Coronavirus, il “picco” è raggiunto. Ma la discesa non c’è ancora

Si tratta infatti del "plateau", il momento di stasi dopo l'impennata dei contagi. Montagnani, coordinatore dell'emergenza, tiene l'attenzione alta: "non abbiamo un abbassamento dei ricoveri, quindi la cosa non ci tranquillizza". Per diminuire le misure restrittive è troppo presto.
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Cronaca

Il “piccoepidemiologico del Coronavirus è stato, sembra, raggiunto anche in Valle d’Aosta.

Il momento, nel quale i numeri dei bollettini sembrano appena meno “foschi” rispetto a qualche giorno fa, è però quello più delicato, il cosiddetto “plateau”, il dato “piatto” che segue l’impennata dei contagi e che dovrebbe portare, poi, la curva verso la discesa.

Troppo presto per gioire, ma soprattutto troppo presto per allentare la presa delle misure restrittive di distanziamento sociale.

In conferenza stampa il dottor Luca Montagnani, coordinatore dell’emergenza Covid, infatti spiega: “Guardando i dati delle curve il picco, probabilmente, è raggiunto ma ora siamo in una fase stabile, perché non abbiamo un abbassamento dei ricoveri, quindi la cosa non ci tranquillizza. Tutto dipende da quanto a lungo si mantiene questo dato e da quando la curva comincerà a scendere. Restare a casa è ancora di più oggi la misura necessaria, oltre che di grande rispetto per il prossimo”.

Concetto sul quale insiste anche il coordinatore della Protezione civile regionale Pio Porretta: “Siamo nel ‘plateau’, e la discesa dipenderà esclusivamente dal nostro comportamento. Se rispetteremo le regole il percorso sarà più breve”.

E se sul sempre più probabile provvedimento del Governo che allungherà le misure restrittive fino al 3 maggio il Presidente Testolin aspetta una comunicazione ufficiale da Roma, Montagnani non ha dubbi: “Per una realtà come la nostra, viste le curve e i dati, riaprire o diminuire il confinamento in questo momento, a mio avviso, sarebbe un suicidio”.

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