Cessioni di metadone ad alcuni tossicodipendenti, ma anche di cocaina, hashish e marijuana ad assuntori occasionali. Sono emerse durante le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent, svolte nell’arco dell’anno che volge al termine, ed hanno fatto scattare misure cautelari per sette persone, tutte residenti in bassa valle. I militari le hanno eseguite nella mattinata di ieri, martedì 28 dicembre.
Stefano Cout (38 anni, Verrès) si trova agli arresti domiciliari. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è invece stato disposto dal Gip del Tribunale di Aosta per: Stefano Doveil (26, Issogne), Marco Garaffi (55, Verrès), Angelo Pincelli (41, Verrès), Ener Edoardo Bruno Barbero (71, Champdepraz), Livio Joselito Lorenzoni (58, Verrès) e Loris Pepe (45, Verrès). Per tutti, l’accusa mossa dalla Procura (che aveva richiesto l’emissione delle misure) è di spaccio di stupefacenti.
Nella mattinata di oggi, mercoledì 29 dicembre, dinanzi al Gip Giuseppe Colazingari sono iniziati gli interrogatori di garanzia degli indagati sottoposti ai provvedimenti. Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato. Le indagini dell’Arma hanno incluso servizi in cui gli investigatori hanno monitorato gli episodi di smercio (annotando, tra l’altro, il passaggio di mano del metadone a poche decine di euro), ma anche il ricorso ad intercettazioni telefoniche.
Un patteggiamento per la cocaina
Sempre nella mattinata di oggi, a Palazzo di giustizia è proseguita l’udienza a carico dei coinvolti nell’operazione antidroga “Home Delivery”, condotta dalla Guardia di finanza nello scorso luglio. Imputate di aver organizzato un collaudato giro di stupefacenti, in particolare cocaina, sono in tutto sei persone, che all’epoca erano finite ai “domiciliari”. Stando all’inchiesta, in diversi ruoli, rifornivano una ristretta e selezionata cerchia di consumatori (il prezzo oscillava dai 60 ai 100 euro al grammo), prevalentemente del capoluogo regionale.
A definire la sua posizione dinanzi al giudice è stato stamane Raffaele Salvemini, che ha patteggiato 2 anni e 10 mesi di reclusione. Gli altri imputati – Domenico Mammoliti (35, Aosta), Vito Fornaro e Nicola Gaetani D’Aragona (46 e 44, entrambi di Cesano Boscone), Gianpaolo Incani (Torino) e Andrea Marcone (59, Aosta) – hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. L’udienza in cui inizierà la discussione è stata fissata per il prossimo 17 marzo.
Durante l’inchiesta erano stati sequestrati 124 grammi di cocaina e 103 di marijuana. Secondo quanto messo a fuoco dagli uomini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria nell’inchiesta, sviluppatasi nell’arco del periodo da febbraio a maggio scorsi (quando la “terza ondata” del Covid imperversava sul Paese, fatto che spingeva pusher e clienti a incontrarsi soprattutto a domicilio), l’approvvigionamento di stupefacente avveniva da due diverse “cellule” di fornitori, una basata nell’hinterland di Milano e l’altra nel torinese.