Ormai “il dado è tratto” e non si torna indietro. Anzi si va avanti, anche se al momento si contano più i “nemici” che non i potenziali alleati.
La situazione, peculiare, è quella che sta vivendo Fulvio Centoz, Sindaco di Aosta, autoricandidatosi qualche mese fa a succedere a se stesso, a caccia di una maggioranza che al momento non c’è e che anzi sembra averlo scaricato.
La solitudine dei Primi cittadini
Tutti i suoi attuali alleati di governo, Union Valdôtaine e Stella Alpina, nonché quella Rete civica che ha recentemente ufficializzato la sua volontà di correre per il doppio appuntamento elettorale primaverile con il Partito democratico, chiedono a gran voce “discontinuità” nel Comune di Aosta e nella fattispecie nella figura del Sindaco.
Almeno questo è quanto emerge dagli “spifferi” sulle prime riunioni politiche che hanno per oggetto il futuro in piazza Chanoux”.
Lui non recede: “Mi chiedono ‘discontinuità’ nelle figure di vertice – spiega Centoz -, si parla di nomi e di persone invece di parlare di contenuti. Io avevo lanciato l’idea delle primarie per il Sindaco e nessuno ha detto nulla, poi mi sono pubblicamente ricandidato a dicembre e nessuno ha detto una parola”.
Certo non aiutano le Elezioni regionali, che stanno impegnando i movimenti a compilare le loro liste, e proprio sulla Regione Centoz punta il dito: “Mi sembra che ci siano poche idee e confuse – spiega -. Si chiede discontinuità ma non si spiega il perché, mentre io credo di aver dimostrato sempre un certo tipo di coerenza. Mi chiedo che senso abbia non appoggiare chi in questi anni ha tenuto in piedi il Comune di Aosta, che peraltro ha evitato un commissariamento. Forse la discontinuità sarebbe da cercare in Consiglio regionale, dove fatti i distinguo del caso potrebbero ricandidarsi tutti gli uscenti”.
Quindi? “Quindi io vado avanti” chiude il Sindaco, a caccia di una trattativa che potrebbe essere finita prima ancora di cominciare.
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Centoz come Cognetta, si autocandidano ma nessuno li vuol sostenere.
La solitudine degli autoreferenziali.