Pnrr: 397 opere dei comuni valdostani definanziate

Si tratta di opere piccole e medie che lo Stato dovrebbe finanziare con altre risorse. Pronto un emendamento del deputato Manes per avere certezza del finanziamento per le Regioni a Statuto speciale.
L'assemblea del Celva
Comuni

Sul Pnrr lo Stato mette il piede sull’acceleratore, rafforzando i controlli e prevedendo sanzioni, fra cui la restituzione dei fondi. A fine febbraio il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge con una serie di novità che sono state illustrate oggi ai sindaci dall’Assessore regionale Luciano Caveri e dai dirigenti regionali competenti.

Nei mesi scorsi l’Amministrazione regionale aveva creato una task force per assistere i comuni, ora l0 Stato “a conferma dell’impostazione centralistica del Pnrr” prevede un nuovo organismo: una commissione prefettizia. “A questo punto il controllo diventa più attento, stoppando per questa fase il ruolo della sezione di controllo della Corte dei Conti”.

L’Assessore, quindi, ricordato come del nuovo organismo farà parte “il personale della ragioneria dello Stato. Con la struttura prefettizia bisognerà essere più attenti, perché in caso di mancata spesa c’è un meccanismo di rivalsa sulle casse comunali e nel nostra caso la rivalsa è sul meccanismo di riparto”.

Il decreto legge fornisce inoltre alcune indicazioni sulle risorse stanziate per portare a compimento quei progetti rientranti in misure che sono state del tutto o in parte stralciate dal piano, oltre alle indicazioni sulle fonti di finanziamento utilizzate. La Valle d’Aosta dei circa 1000 progetti dei comuni se ne è vista stralciare 397.  Si tratta di opere piccole o medie, “che in alcuni casi sono già concluse”. In accordo con l’amministrazione regionale il deputato valdostano Franco Manes “ha presentato un emendamento, che vedremo se verrà accolto in fase di conversione, per chiarire che quei progetti definanziati vengano comunque finanziati per le regioni a statuto speciale, perché molto spesso i fondi di settore con cui finanzieranno questi progetti definanziati sono fondi a cui noi non possiamo accedere per via del riparto fiscale”.

Per le opere minori il termine di conclusione dei lavori è il 31 dicembre 2025, mentre per le medie opere è il 31 maggio 2026. 

“Il decreto legge non istituisce dei nuovi adempimenti – ha spiegato Nadia Petterle, Coordinatrice del Dipartimento politiche strutturali e Affari europei – C’è però una discrepanza fra le attività che sembrano andare avanti e i dati che la Ragioneria sta rilevando su Regis (Nda il sistema di monitoraggio e rendicontazione Pnrr). Da qui la necessità di aggiornare entro il 2 aprile il cronoprogramma sia di ordine procedurale che finanziario”.

Richiamando i colleghi ad avvalersi del supporto fornito dagli uffici regionali, il presidente del Cpel Alex Michieletto si è detto “spaventato per la restituzione dei soldi, una volta che l’opera è stata fatto. E’ l’ennesima spada di Damocle sulla testa degli amministratori e dei nostri uffici”.

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