L’inchiesta sul Covid-19 si amplia: i Nas alla clinica di Saint-Pierre

I militari, su delega della Procura, sono incaricati di verificare lo stato dei luoghi, di acquisire documentazione (anche clinica) e di sentire personale in servizio. Gli accertamenti rientrano nel fascicolo aperto sulle microcomunità.
Clinica Saint-Pierre
Cronaca

Nuovo sopralluogo dei Carabinieri del Nas, su delega della Procura della Repubblica, in una struttura che ospita pazienti positivi al Covid-19. I militari sono oggi, venerdì 24 aprile, all’Istituto Clinico Valle d’Aosta di Saint-Pierre, con l’obiettivo di verificare lo stato dei luoghi, acquisire documentazione (anche clinica) e sentire il personale presente.

La clinica, dallo scorso 1° aprile – in accordo con l’Usl – ha iniziato ad accogliere degenti che, secondo quanto spiegato pubblicamente dalle autorità sanitarie, sono “meno gravi”, perché “giudicati in via di guarigione, ma non possono tornare a casa”. Malgrado tali indicazioni, nei primi giorni di aprile, si erano verificati alcuni decessi tra i ricoverati.

L’Istituto aveva messo a disposizione dell’azienda sanitaria 35 posti letto, al primo piano della struttura. L’obiettivo – successivamente definito tra l’Usl e la direzione della struttura, di convertire la clinica ad ospedale interamente dedicato ai pazienti del nuovo Coronavirus, adibendo loro anche il secondo piano, per arrivare a 55 ospiti – è però sfumato, in particolare per problemi di personale.

Alcuni pazienti del secondo piano (che ospitava, nell’assetto iniziale, lungodegenti provenienti dalla Geriatria del “Beauregard” e utenti della riabilitazione, considerato quindi spazio “Covid free”) erano risultati positivi al virus. Dimessi coloro che avevano ottenuto un tampone negativo, aveva quindi preso corpo l’idea (anche nella logica di sgravare il “Parini”, liberandone posti letto, in una logica di graduale riapertura della Valle) di ampliare la collaborazione con la clinica di Saint-Pierre.

Tuttavia, anche alcuni operatori (secondo quanto comunicato inizialmente dalla direzione, cinque) avevano contratto l’infezione e, assieme ad altri a casa con i sintomi della malattia ed ulteriori motivi di salute, il personale rimasto in servizio non era sufficiente a garantire l’adeguata continuità assistenziale, vista anche la presenza tra i ricoverati di persone non autosufficienti, con esigenza elevata di essere seguite.

Il sopralluogo dei Nas a Saint-Pierre costituisce un ampliamento degli accertamenti disposti nell’ambito dell’inchiesta – coordinata dal pm Francesco Pizzato, sotto l’egida del procuratore capo Paolo Fortuna – avviata d’ufficio riguardo ai contagi e ai decessi di ospiti al “Refuge Père Laurent” di Aosta e in altre microcomunità della Valle (incluso il “Cottolengo” di Saint-Vincent, il “Foyer de vie” di Doues, la casa di riposo “Saint-Leger” di Aymavilles e  alcuni centri anziani e strutture aostane gestite dalla “KCS Caregiver”), ove i militari sono stati dall’inizio di aprile in poi, con accessi analoghi a quello odierno.

Ad oggi, il fascicolo è ancora senza ipotesi di reato e senza indagati: tecnicamente un “modello 45”. Negli scorsi giorni, tuttavia, in Procura è stata depositata una prima annotazione del Nucleo Antisofisticazioni, che “tira le somme” di parte delle attività investigative svolte sinora. Analizzandone i contenuti, il Sostituto procuratore si determinerà sull’eventuale presenza di profili di responsabilità e l’inchiesta potrebbe cambiare direzione rispetto al carattere di “ricognizione” avuto sinora.

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