Coronavirus, la politica chiede tamponi a tappeto

L'obiettivo - spiegano in tre comunicazioni distinte Rini, Rete civica e Mouv' - è quello di intercettare gli asintomatici. Il "no" dei sanitari: si rischia di intasare le strutture e avere falsi negativi.
Microscopio esame virus
Politica

Tamponi a tappeto, in modo da poter individuare gli asintomatici e fermare la crescita dell’epidemia di Covid-19.

La richiesta arriva da tre aree politiche ben distinte, ma quasi all’unisono.

A partire dalla Presidente del Consiglio Valle e coordinatrice regionale di Forza Italia Emily Rini che giusto un paio di giorni fa, via social, scriveva di appoggiare la linea del Governatore del Veneto Luca Zaia: “Credo sia fondamentale, per bloccare la diffusione del virus, identificare il più precocemente possibile il più alto numero di soggetti asintomatici positivi. Questa considerazione nasce dalle risultanze dello studio fatto sui 3000 abitanti di Vò Euganeo, e commentato dal Prof. di immunologia Sergio Romagnani, da cui risulta che il 50/75% degli infetti è asintomatico. Per questo, visto anche il contenuto numero di abitanti della nostra regione, perché non sperimentare questa strada?”.

Ipotesi ventilata anche dalle parti di Rete civica, che in una nota chiede: “che vengano effettuati i tamponi a tutti gli operatori sanitari, almeno a coloro che lavorano in ospedale, secondo le indicazioni che sono state formulate da molti virologi e che sono state adottate in altre realtà, per esempio in alcune zone del Veneto e che sono state proposte anche in Toscana”.

Non solo, il movimento aggiunge: “È opportuno estendere lo screening anche al personale che opera nelle Comunità per Anziani e Disabili. Questo nell’intento di evitare che gli ospedali, e le strutture di assistenza sociale, si trasformino in comunità ad alta densità di contagiati e che medici e infermieri, paradossalmente, non possano essere in condizione di continuare a prestare la loro preziosa opera, ammalandosi o diventando a loro volta propagatori del virus. Occorre fare tutto il possibile per contenere la diffusione della malattia, ad ogni livello, ma soprattutto nelle strutture ospedaliere, perché il rischio è di ritrovarsi in una situazione simile a quella delle province di Bergamo e Brescia”.

Linea di pensiero anche di Mouv’, che spiega che “l’emergenza incalza e rischia di travolgerci. Ecco perché bisogna essere sempre più incisivi. In questo senso, ci domandiamo se per fermare il Coronavirus, oltre alle molte misura opportunamente assunte, non si debba intensificare l’azione per trovare i pazienti asintomatici, cioè che non sviluppano i sintomi, perché sono quelli che più favoriscono il contagio. La Valle d’Aosta si presta ad una campagna di profilassi attraverso un uso massiccio dei tamponi che individuino i malati ed quanto si è già cominciato a fare in alcune Regioni. Siamo un’area test ideale per una ricerca epidemiologica utile per contrastare la malattia e bisogna segnalare questa opportunità alle autorità italiane ed europee”.

I problemi degli esami “a tappeto”

Le direttive date ai sanitari, però, vanno in un’altra direzione ribadita in prima battuta dal dottor Luca Montagnani, coordinatore dell’emergenza, poi da Massimo Di Benedetto, Responsabile del Laboratorio analisi attivato ad Aosta che sta lavorando incessantemente per abbassare il numero dei tamponi in attesa.

Giusto qualche giorno fa, in conferenza stampa, Di Benedetto infatti ribadiva: “Al momento l’Istituto superiore di Sanità ha detto che i tamponi si fanno soltanto alle persone sintomatiche. L’asintomatico va trattato in altra maniera e non c’è bisogno di fare il tampone perché altrimenti intasiamo le strutture”, spiegando anche il pericolo di incappare in “falsi negativi” ad un tampone che sarebbe potuto risultare positivo a sintomi sopraggiunti.

Ieri, essendo le richieste di tamponi per tutti sempre più pressanti, è toccato invece al dottor Pier Eugenio Nebiolo – che dell’Usl è Direttore sanitario – ribadire che la linea prevede che venga sottoposto a tampone solo chi ha già dei sintomi, spiegando come sia il sintomo la spia dell’infezione: “Chi ha avuto contatti con positivi – diceva giusto ieri – deve isolarsi e misurarsi la febbre due volte al giorno”

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