Inchiesta vaccini, il Presidente Alberto Bertin sotto il fuoco incrociato

Bertin: "Non ho ricevuto nulla dall'autorità giudiziaria". Aggravi e Baccega: "Si comporti di conseguenza". Volano ancora gli stracci in Pcp.
Alberto Bertin
Politica

L’inchiesta sui vaccini che vede indagato il Presidente del Consiglio Valle per false informazioni al Pm irrompe in aula. Se Bertin si limita a liquidare la vicenda in poche parole, dai banchi di maggioranza e minoranza non c’è nessuna voglia di lasciar correre. Anzi. Il Presidente del Consiglio Valle si trova al centro di un fuoco incrociato.

Nelle comunicazioni Alberto Bertin spiega di aver appreso dai giornali “che ci sarebbe un procedimento nei miei confronti” e di non aver ricevuto nulla dall’autorità giudiziaria. Poi ribadisce quanto dichiarato all’indomani della notizia sull’indagine a suo carico. “Il Consiglio regionale non ha competenza” e “l’Ufficio di Presidenza non ha assunto alcuna deliberazione riguardo alla campagna vaccinale. Chi dice o scrive il contrario si sbaglia. Sono fiducioso che l’Autorità giudiziaria farà chiarezza in tempi brevi sulla questione.”

Parole che assieme a quelle sul nuovo capogruppo di Progetto civico progressista Paolo Cretier scatenano gli attacchi.
“Parafrasando quando da lei affermato nel marzo 2019, valuti Lei se è opportuno che, chi in vari modi è coinvolto in vicende poco chiare, occupi un posto come quello di Presidente del Consiglio Valle che ha una valenza di rappresentanza dell’Assemblea tutta” l’invito di Stefano Aggravi della Lega Vda. Il consigliere del Carroccio non manca poi di riprendere Bertin sulle divisioni in Pcp. “Mi chiedo come possa un garante sottoscrivere una dichiarazione che riguarda l’attività del Consiglio e che lo mette in una posizione  di partigiano sulla scelta rispetto al proprio gruppo”.

A chiedere a Bertin un passo indietro è anche Mauro Baccega, assieme al Presidente del Consiglio Valle uno dei protagonisti della vicenda vaccini. “Lei sa quello che ha fatto e detto, si comporti di conseguenza” scandisce il consigliere di Pour l’Autonomie, che nel marzo scorso fu vaccinato con Luciano Caveri e Paolo Sammaritani  (per tutti e tre i politici la Procura ha chiesto l’archiviazione), “sebbene – dicono le carte dell’inchiesta – non fosse stata ancora avviata la vaccinazione della loro classe d’età”

Baccega ricostruisce quanto avvenuto nei mesi scorsi all’emergere dell’inchiesta. “Quando a fine marzo è iniziata la polemica Lei presidente ha invocato la privacy, delegando a noi assessori e consiglieri l’opportunità o meno di dichiararsi. Uno scaricabarile che fin da subito ci aveva preoccupato”. Pour l’Autonomie non siede nell’ufficio di presidenza. “Per questo vengo a parlare con Lei delle indagini in corso. Mi dice che avrebbe chiarito tutto, poi scopro di essere indagato.” prosegue Baccega. “Lei con il suo comportamento mi ha messo nei guai”. 

Si limita invece a ribadire quanto emerso nelle carte dell’inchiesta l’Assessore Luciano Caveri. “Nel mese di giugno ho chiesto di incontrare i pubblici ministeri che seguivano la vicenda vaccini, perché da tempo girava voce di questa indagine che mi vedeva coinvolto. Durante il mio interrogatorio abbiamo appreso delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, in contrasto con quanto noi stavamo provando”. Il riferimento è agli  screenshot di alcuni scambi di messaggi con Bertin portati agli inquirenti dall’Assessore.

Dai vaccini alle divisioni in Progetto civico progressista

A rendere incandescente l’aula questa mattina sono anche gli stracci che volano in casa di Progetto Civico Progressista.
Erika Guichardaz e Chiara Minelli ribadiscono l’illegittimità della designazione del nuovo capogruppo. “Forzature e nuove prassi fatte con l’avvallo di un presidente che dovrebbe essere un garante” evidenza la consigliera Guichardaz che non nasconde “le divisioni del gruppo. Ci sono perché alcuni pur di salvaguardare l’alleanza con gli autonomisti sono disponibili ad accettare tutto”. Rinnova l’invito arrivato dal Tavolo di coordinamento di Pcp Chiara Minelli:  “Chi non si riconosce in Pcp e nella sua struttura dovrebbe semplicemente cercarsi un’altra casa”.

Alle due consigliere risponde il vice capogruppo Andrea Padovani. “All’inizio il Capogruppo è stato scelto su logiche spartitorie, ma è evidente che questa scelta non ha funzionato. Questa è una sconfitta di tutti, anche mia, e in qualche modo bisognava cambiare. Delle nostre miserie non parlerò perché quest’Aula deve essere tenuta fuori da questo: qui dobbiamo parlare delle cose da fare per la Valle d’Aosta.”

Nella lite fra i componenti di Pcp si inserisce Aurelio Marguerettaz per tornare a chiedere alle due consigliere Guichardaz e Minelli “dove si collocano, in maggioranza o in minoranza?“. Scontata la risposta di Minelli: “Aspettiamo la verifica di maggioranza”.

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