Bando anziani, i sindacati contro Leone rosso: “Gravi anomalie nelle comunicazioni sul personale”

I sindacati denunciano storture nelle informazioni su qualifiche e posizioni lavorative dei dipendenti durante il passaggio alla Kcs. Poi tornano sulla questione del riassorbimento degli esuberi: "Luboz ci ha ripetuto che era d'accordo".
Igor De Belli, Natale Dodaro e Barbara Abran
Politica

Potrebbero finire in Procura le vicende legate alla dura contrattazione di questi giorni sul passaggio dei 140 lavoratori del bando anziani tra le cooperative uscenti e quella vincente del nuovo contestato appalto, la Kcs di Bergamo. È quasi unicamente Leone rosso ad essere sotto la lente di ingrandimento dei sindacati, Cgil, Cisl, Uil e Savt, che oggi hanno lamentato "anomalie che sono estremamente gravi" (Igor De Belli).

"Abbiamo il timore che le comunicazioni sulle varie posizioni lavorative dei dipendenti di Leone Rosso, giunte via posta certificata – continua il sindacalista della Cgil – atti ufficiali in ordine di legge, abbiano delle anomalie, che noi verificheremo in maniera completa e ovviamente saranno portate negli ambiti di competenza". "Stiamo separando tutti i dati giusti da quelli che secondo noi hanno della gravità assoluta – spiega Natale Dodaro, Uil – dopodiché i nostri legali ci diranno la cosa giusta da fare".

Tra le diverse storture, che secondo i sindacati hanno contribuito a rendere più difficile la contrattazione, configurata in 14 tempi pieni da 38 ore di esuberi, emerge la posizione di "un coordinatore messo nelle ipotesi di passaggio alla Kcs a 38 ore, che scopriamo poi per caso coordinatore anche di Proges, nella casa domotica di Saint-Marcel – racconta De Belli – ma è anche di Leone Rosso e risulta anche un suo prezioso lavoro come coordinatore di servizio migranti".

"Quindi, in un contesto in cui ci sono persone che rischiano la propria condizione lavorativa, viene messo da parte di Leone Rosso nella lista di persone che devono passare in Kcs questo signore per cui si ipotizzano tre lavori contemporaneamente – continua – inserito nella tabella a 38 ore, anche se stamattina alle 9 scopriamo che lavora già a Leone Rosso a 25 ore".

Poi De Belli cita il caso di una lavoratrice che "sta lavorando a quasi 70 anni, oltre i limiti della Fornero, ancora all'interno dei servizi, oltre ad una con pensione molto vicina". Infine si parla di "dieci-quattordici lavoratrici riqualificate in operatrici socioassistenziali entro l'anno 2016, per le quali – racconta De Belli – abbiamo scoperto che non hanno ancora l'attestato che permette loro il passaggio di qualifica superiore: questo attestato quindi non risulta nel percorso di Leone rosso, ma indovinate un po'? Risulta nel passaggio di consegna a Kcs".

Al di là di questi casi, Dodaro torna poi su un punto per cui si è lamentato ieri anche il sindaco di Aosta Fulvio Centoz: "Nel momento in cui una qualsiasi azienda ha in aspettativa per gravidanza una sua dipendente non assume a tempo indeterminato per la sua sostituzione – sostiene – lì però erano tutti tempi indeterminati, i tempi determinati per sostituire queste maternità non esistono nella pianta organica".

Questi dipendenti ora sono a tempo determinato in Kcs e dovranno lasciare quando torneranno le titolari, anche se Kcs ha concesso per loro una prelazione nel caso, come promesso, il Comune svilupperà altri servizi agli anziani con i fondi del risparmio sull'Iva dalla gara di appalto.

"Ci sono assunzioni a tempo indeterminato nel marzo 2016. – fa sapere Dodaro – Con l'appalto in scadenza uno cerca di gestire, fa un tempo determinato di 5-6 mesi perché non sa cosa succederà dopo, invece se ne assume uno a 38 ore: se io fossi il presidente di questa cooperativa qualche pensiero sul dirigente che gestisce lo farei".

I tre sindacalisti presenti sono poi tornati sulla questione dei 14 tempi pieni di esubero che, a quanto sostenevano martedì sera sarebbe dovuti essere assorbiti metà da Kcs, 5 da Leone rosso e 2 dall'Ati tra La Sorgente, La Libellula e L'Esprit à l'Envers. Il giorno dopo, ieri, le cooperative uscenti avevano sostenuto la non esistenza di nessun accordo, lasciando nell'immediato 11 lavoratori a tempo indeterminato nel limbo.

"Il signor Michel Luboz, direttore del personale di Leone rosso, in piedi a venti centimetri da me, con il computerino portatile rosa sotto il braccio, martedì sera ha affermato di aver accettato di riassorbire gli esuberi – sostiene Dodaro – l'abbiamo fatto rientrare un'altra volta nella sala della riunione per farglielo ripetere". L'accordo è stato verbalizzato da Kcs, ma non prevede nessuna firma, "perché riguarda le aziende", spiegano i sindacalisti.

"Il giorno dopo hanno cominciato ad esserci le prime dichiarazioni in senso contrario", ricorda De Belli. "Questo è riconducibile al fatto che fosse tutto preordinato – sostiene Barbara Abram, Cisl – dentro hanno fatto un certo tipo di affermazione e, dal momento che non hanno posto una firma da nessuna parte, hanno pensato che una volta fuori da quella porta potessero poi dire quello che volevano".

I tre anche su questo punto insistono molto più su Leone rosso che sull'Ati, per via delle maggiori dimensioni: "Una cooperativa sociale della grandezza come quella raggiunta in questi pochi anni che non riesce a riassorbire quei pochi numeri – ricapitola Dodaro – e nel momento in cui fatturava le ore di assistenza al Comune, dove prendeva le risorse per poter pagare tutti questi dipendenti ad oggi risultanti in esubero, senza battere ciglio?".

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