindi “modificare e magari anche ridurre il numero le autorimesse, se necessario, pur soddisfacendo la domanda di posti auto. Non saranno modifiche sostanziali, cercheremo comunque di realizzarne il più possibile in meno tempo possibile. Piuttosto sarà fatta qualche autorimessa in meno ma i lavori si chiuderanno”.

Diversa invece la questione in via Valli Valdostane, dove il Comune ha prorogato – per la seconda volta, la prima arrivava al 18 aprile – le modifiche alla circolazione fino al 31 maggio. Lì, i lavori – che comprendono il ripristino stradale, la realizzazione di un tratto di pista ciclabile e la sostituzione di un tratto della rete dell’acquedotto all’interno del quartiere – sono in ritardo per un altro motivo.

“Abbiamo riscontrato dei problemi di interferenze tra sottoservizi che si sono rivelate un po’ più difficoltose del previsto – ha concluso l’assessore –. Ci sono delle reti che si intersecano, come quella dell’acquedotto e quella delle fognature, con un canale irriguo molto ampio. Quest’ultimo non è proprio un manufatto facile da spostare, dato ha delle pendenze e delle rigidità da mantenere. È stato privilegiato proprio il canale per irrigare, quindi è servita una proroga per dare più tempo alle maestranze”.

Una risposta

  1. … rido tantissimo… XD. Che Aosta è sorta quasi 3 mt sopra insediamenti romani si sa vero?? Occhio agli scavi per il nuovo ospedale!!!

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