I consiglieri comunali di Aosta lasciano Alpe, non va giù l’accordo in ballo con la Lega in Regione

Il gruppo consiliare di Aosta di Alpe lascia il movimento. Ad annunciarlo sono i tre consiglieri Sartore, Lamastra e Fedi: "Non abbiamo nulla a che spartire con la Lega". Parole dure anche per gli ex compagni: "la fine del progetto politico originario".
Il gruppo Rete Civica in Comune ad Aosta. Da sx Lamastra, Sartore e Fedi
Politica

In blocco, il gruppo consiliare di Aosta di Alpe lascia il movimento. Ad annunciarlo sono i tre consiglieri Loris Sartore, Giuliana Lamastra e Gianpaolo Fedi che in una nota puntano il dito contro le consultazioni di queste settimane per la formazione di una maggioranza in Regione.

“Pietra dello scandalo”, i rapporti che il Galletto sta intessendo con una forza politica in particolare, definiti dal direttivo riunitosi il 14 giugno: “L'organismo direttivo del movimento ha quindi deciso di proseguire l'intesa tra ALPE, Mouv, SA+PNV+AC ricercando un accordo con la Lega pur con un'apertura ad altre forze per la formazione di un governo regionale. Il gruppo comunale di Aosta non condivide tale scelta e la ritiene un grave errore politico in quanto la Lega rappresenta l’antitesi del pensiero politico e dei principi a cui si è sempre ispirata la nostra azione politica e amministrativa”.

Parole non tenere, che si accompagnano ad altre considerazioni: “Una forza, la Lega, organicamente alleata, a livello nazionale, con il centro-destra – prosegue la nota dei tre consiglieri comunali –, una forza che strizza l’occhio a forze neofasciste come Casapound avendone ospitato esponenti nelle proprie liste, uno dei quali si accinge ad entrare nel Consiglio comunale di Aosta, Città medaglia d’oro per la Resistenza. Una forza che, sia a livello nazionale, sia a livello locale, non ci ha risparmiato le sue posizioni razziste, omofobe e intolleranti nei confronti dei più deboli, degli emarginati e degli sfruttati. Non abbiamo nulla a che spartire con loro e con quelle forze di questa futura eventuale coalizione che hanno contribuito allo sfascio della Valle d'Aosta avendo sostenuto il sistema marcio e corrotto retto dall'Union Valdôtaine”.

Alpe perde un altro pezzo, dopo il risultato non entusiasmante delle Regionali, ma forse perde qualcosa in più, stando ai tre consiglieri del Capoluogo: “La scelta fatta dal movimento sancisce la fine del progetto politico originario di Alpe – si chiude la nota – rimasto incompiuto ed a questo punto definitivamente affossato. Riteniamo quindi conclusa la nostra esperienza all’interno di Alpe e facciamo appello a tutti coloro che condividono questa posizione a sostenerla assicurando che il gruppo consiliare continuerà ad operare in questa direzione per costruire un progetto alternativo per il governo della Città di Aosta e per i prossimi appuntamenti elettorali”.

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