Il vento caldo di Alice, e di Franco Battiato, strega Bard

Alice, ieri sera al Forte di Bard, ha cantato il Maestro catanese in un concerto andato oltre il semplice ricordo e che ha esaltato il genio del cantautore scomparso lo scorso maggio.
Alice canta Battiato
Cultura

Franco Battiato è uno dei più cantati dai colleghi, le sue cover si moltiplicano, ma in pochi possono davvero riportarlo sul palco. E forse, anche spingersi un po’ più in là. Carla Bissi, in arte Alice, può. Poteva prima che il grande cantautore scomparisse (il 18 maggio 2021, n.d.r.) e riconferma, sul palco del Forte di Bard, di essere una delle poche voci in grado di rendere giustizia non solo all’artista, ma a tutto il suo mondo musicale. Accompagnata dal maestro Carlo Guaitoli, già pianista del cantautore catanese, magistrale nell’accompagnare la voce di Alice, l’artista non si risparmia mai e, a prova della grandezza professionale, riesce addirittura a replicare, modulando la potenza della sua voce, il synth caro alle produzioni di Battiato, assente nelle formazione a due che si è esibita a Bard.

Alice e Carlo Guaitoli
Alice e Carlo Guaitoli

L’interprete di Forlì, arrivata con le stampelle per un incidente alla gamba, dà vita a un concerto che cresce man mano in intensità e coinvolge allo stesso modo il pubblico, nonostante debba stare seduta sullo sgabello. Le mani, come era solito fare anche Battiato, tracciano orbite immaginarie e si muovono accompagnando la melodia, in un ritmo senza sosta tra i brani più celebri del Maestro siciliano.

Corrono veloci, ma senza mai passare inosservati, successi come L’Animale, Un’Altra Vita, Povera Patria e Summer on a Solitary Beach, fino a La Cura, testo che mai smetterà di emozionare. La Piazza d’Armi del Forte si emoziona, batte le mani, esplode sulle notte di Messaggio (composta tra gli altri da Battiato nel 1982) e appena parte Il Vento caldo d’Estate (sempre Battiato dietro al testo, nel 1980). Può darsi, come spesso accade, che il ricordo di un grande autore della musica italiana, possa far piombare un concerto nella tristezza della perdita e della mancanza, ma è qui che Alice smette di essere solo interprete e regala al pubblico, a se stessa e alla musica italiana, una piccola magia di concerto, cantando non solo per il ricordo del cantautore, ma soprattutto per sublimare ancora di più, se possibile, una carriera, una vita e un genio che difficilmente si replicheranno nel panorama della canzone italiana. L’opera di Battiato, attraverso Alice, non è stata solo celebrata, ma è tornata sul palco per ricordarci che, se le persone passano, la ricchezza dell’arte e della cultura rimangono vive in chi può testimoniare.

Alice canta Battiato
Alice canta Battiato

La riconoscenza e il legame di Alice con Battiato non si percepisce solo dal percorso professionale e umano che i due hanno condiviso, ma anche dall’umiltà delle parole dell’artista romagnola prima di interpretare una delle canzoni che più di tutte l’ha lanciata, sempre nel segno di Battiato: “Ed ora, la canzone grazie alla quale io sono ancora qui. Per Elisa“.

Non per una, ma per due volte, il pubblico si alza in piedi e non (solo) per Battiato. Il ricordo, che c’è ed è palpabile, lascia spazio all’ammirazione per un’interprete che è artista prima di tutto e che nel ricordare l’amico, il Maestro e il collega, sa creare una performance che va oltre il concerto-omaggio per intensità e bellezza.

Alice canta Battiato
Alice canta Battiato

 

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