Covid 19: come e perché daremo meno spazio ai numeri

19 Novembre 2021

Bollettino Covid si, bollettino no, bollettino come e soprattutto ogni quanto? Nell’ultima riunione di redazione ci siamo nuovamente interrogati sulle modalità con cui informarvi sull’andamento della quarta ondata di Covid-19 che sta interessando anche la Valle d’Aosta.

Quotidianamente le redazioni come la nostra ricevono, infatti, un bollettino, stilato dalla Regione sui dati dell’Usl, che riporta i numeri del giorno precedente ovvero i nuovi positivi, i ricoverati, i tamponi fatti, i casi testati, le persone in isolamento domiciliare.

È sensato pubblicare sul nostro giornale tutti i giorni questa conta dei positivi? O forse è meglio, tenuto conto della variabile vaccino, concentrarsi maggiormente sui ricoverati in ospedale e in terapia intensiva che, a conti fatti, sono i dati che incidono sulla tenuta della sanità valdostana?

E ancora i numeri delle ultime 24 ore dati giorno per giorno consentono uno sguardo di insieme sull’evoluzione del coronavirus?

La riflessione su come sia meglio informarvi in relazione alla pandemia non l’abbiamo mai abbandonata, ci siamo tornati più volte in questi mesi a dispetto di quanti ci dipingono come irresponsabili, assetati di disgrazie, interessati solo ai click quando non al soldo di politici o delle multinazionali farmaceutiche.

Ci poniamo queste domande perché siamo consapevoli di quanto sia fondamentale informare sull’evoluzione del contagio che ha forti ripercussioni nella vita di tutti e sulla tenuta del sistema sanitario. Il ruolo dei media, in particolare di chi sta sul web, nelle situazioni di crisi è indispensabile e delicato insieme. Checché ne dicano i tanti detrattori della stampa, senza informazione dei giornali e dei giornalisti le persone non sarebbero state meglio, ma avrebbero riempito i vuoti informativi con le fake news dei tanti disinformatori seriali presenti in rete.

Una scuola che è costretta a chiudere, eventuali restrizioni alla mobilità, le nuove ordinanze con le regole di comportamento, i problemi di saturazione dell’ospedale regionale, la situazione sanitaria delle microcomunità sono tutte notizie di interesse pubblico che sarebbe impensabile censurare e non riportare su Aostasera.it. Continueremo a raccontarvi l’evoluzione della pandemia facendoci guidare da parole d’ordine come cautela, pacatezza ed equilibrio, tanto nella scelta dei termini quanto nell’indicazione delle stime numeriche.

Dall’altra è evidente quanto sia insopportabile e tossico il clima ansiogeno e l’isteria collettiva intorno ai numeri del Covid che sono diventati, in particolare sulle piattaforme social, il motivo di dispute e di insulti tra fazioni opposte, tra paladini del vaccino e accaniti no vax e no green pass.

Alla luce di queste riflessioni abbiamo deciso di adottare alcune scelte editoriali impegnandoci a rispettarle e chiedendovi di leggerle fino in fondo per comprenderne il senso e l’idea di giornale che ci sta dietro.

Le informazioni del bollettino una volta alla settimana

La conta dei positivi in quanto tale, per quanto i numeri siano esponenzialmente in crescita e il cambio di colore un’opzione all’orizzonte, con le percentuali attuali di persone vaccinate, non è più, di per sé, molto significativa. Lo sono molto di più i ricoverati al Parini o, facciamo gli scongiuri, eventuali decessi. Per questo, pur continuando a dare notizie sulla pandemia, pubblicheremo solo una volta alla settimana, il venerdì, il dato del bollettino regionale Covid 19 corredato da grafici di confronto sui positivi e i ricoveri dello stesso periodo del 2020 quando la campagna vaccinale non era ancora partita. Solo osservati in questo quadro più completo i numeri possono restituire a voi lettori una percezione reale dell’andamento dell’epidemia in Valle d’Aosta.

Durante la settimana, quindi, non pubblicheremo il bollettino regionale se non per informarvi di significativi peggioramenti della situazione ospedaliera o per darvi notizia di eventuali decessi.

Un titolo più neutro per i social

Se chi accede direttamente ad Aostasera perché ci legge di frequente ha probabilmente capito il nostro modo di fare informazione, non è così per i tanti che ci consultano dalle piattaforme social, magari frettolosamente, fermandosi alla lettura del solo titolo delle notizie che scriviamo. È a partire dai nostri canali social – e in particolare su Facebook, che conta oltre 51.ooo seguaci-  che, in tema di pandemia, gli animi si scaldano, i commenti si fanno più violenti trasformandosi spesso in discussioni aberranti zeppe di insulti e di cattiverie gratuite quando non diffamanti. Vogliamo provare, per quanto possibile, a limitare questo fenomeno che incide pesantemente anche sulla serenità del nostro lavoro pubblicando un titolo più neutro, meno esplicito,  anche se meno efficace che “costringa” il lettore interessato ad addentrarsi nell’articolo nella speranza di dissuadere gli odiatori seriali a intervenire con commenti sprezzanti e osceni.

Exit mobile version