Un colpo potenzialmente idoneo a causare la morte di chi l’ha subito. E’ la conclusione della consulenza medico-legale disposta dalla Procura nell’ambito delle indagini sull’accoltellamento al bar “Crazy Fox” di Aosta. Nella notte seguita all’episodio, tra il 30 e il 31 marzo scorsi, era stato arrestato il titolare del locale, il 43enne Stefano Corgnier, con l’accusa di tentato omicidio. Nella ricostruzione dei Carabinieri, l’uomo avrebbe colpito al collo con un’arma da taglio un conoscente, con il quale aveva avuto una discussione “per ragioni private”.
L’accertamento tecnico irripetibile, svolto dal medico Serena Curti, mette inoltre in luce che la lesione è compatibile con il coltello sequestrato quella notte dai militari del Nucleo Operativo Radiomobile (del tipo a “serramanico”, dalla lama di oltre 20 centimetri e dalla proprietà da accertare) ed è verosimilmente stata inferta colpendo “di punta”. Sono state esaminate anche le ferite presentate ad un avambraccio dall’arrestato: non risultano riconducibili ad una colluttazione, come riferito dall’uomo nell’imminenza dei fatti, per le loro caratteristiche (il parallelismo, la linearità e la superficialità), che inducono il consulente del pm a propendere per l’ipotesi di essere auto-inferte.
Dopo oltre un mese in carcere, Corgnier aveva visto accolta l’istanza presentata dai suoi difensori (gli avvocati Giuseppe Gallizzi e Claudio Soro), ottenendo i “domiciliari”, misura cui è ancora sottoposto. La persona offesa è rappresentata nel procedimento dall’avvocato Corrado Bellora di Aosta. Il pm Luca Ceccanti, ottenuti i risultati della perizia, potrà ora determinarsi sul fascicolo. L’accertamento era stato disposto anche nell’ottica di valutare la correttezza della qualificazione dei fatti (ai fini della conferma dell’ipotesi di tentato omicidio, o dell’eventuale riformulazione in lesioni personali aggravate)..