Richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata, dalla Procura della Repubblica, per i sei coinvolti nell’operazione antidroga condotta dai Carabinieri nello scorso luglio. Le accuse, per tutti, sono di spaccio e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, in particolare cocaina, crack ed eroina, con lo smercio che avveniva soprattutto nel capoluogo regionale. Le indagini, condotte dai Carabinieri del Reparto Operativo del Gruppo Aosta, avevano riguardato, in particolare, il periodo tra gennaio e giugno di quest’anno, consentendo di documentare almeno una ventina di episodi di cessione.
Il pm Manlio D’Ambrosi, titolare del fascicolo ha chiesto al Gup del Tribunale di processare Matabara Dia, senegalese 37enne (attualmente irreperibile) noto ad Aosta come “Tyson” e marito di Jessica Lesto, 32enne ritrovata lo scorso 31 maggio senza vita lungo la Dora. Quell’accampamento di fortuna era stato individuato dagli investigatori come uno dei luoghi di spaccio in cui la coppia si muoveva. Su quell’angolo non distante dalla pista ciclabile gravitava, stando ai monitoraggi del Nucleo Investigativo, anche un altro degli arrestati, per cui è stato chiesto il giudizio.
Parliamo di Gueye Babacar, 21enne senegalese fermato a Torino (e già arrestato in passato, a Châtillon, a maggio). Le altre istanze di rinvio a giudizio riguardano: Patrick Giuseppe Michel Bertucci, 43enne di Aosta (che assieme a Matabara, in un altro procedimento, è accusato della soppressione del cadavere di Lesto, risultata morta per un’intossicazione da cocaina); Fabian Marciano, 44enne di Aosta; Antonio Meli, 42enne di Sarre, e la moglie Stephanie Ansermin, 36enne.
Nella ricostruzione dei Carabinieri, dopo la morte di Lesto e l’allontanamento del marito verso l’estero e l’arresto in flagranza di Babacar, l’indagine “ha subito una battuta d’arresto”, ma a seguito di quegli eventi nell’attività di spaccio “subentrano”, da un canto, Bertucci e Marciano e, dall’altro, Meli ed Ansermin, che per un periodo risultano utilizzare anche i telefoni già in possesso dei tre. L’approvvigionamento di stupefacente è risultato avvenire anche da Torino e la modalità degli incontri con i clienti vedeva la fissazione degli appuntamenti a seguito di messaggi o chiamate.
Durante le indagini, che hanno incluso intercettazioni, pedinamenti e altre attività tecniche, sono stati sequestrati 22 grammi di crack, 8 di eroina e 15 di cocaina. Una ventina di persone erano state segnalate all’autorità amministrativa come consumatori, tra di loro anche un infermiere. Dia, Marciano, Gueye e Bertucci presentano precedenti specifici, Meli delle condanne per altri reati, mentre Ansermin risulta incensurata.