Torna al Forte di Bard, dal 3 febbraio al 2 giugno, la 59ª edizione di Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra.
Le immagini premiate intraprendono un tour internazionale la cui prima tappa, per l’Italia, è proprio la fortezza della bassa Valle. Qui saranno esposti gli scatti premiati nelle 17 categorie, presentati in un suggestivo allestimento nelle Cannoniere, all’interno di light panels.
Il concorso quest’anno ha registrato 49.957 iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza provenienti da 95 paesi. Le immagini sono state giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica.
A vincere il titolo di fotografo naturalista dell’anno è stato il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021, grazie all’immagine The golden horseshoe, che ritrae un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, mentre si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi dorate.
“Vedere un esemplare di limulidae che vive nel suo habitat naturale in tutto il suo splendore è un’esperienza stupefacente. Si tratta di una specie antica e ad alto rischio di estinzione, ma anche fondamentale per la salute dell’essere umano” ha spiegato Kathy Moran, presidente della giuria.
Il Young Wildlife Photographer of the Year 2023 è stato invece assegnato all’israeliano Carmel Bechler con l’immagine Owls’ road house che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino ad una strada trafficata.
L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito. Moran ne evidenza i diversi livelli di contenuto e composizione: “L’occhio viaggia attraverso la strada, nel traffico prima di avvistare i gufi. Allo stesso tempo grida alla distruzione e all’adattamento dell’habitat, sollevando un quesito: se la fauna selvatica può adattarsi al nostro ambiente, perché non possiamo rispettare il loro?”.
Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (menzione speciale nella sezione Photojournalism), Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione Zone umide), Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria Talento naturale), Ekaterina Bee (vincitrice nella categoria 11-14 anni), Pietro Formis (menzione speciale nella sezione Ritratti animali).