Aveva fatto luce da poco, stamattina, quando gli uomini del Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza sono tornati, in elicottero, sul Gran Paradiso. Dall’altro ieri, sabato 27 giugno, stanno cercando di recuperare il corpo di Daniele Catorci, l’alpinista 27enne precipitato in un crepaccio mentre era impegnato nell’ascesa alla vetta con un compagno, il 28enne Sasha Alexander Polimenti. Entrambi sono originari della provincia di Macerata, nelle Marche. La vittima dell’incidente da un anno circa era ricercatore all’Università di Trento.
Da quanto ricostruito dai tecnici del Sav e dai militari del Sagf, l’incidente è avvenuto sotto la parete nord della montagna, a 3.400 metri di altitudine circa. I due, che erano partiti a notte fonda e si erano fermati al rifugio Chabod, attorno alle 5 avevano optato per una sosta, probabilmente anche per indossare i ramponi, in vista della parte più impegnativa della salita. Forse illusi dal tratto semi-pianeggiante, ignorano di essere su un ponte di ghiaccio, che improvvisamente cede, sotto il peso.
Polimenti tenta di trattenere l’amico con la corda, ma non riesce: Catorci sprofonda nel ghiaccio per una trentina di metri. Ricevuto l’allarme, i soccorritori accorrono in elicottero, ma le operazioni si rivelano complesse da subito. Il rischio è che il resto del ponte ceda, coinvolgendo i soccorritori in una disgrazia nella tragedia. Proprio per questo pericolo, amplificato dall’innalzamento delle temperature, sabato mattina tecnici e militari hanno dovuto lasciare il luogo alle 11.30, dopo sei ore di lavoro, quando purtroppo non c’erano già più chances di recuperare in vita il ragazzo.
La giornata di ieri, domenica 28, è stata dedicata interamente a mettere in sicurezza l’area, con il disgaggio delle parti ancora pericolanti del ponte di neve e proteggendo la zona in cui si trova l’alpinista precipitato con l’uso di un pallone gonfiabile, una sorta di “airbag” che ha permesso di deviare ghiaccio e neve a lato della zona operativa nel crepaccio. Oggi, continuerà la rimozione del materiale nevoso caduto all’interno della stretta fessura di ghiaccio, nella speranza di riuscire a raggiungere e riportare in superficie il corpo di Daniele.
Il suo compagno, trasportato in Pronto soccorso sabato, non era in condizioni preoccupanti, ma dovrà ricevere alcune cure per le “bruciature” riportate alle mani nel disperato tentativo di bloccare la corda cui era legato l’amico. Catorci viveva a Trento da circa un anno. Là stava seguendo un dottorato di ricerca in biologia molecolare alla Facoltà di Fisica a Povo ed era, inoltre, esercitatore di matematica. I suoi genitori, nel frattempo, sono giunti in Valle, dove sperano di vedersi restituire il loro ragazzo per salutarlo un’ultima volta.