Il Comune di Aosta istituirà una Consulta per la parità e la non discriminazione

Oggi il primo passo con l'audizione in Commissione di Non una di meno VdA, Dora – Donne in Valle d’Aosta, il Centro donne contro la violenza di Aosta e Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA. L'obiettivo è quello di arrivare alla formazione del nuovo organismo entro il Consiglio del 24 e 25 novembre.
Piazza Chanoux, Aosta
Politica

Il Comune di Aosta, entro il mese di novembre, si doterà di una Consulta per la parità e la non discriminazione. Anche se, con tutta, probabilità, non sarà questo il nome del nuovo organismo.

L’atto di questo percorso è stata la terza Commissione consiliare permanenteServizi alla persona” di questa mattina, dove il Presidente Paolo Tripodi ha spiegato: “La volontà, come fatto da altri Enti locali, è quella di istituire un organo consultivo per il lavoro del Comune di Aosta. Da oggi diamo il via ad una serie di incontri per discutere con tutte le associazioni per scrivere un regolamento con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini ai valori della pari opportunità e della non discriminazione ma che sia anche di ausilio, con una funzione propositiva all’Amministrazione”.

A tracciare la linea è invece l’Assessora alle Politiche sociali Clotilde Forcellati: “Comincia oggi un iter che parte da chi è responsabile politicamente delle azioni dell’Amministrazione comunale e che vogliamo condividere con una serie di audizioni che devono portarci il 17 novembre a deliberare in Giunta l’istituzione della Consulta e, nelle sedute del 24 e 25 novembre, all’approvazione in Consiglio comunale”.

Dalla Commissione emerge anche una prima idea della composizione della nascente Consulta, formata dall’Assessora alle Politiche sociali, il Presidente della “terza”, sei consiglieri comunali – tre di maggioranza e altrettanti di opposizione e tutti i rappresentanti delle associazioni locali di volontariato, promozione sociale, culturale e sportiva che operano nell’ambito della parità e della non discriminazione e che abbiano questa attenzione dichiarata in Statuto.

Una struttura “aperta” – o di “democrazia partecipata”, come riecheggiato spesso durante la riunione – dalla struttura flessibile, che duri fino a fine consiliatura con almeno due adunanze l’anno.

Le audizioni

Le prima audizioni, questa mattina, hanno coinvolto associazioni in prima linea sulla parità di genere: Non una di meno Valle d’Aosta, Dora – Donne in Valle d’Aosta, il Centro donne contro la violenza di Aosta e Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA.

Da tutti sono arrivate suggestioni, impressioni, consigli e richieste per un nuovo organismo che, a detta di Forcellati, dovrà “lavorare su azioni concrete”.

Alcuni spunti sono andati verso la sostanza: “Quando si parla di genere e orientamento manca la temutissima identità di genere, che inserirebbe anche le persone trans, quelle più colpite da discriminazioni anche in ambito lavorativo”, ha spiegato Giulio Gasperini di Arcigay.

Giacinta Prisant, Dora, ha invece rimarcato che “tra i soggetti interessati aggiungerei anche gli organismi economici, dato che si parla di lavoro e pari opportunità. Coinvolgerli nella Consulta in qualche maniera li può spingere a partecipare di più”. Prisant che ha chiesto più incontri rispetto agli almeno due annui inizialmente previsti, ma anche altro: “Nelle istituzioni, visti gli ultimi avvenimenti, farei un riferimento al Fascismo. Non vorrei che in Consulta chiedesse di partecipare un’associazione neofascista, che mi sembra contrasti con gli obiettivi”.

Per i Centro donne interviene invece Anna Ventriglia: “Nella parte riguardo la violenza sulle donne vorrei capire se si ricomprende anche la parte legata alla prevenzione. È vero che accompagniamo le donne nel percorso di uscita dalla violenza, ma è importante sensibilizzare e fare azioni di educazione culturale anche nelle scuole”.

Diverse perplessità, invece, sono state sollevate da Non una di meno. “La parità mi ricorda una partita di calcio, almeno ‘di genere’ dovrebbe essere indicato, anche se so che di questi tempi crea qualche malumore. Sulla bozza di regolamento manca il punto che dice che la violenza sulle donne sia maschile. Una Commissione e una Consulta non sono sinceramente sufficienti e non rispondono al nostro percorso”, ha spiegato Michelina Cottone.

“Il sistema delle consulte è un sistema degli anni ’80, e non mi pare abbiano ottenuti grandi risultati. Quella regionale giace defunta da anni – ha aggiunto Viviana Rosi –. Chiederei al Comune di interrogarsi. Ripetere ora qualcosa fatto tanti anni fa non è interessante per la cittadinanza. Forse sarebbe più interessante avere un tavolo aperto con realtà vive e viventi della società civile. Precludere con regolamenti, che una Consulta per forza deve avere, non serve”.

Valutazioni che, però, non chiudono una porta: “Portiamo con anche la voce di molte persone giovani – ha concluso Rosi –. Crediamo che questo possa essere utile anche ad un’Amministrazione perché le giovani donne ed i giovani uomini spesso non hanno dialogo, per decisione loro, con le istituzioni”.

I prossimi incontri

In attesa dei suggerimenti che le associazioni manderanno ora in Comune dopo il primo approccio, si delinea il calendario delle prossime audizioni. La settimana prossima, a far sentire la propria voce nell’aula consiliare saranno Zonta Club, Soroptimist, il Tavolo di lavoro interordinistico sulle Pari Opportunità, Confcommercio, Confartigianato e Confindustria, seguiti da Uniendo Raices, Associazione Viola e l’Associazione Disabili Valle d’Aosta.

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