Quindici finanzieri negli uffici di piazza Deffeyes, non a richiedere documentazione in modo formale, ma a cercarla direttamente, setacciando computer, faldoni e scrivanie, rappresentano un atto inquirente invasivo e senza precedenti recenti nella storia dell’amministrazione regionale. Per la Procura, tuttavia, non vi erano alternative, perché – come si legge nel decreto del pm Luca Ceccanti, che ha disposto la perquisizione scattata attorno alle 8 di oggi, venerdì 15 marzo – “vi è una più che fondata ragione di ritenere che gli organi della Regione Autonoma Valle d’Aosta non abbiano un atteggiamento collaborativo” e che, in tal modo, “si disperdano – o, comunque, vi siano elevate probabilità di dispersione – di rilevanti elementi di prova”.
La Regione “omertosa”
A convincerne l’ufficio diretto dal procuratore capo Paolo Fortuna è la circostanza che “nonostante le reiterate richieste” formulate all’amministrazione regionale “nell’ambito di altri procedimenti, sempre relativi a fattispecie di reato inerenti alla gestione della casa da gioco di Saint-Vincent”, le tre lettere del 2014 che hanno fatto abbattere una nuova tegola giudiziaria sul capo dell’ex presidente Augusto Rollandin, finito indagato per abuso d’ufficio continuato, non fossero mai state consegnate agli inquirenti.
Un aspetto che ha gettato nel disappunto il secondo piano di via Ollietti. Non solo, nel tempo, da parte degli “inquilini” di palazzo, si sono succedute le dichiarazioni d’intenti di “leale collaborazione” con gli investigatori (apparse scarsamente corroborate dagli attuali esiti della nuova indagine), ma sulla Casa da gioco sono stati celebrati, chiudendosi a fine 2018, un processo penale e un giudizio alla Corte dei conti, senza che la corrispondenza del Presidente con le banche, ritenuta d’importanza basilare rispetto al tema trattato, sia stata tra gli atti.
Da qui, la decisione di procedere, attraverso gli uomini del Gruppo Aosta della Guardia di finanza, comandato dal tenente colonnello Francesco Caracciolo, alla ricerca diretta e minuziosa dei “materiali pertinenti” al reato contestato, in particolare “documentazione ufficiale”, ma anche “puntuazioni informali, appunti, mail, corrispondenza interna” relativi “alle interlocuzioni tra Rollandin e altri soggetti interessati, o comunque a conoscenza della vicenda”. Le tre lettere, datate 5 marzo, 29 aprile e 9 maggio 2014, che agli occhi degli inquirenti costituiscono “vere e proprie garanzie patrimoniali, sia pure atipiche”, recano la firma dell’esponente unionista e sono “dirette, rispettivamente, alla Banca di Credito Cooperativo Valdostana, alla Banca Popolare di Sondrio e alla Banca Passadore”.
Cosa c’è in quella corrispondenza?
Con esse, “Rollandin garantisce, di fatto, che la Regione coprirà significative esposizioni debitorie del Casinò”, pari ad un totale di 19 milioni di euro: 4 alla Bccv, 10 alla Popolare e 5 alla Passadore. Garanzie che l’ex Capo dell’Esecutivo avrebbe offerto “in piena autonomia e in totale violazione di ogni disposizione normativa, con modi e forme eccentrici rispetto all’incarico istituzionale al tempo rivestito”. Traducendo dalla forma giudiziaria: senza che siano stati trovati atti di Giunta o Consiglio Valle che lo autorizzassero ad impegnarsi in tal senso verso gli istituti di credito.
Così facendo, per il pm Ceccanti, l’allora Presidente avrebbe agito con “strumentalizzazione della sua qualità e dei suoi poteri”, in violazione della norma regionale che disciplina le modalità di indebitamento dell’amministrazione, ma anche “in palese contrasto con i precetti di legalità ed imparzialità”, per “realizzare interessi propri”. Tramite le tre lettere, per la Procura una vera e propria “spendita illegittima della propria carica presidenziale di Giunta”, Rollandin avrebbe intenzionalmente cagionato alla “Casino de la Vallée” un “ingiusto vantaggio patrimoniale”, consistito nella “copertura ‘a garanzia’ di ingenti debiti” (contribuendo, peraltro, “in modo determinante al decisamente consistente incremento del dissesto delle casse erariali”) e cagionando, di converso, alla Regione “un danno consistito nell’assunzione” dei 19 milioni di garanzia patrimoniale.
Rollandin non si presenterà (per ora)
Fatti di cui il titolare del nuovo fascicolo intende chiedere conto all’ex Presidente e lo ha invitato a comparire in Procura per lunedì prossimo, 18 marzo. L’avvocato Giorgio Piazzese, che assiste l’indagato, fa però sapere che “non ci presenteremo, non perché non abbiamo intenzione di rispondere”. “Alla luce di quello che è stato notificato al dottor Rollandin, – aggiunge il legale – noi oggi non siamo in grado di capire quali siano gli atti che ci contesta la Procura della Repubblica. Rimaniamo comunque a disposizione dell’autorità giudiziaria un domani, quando saremo in grado di capire nel merito che cosa viene contestato”.
Le banche desiderose di tutelare il credito
Alle tre lettere gli inquirenti sono arrivati rinvenendo traccia del fatto che, in tempi recenti, alcuni istituti bancari, probabilmente spinti anche dai “venti di concordato” tali da far temere loro per il credito vantato, avessero “inviato alla Regione” richieste “di atti e documenti a garanzia”, rientranti chiaramente “in un pregresso procedimento interlocutorio”, di cui le “Fiamme gialle” hanno a quel punto cercato il bandolo della matassa, finendo con il rinvenire i provvedimenti firmati Rollandin. Rilevante anche la circostanza, che emerge sempre dal decreto di perquisizione, per cui la BCCV ha, non molto tempo fa, chiesto “alla Presidenza della Giunta di trasmettere le necessarie deliberazioni a sostegno della garanzia assunta”.
L’attuale presidente, Antonio Fosson (che stamane ha ribadito ai giornalisti, nell’abituale conferenza stampa settimanale, come le lettere non fossero state oggetto di condivisione da parte dell’allora Esecutivo), ha però risposto lo scorso 19 febbraio che “tali delibere non sono presenti” in Regione. La sensazione, al termine delle perquisizioni, ed in attesa della valutazione del materiale sequestrato, è che, se non lunedì prossimo in futuro, le domande, per chi ha firmato quella corrispondenza con le banche, non manchino.
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Mi chiedo quando si arriverà ad una conclusione e soprattutto quando il politico Rollandin fara un passo indietro e lascerà le cariche istituzionali. Così facendo potrà dedicarsi a tempo pieno alle sue cause giudiziali che cominciano ad essere numerose. Manna per gli avvocati ma per i cittadini uno schifo
“Regione omertosa”.
Non ci ricorda forse qualche associazione mafiosa?
L’evidente imbarazzo di Fosson e testolin nella conferenza di stamane denota che i due o son complici o son dei gaggi non tenuti informati da Rollandin.
Quest’ultimo appare sempre più simile ad un boss che a un esponente politico.