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Alla Cogne è arrivata una nuova molatrice elettrica, la prima al mondo

La nuova molatrice elettrica EGM1, acronimo di Electrical Grinding Machine, è costato 4 milioni di euro e permetterà di risparmiare sui costi energetici, sulle emissioni e di migliorare la sicurezza dei lavoratori incrementando la produzione.
Economia

 

Una nuova molatrice elettrica, la prima al mondo, è arrivata alla Cogne Acciai Speciali. Si chiama EGM1 ed è un tipo di macchinario utilizzato per pulire e levigare il materiale ottimizzando i costi energetici di produzione e lo scarto di olio esausto con relativi filtri. EGM1 è “acronimo di Electric Grinding Machine e numero 1 perché é la prima macchina di questo tipo che abbiamo, ma è anche la prima molatrice completamente elettrica al mondo”, spiega Flavio Bego, responsabile della fonderia. “È capace di rivoluzionare completamente il modo di lavorare in questo settore sia da un punto di vista dell’efficienza che della sicurezza”.

Si tratta di un macchinario all’avanguardia, dotato di un’intelligenza artificiale capace di analizzare il materiale e di individuarne i difetti lavorando in autonomia. Inoltre è in grado di ottimizzare i consumi di elettricità al minimo indispensabile, riutilizzando e autoproducendo una parte dell’energia necessaria al suo funzionamento. Un grande passo in avanti per lo stabilimento, che ha speso 4 milioni di euro del suo piano di investimenti da oltre 110 milioni di euro per il triennio 2021-24.

“Questo per noi è un investimento importantissimo che ci permette di aumentare le produzioni e quindi i turni e la capacità di occupazione dello stabilimento. Ma è anche un grosso passo avanti per la sicurezza dei nostri dipendenti, un aspetto che ci sta molto a cuore”, racconta Massimiliano Burelli, amministratore delegato della Cogne. Per l’assessore allo sviluppo economico Luigi Bertschy “è una dimostrazione della volontà di continuare ad investire per il futuro dell’acciaieria da parte della famiglia Marzorati ed è anche assolutamente in linea con i nostri progetti di rinnovamento per integrare ancora di più la fabbrica con il territorio che la circonda”.

 

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