Incidenti sul lavoro mortali ad Allein e Pré-Saint-Didier, due indagati

La Procura ha chiuso le indagini sui sinistri in cui, rispettivamente nel settembre 2020 e nel febbraio di quest’anno, persero la vita due operai. Ai datori di lavoro contestato l’omicidio colposo aggravato.
il luogo dell'incidente sul lavoro ad Allein
Cronaca

La Procura della Repubblica ha concluso le inchieste su due incidenti mortali sul lavoro accaduti in Valle negli scorsi mesi. Sulla base dell’esito degli accertamenti svolti, il pm Francesco Pizzato contesta l’omicidio colposo (aggravato dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni negli ambienti professionali) ai rappresentanti delle aziende per cui lavoravano le vittime dei sinistri, cui è stato notificato in questi giorni l’avviso di chiusura delle indagini preliminari.

La morte nella vasca della centrale

Per la morte di Luigi Claudio Campi, 46enne di Ceriano Laghetto (Monza Brianza), operaio che perse la vita il 4 settembre dello scorso anno cadendo nella vasca di carico e scarico di una centrale idroelettrica ad Allein, l’accusa è formulata nei confronti di Alberto Sale (52 anni, Milano), consigliere d’amministrazione con delega in materia di sicurezza e salute dei lavoratori della “Api SpA” di Rozzano (Milano), di cui il lavoratore deceduto era dipendente.

Nella ricostruzione degli inquirenti, Campi quel giorno era impegnato a sostituire le guarnizioni di tenuta del pistone dello sgrigliatore installato nella vasca, per rimuovere i detriti mediante la salita e la discesa di un “pettine”. Dalle indagini è emerso che il lavoratore aveva posizionato un pezzo di legno sul quale era appoggiata la parte mobile della macchina. Tale supporto non aveva però retto e lo sgrigliatore era precipitato, colpendo violentemente l’uomo ad una gamba e facendolo precipitare sul fondo dell’impianto lungo il torrente Artanavaz.

Il luogo dell'incidente sul lavoro ad Allein
Il luogo dell’incidente sul lavoro ad Allein

Agli occhi della Procura, quello in cui era intento Campi configurava un intervento di manutenzione e l’addebito mosso all’indagato è la mancata redazione, in vista dello stesso, di un Piano Operativo di Sicurezza. Inoltre, contesta il pm, nel documento elaborato per una precedente operazione simile (attuata nel maggio 2020) non era riportato in modo preciso come operare in sicurezza la manutenzione dello sgrigliatore.

A chiusura di questa indagine, l’ufficio diretto dal procuratore capo Paolo Fortuna ha anche richiesto al Gip l’archiviazione della posizione del presidente del Consiglio d’amministrazione della Cooperativa che gestisce la centrale, la “Forza e Luce” di Aosta, Gianfranco Martin Perolino (84 anni, Aosta), inizialmente iscritto nel registro degli indagati. Dalle attività investigative, che hanno visto anche l’effettuazione di una consulenza tecnica, non sono state ravvisate a suo carico violazioni collegate all’incidente letale (la “Api SpA” agiva in subappalto per la cooperativa).

L’operaio caduto nell’“Orrido”

L’altro incidente su cui hanno chiuso le indagini gli uffici di via Ollietti è quello accaduto lo scorso 12 febbraio, a Pré-Saint-Didier, in cui morì Giuseppe Dagostino. 43 anni, residente in provincia di Reggio Calabria, ma domiciliato in Valle, era intento a lavorare sulla Statale 26, quando scivolò lungo il pendio accanto la strada per circa 200 metri, cadendo nell’“Orrido”. Individuato il corpo, il medico dell’elisoccorso non potè fare altro che constatare il decesso.

Incidente mortale Orrido Pré-Saint-Didier
Incidente mortale Orrido Pré-Saint-Didier

Unico indagato per quella morte è Angelo Camputaro Lavorgna (66, Saint-Vincent), titolare dell’impresa individuale per cui era al lavoro Dagostino. Secondo la Procura, il piano sostitutivo di sicurezza adottato dall’azienda edile non individuava in modo idoneo e preciso le lavorazioni da svolgere nel cantiere. Inoltre, l’area degli interventi non risultava dotata di idonee protezioni laterali, sebbene un lato della stessa fosse prossimo a una scarpata con un salto di roccia sottostante.

Le prerogative degli indagati

Entrambi gli indagati hanno ora a disposizione un periodo per chiedere al pubblico ministero di essere sentiti, o di compiere ulteriori atti d’indagine, nonché per depositare tramite i rispettivi difensori documentazione o memorie a loro discolpa. Sulla base di tali opzioni, la Procura valuterà l’eventuale superamento delle contestazioni mosse ai due rappresentanti aziendali e potrà quindi procedere con la richiesta di archiviazione, o di processo, per gli indagati.

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