Condanna Rollandin, tra Uv e Pnv è “Guerra Fredda”

Non sono andate giù al Comité Fédéral unionista le parole di Fosson che prendeva le distanze da Rollandin. A lui ricordano che è diventato Presidente anche grazie ai voti del "Mouvement", a Pnv rispondono duramente ricordando che La Torre "è stato uno dei primi consiglieri regionali a sperimentare la Legge Severino".
Politica

È “Guerra Fredda” tra l’Union Valdôtaine e Pour Notre Vallée, e nella fattispecie con il Presidente della Regione – in quota Pnv – Antonio Fosson ed il Coordinatore Fabio Gradi.

Galeotte furono le dichiarazioni sulla fresca condanna ad Augusto Rollandin prima del Capo dell’Esecutivo – che venerdì in conferenza stampa prendeva le distanze da “ogni atteggiamento e cultura legati a qualsiasi tipo e modalità di corruzione” –, poi quelle del Coordinatore Fabio Gradi che giusto sabato scorso ricordava come “furono proprio i Consiglieri Fosson e Restano a manifestare già a partire dall’ottobre 2016 le proprie riserve sulle modalità decisionali dell’ex Presidente della Giunta Regionale”.

 Il Comité Fédéral dell’Uv non ci sta. Di principio prende atto “con estremo stupore delle dichiarazioni fatte dal Coordinamento di Pour Notre Vallée”, per poi passare al contrattacco.

Anzitutto tirando per la giacchetta Fosson: “Lascia perlomeno stupiti – scrive il Comité – il fatto che a strumentalizzare una condanna di un consigliere regionale, sia il movimento che esprime il Presidente della Giunta regionale, tanto più se questo stesso Presidente è stato eletto grazie anche al voto del gruppo consigliare dell’Union Valdôtaine”.

Ma l’attacco, già non particolarmente sibillino, si fa ancora più esplicito e punta l’altro “bersaglio grosso”, Leonardo La Torre: “In momenti difficili per la politica valdostana come quelli che stiamo vivendo, non riteniamo sia opportuno strumentalizzare eventi che attengono alla responsabilità personale del singolo, per di più per una condanna di primo grado, che quantomeno presupporrebbe una presunzione di innocenza, per mettere in cattiva luce un intero movimento, che peraltro sta cercando di rinnovarsi nei metodi e nei modi di approcciarsi alla discussione politica, tanto più se le allusioni arrivano da un movimento il cui deus ex machina è stato uno dei primi consiglieri regionali a sperimentare la Legge Severino per poi essere condannato in via definitiva per finanziamenti illeciti al partito (di allora)”.

Chiusa dura. La “ferita” della creazione di Pnv, nata da un’ennesima “costola” di fuorisciti unionisti, fa ancora male: “Il vero rinnovamento della politica si può solo fare attraverso i partiti ed i movimenti – chiude il Comité –, quindi attraverso le idee e le persone, di conseguenza non è fondando un nuovo movimento che si può rivendicare una rinnovata verginità politica”.

0 risposte

  1. Macché guerra fredda ..questi ci prendono in giro. Tutti d’accordo per NON ANDARE ad elezioni. Quanto mi piacerebbe una folla di qualche migliaio di cittadini stufi davanti palazzo regionale a urlare BASTA ..

  2. … ma neanche continuando a mettere ai vertici del movimento il vecchio pur proclamando di volere il rinnovamento! Sono semplicemente patetici!

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