Misure anticrisi, Rete Imprese: l’assestamento di bilancio “non risponde alle esigenze delle imprese”

A dirlo i rappresentanti di Rete Imprese Italia VdA, che in audizione hanno illustrato le proposte di modifica ed integrazione al testo presentate congiuntamente da Fracasso (Confartigianato), Dominidiato (Confcommercio) e Caruso (Cna).
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Economia

L’assestamento di Bilancio della Regione – il “Terzo pacchetto di misure anticrisi” da 161 milioni in discussione nelle Commissioni permanenti, in attesa del passaggio in Consiglio Valle lunedì 22 giugno – “non risponde alle esigenze delle imprese” colpite dalla crisi economica seguita a quella sanitaria.

A dirlo i rappresentanti di Rete Imprese Italia VdA, che in audizione hanno illustrato le proposte di modifica ed integrazione al testo presentate congiuntamente da Stefano Fracasso, segretario di Confartigianato; Graziano Dominidiato, presidente Confcommercio e Andrea Caruso, presidente Cna Costruzioni.

Il ddl, nell’attuale stesura, secondo Rete Imprese Italia VdA, “non coglie gli obiettivi necessari per contribuire a dare nuovi stimoli per la ripresa dell’economia valdostana. In particolare, non tiene contro dell’importanza sociale e di promozione turistica che svolgono i negozi di vicinato, soprattutto nei paesi dove, per il turista, rappresentano l’unica possibilità per conoscere e scoprire la tipicità dei prodotti valdostani”.

Rete Imprese Italia VdA – spiega in una nota – “ha quindi proposto che venga esteso ai negozi di vicinato i voucher per le misure di rilancio dei prodotti agroalimentari e a i piccoli esercizi con superficie di vendita inferiore ai 250 mq. Ènecessario soprattutto che l’importo degli acquisti sia ridotto da quattro a tre volte il valore del voucher stesso e questo per favorire gli acquisti di prodotti agroalimentari valdostani (Esempio: se il valore del voucher è di 100 euro l’ammontare della spesa dovrà essere di almeno 300 euro a forte dei 400 euro previsti dal Ddl)”.

Pur riconoscendo la validità e l’importanza dell’occupazione stagionale e a tempo determinato – si legge ancora nel comunicato –, il ddl per Rete Imprese “non tiene nella dovuta considerazione la valenza socio economica dell’impegno affrontato da tante aziende che stanno facendo enormi sforzi per il mantenimento dei dipendenti assunti a tempo indeterminato” e chiede “la riparametrazione, e per quanto possibile, l’aumento delle risorse per garantire maggiori risorse destinate all’occupazione a tempo indeterminato”.

A questo si aggiunge la richiesta di proposte di modifica o di integrazione al ddl che prevedono “il sostegno alle micro e piccole imprese che effettuano investimenti e/o ricostituiscono scorte di magazzino dalla data di entrata in vigore della legge sino al 31/12/2021”, ma anche “la contribuzione a fondo perso del 50% del costo sostenuto per una spesa massima di € 50.000 (quindi contributo massimo erogabile € 25.000); Per la parte eccedente l’importo di € 50.000 e fino ad un massimo di spesa complessiva di € 150.000 possibilità di accesso, tramite i Confidi Regionali iscritti all’ art. 106 TUB, ad un finanziamento a tasso agevolato a valere sui fondi regionali di cui alla Legge 5/2020”.

Non solo. Riguardo l’accesso al credito Rete Imprese VdA chiede “l’abbattimento del costo del denaro da parte della Regione con il contributo in conto interessi già previsto dalla LR 5/2020, nonché l’abbattimento del costo della garanzia rilasciata dal Confidi del 90% sempre da parte della Regione mediante contributo in conto esercizio”.

“Riteniamo sia necessario in questo momento che la gestione della pratica, sia della richiesta di contributo a fondo perso che delle agevolazioni in conto interessi ed in conto esercizio possono essere interamente affidate ai Confidi che già in passato si occupavano di questi aspetti”, spiegano Caruso, Dominidiato e Fracasso.

Più in generale, invece, Rete Imprese Italia VdA “constatato che sono stati tagliati dei bonus ad alcune categorie chiede che non vengano operate ulteriori riduzioni alle provvidenze in essere e che venga estesa la possibilità di contributo per la formazione professionale anche ai servizi di consulenza in materia di igiene degli alimenti, degli ambienti di lavoro”.

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