Iniziata la scorsa primavera, con la prima ondata del nuovo Coronavirus, l’inchiesta della Procura sulla gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 nelle case di cura e nelle microcomunità valdostane non è lontana dalla chiusura. Il fascicolo, inizialmente aperto “contro ignoti”, nel frattempo ha visto l’iscrizione di una decina di indagati. Si tratta dei responsabili di alcune delle strutture in cui i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni hanno compiuto sopralluoghi e di due sanitari che si sono occupati di un paziente, successivamente deceduto. Le ipotesi di reato, mosse a vario titolo, sono l’omicidio colposo plurimo e l’epidemia colposa.
Il pm Francesco Pizzato, titolare dell’inchiesta, attende il deposito dell’annotazione di polizia giudiziaria sull’ultimo caso finito sotto la lente d’ingrandimento dei militari, quello del focolaio riscontrato a inizio dello scorso marzo nella comunità riabilitativa e terapeutica Dahu di Brusson. Valutatone il contenuto, il magistrato adotterà le determinazioni del caso sulla chiusura del fascicolo. L’indagine ha riguardato la correttezza della gestione degli ospiti, dall’impiego dei dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori all’adozione delle misure atte a prevenire il diffondersi dell’infezione.
Oltre a compiere sopralluoghi, i militari hanno acquisito la documentazione sanitaria relativa a numerosi pazienti, di tutte le strutture controllate. Gli accertamenti erano partiti dal “Refuge Père Laurent” di Aosta, di proprietà della Diocesi e convenzionato con la Regione (dove, il 7 aprile 2020, dall’inizio dell’emergenza, su 122 ospitati nella casa di riposo si contavano 41 morti, di cui 18 positivi al Covid). Per quel caso, i Nas avevano evidenziato una gestione “sottotono” dell’epidemia, rilevando difficoltà nell’approvvigionamento e nell’uso dei dispositivi per il personale e la riduzione repentina dei dipendenti.
L’inchiesta, nell’ambito della quale, oltre a operatori socio-sanitari, assistenti agli anziani ed infermiere, erano state anche sentite (in particolare, in riferimento agli accessi effettuati dal Gruppo regionale medico specialistico della Protezione civile nella casa di cura aostana) alcune figure apicali della gestione dell’emergenza in Valle, si era poi estesa ad altre rsa del territorio regionale. L’analisi dei diversi episodi, da parte dell’ufficio diretto dal procuratore capo Paolo Fortuna, ha portato il fascicolo ad assumere l’attuale fisionomia di indagati e di violazioni a norme e protocolli contestate.