Crisi politica, Pcp: “La politica è stata riportata nelle segrete stanze”

Le due consigliere regionali di Pcp definiscono di "una gravità inaudita" il fatto che il Consiglio regionale non abbia affrontato ieri la crisi politica. "Una ricomposizione che ha al centro le poltrone, non i contenuti". Sul piano rifiuti: "E' mancato un passo molto importante".
Guichardaz e Minelli
Politica

Un consiglio regionale dimezzato, che non ha più un ruolo”, “una politica riportata nelle segrete stanze”. Il giorno dopo l’adunanza dell’Assemblea regionale, dove la crisi politica non è entrata nel dibattito dell’aula, le due consigliere di Progetto Civico Progressista vanno all’attacco.

“Ci sono leggi  come il piano della salute, quella sulle partecipate e quella sul servizio idrico integrato portate all’attenzione delle commissioni, che però è da oltre 20 giorni che non vengono convocate” evidenzia Erika Guichardaz.  “Bloccare il lavoro delle commissioni vuole dire bloccare un pezzo importante della programmazione”.

Le due consigliere di Pcp definiscono “paradossale” il fatto che ieri in aula non si sia affrontato il tema della crisi politica. “E’ di una gravità inaudita” prosegue Guichardaz  “Anche perché il Consiglio era stato proprio rinviato per permettere la ricomposizione della crisi, al cui centro ci sembra di capire ci sono non gli argomenti, ma le poltrone”.

Nel mirino delle due consigliere regionali finisce anche il presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin, accusato di “totale assenza di autorità”. Il riferimento è all’ennesimo attacco sferzato ieri dal capogruppo Uv Aurelio Marguerettaz contro Minelli e Guichardaz, a seguito delle comunicazioni del Presidente della Regione che dava atto della decisione della Consulta di annullare la sentenza della Corte dei Conti sul Casinò. “Abbiamo assistito a parole arroganti. L’istituzione del Consiglio regionale così viene mortificata e io ho grande rispetto per quell’istituzione per mettermi allo stesso livello di chi pensa di essere in un bar di Bosses. Peraltro voglio ricordare che non è stato solo Pcp a non aver votato il ricorso alla Corte costituzionale, ma quell’altra parte ieri è stata nel completo silenzio.”

L’astensione al piano rifiuti

Nella seduta di ieri la maggioranza a 18 ha approvato il piano regionale rifiuti e il relativo disegno di legge, frutto di un lavoro di confronto fra gli articolati depositati da Pcp e dalla Giunta regionale.
Il gruppo consiliare si è astenuta nella votazione perché “nonostante alcuni miglioramenti, che siamo riusciti ad introdurre in legge, è mancato un passo molto importante”. Il riferimento di Chiara Minelli è all’emendamento presentato da Pcp e bocciato “che chiariva chi deve attivare la verifica di conformità se in quali tempi sulle discariche di rifiuti speciali”. La proposta di Pcp era una verifica d’ufficio da parte della Regione sulla coerenza delle discariche di Chalamy e Pompiod con le norme imperative nazionali e di coerenza con il nuovo piano regionale rifiuti, da effettuare in 120 giorni.
Fra le altre criticità sollevate da Pcp: la scelta di rimandare l’attivazione dell’Ato unico e l’assenza di una tempistica stringente sulla tariffa puntuale.

“La necessità di approvare questo piano, peraltro in ritardo di più di un anno, era perché si rischiava di perdere i finanziamenti statali del Pnrr” evidenza Minelli. “Una vicenda emblematica di un situazione politica in cui emerge con evidenza la carenza di una guida. Il piano, così come la leggera, erano frutto di un lavoro tecnico, dove la politica non aveva dato degli orientamenti. Questo è il modo in cui funziona l’amministrazione, non c’è programmazione e manca lungimiranza”.

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