Aggravi: siano i consiglieri a scegliere liberamente a chi fare solidarietà

Al comunicato di Rete civica che tacciava i colleghi di avere “le braccine corte”, risponde il consigliere leghista; "sia il soggetto a scegliere liberamente, almeno per evitare poi che certe provvidenze vadano a realtà più amiche di altre”. E si chiede, sibillino: "Se si fa solidarietà perché c'è la necessità di comunicarlo urbi et orbi?".
Stefano Aggravi
Politica

“Un muro di silenzio e anche di ostilità” sulla proposta di Rete civica sul taglio delle indennità e dei contributi ai gruppi del Consiglio regionale? Non proprio.

Al comunicato piccato di Rete civica che, giusto stamattina tacciava i colleghi di avere “le braccine corte”, risponde proprio un collega di piazza Deffeyes.

Il leghista Stefano Aggravi, infatti, si affida ai suoi canali social per spiegare quanto avvenuto in II Commissione: “In sintesi ho specificato che mi trovavo d’accordo con la proposta alternativa promossa dall’Ufficio di Presidenza perché facoltativa, in quanto ritengo che nel caso della solidarietà ogni consigliere dovrebbe poterla esprimere liberamente e non contribuire a ‘fondi generali’ che poi vengono veicolati secondo il volere di una pur variabile maggioranza. Della serie: ognuno destini a solidarietà, e a chi, ciò che ritiene opportuno”.

O meglio, aggiunge il consigliere del Carroccio: “Mi dico, se taglio deve esserci come avviene, ad esempio, nel caso di un possibile taglio ai costi del personale, perché questo non può essere destinato a risparmio delle finanze pubbliche o comunque prevedere che una quota debba essere destinata obbligatoriamente alla solidarietà. Ma che, in questo secondo caso, sia il soggetto a scegliere liberamente a chi darli, almeno per evitare poi che certe provvidenze vadano a realtà più amiche di altre”.

La chiusa è sibillina: “Un’ultima cosa che tengo a dire a titolo personale e sicuramente posso sempre sbagliarmi – prosegue Aggravi -. Se si fa della solidarietà, o si vorrebbe, perché c’è la necessità di comunicarlo urbi et orbi? A ciascun di noi l’ovvia risposta”.

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