Lanièce: “Continui l’intervento statale per scongiurare l’aumento delle bollette”

A chiederlo, a Palazzo Madama, il senatore valdostano durante la discussione della risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni di Draghi. Lanièce ha chiesto anche attenzione al "nodo" delle concessioni ed il coinvolgimento dei comuni nelle azioni del PNRR.
Il senatore valdostano Albert Lanièce in aula
Politica

La risoluzione legata alle comunicazioni del Presidente Mario Draghi in vista del prossimo Consiglio Europeo, presentata da tutte le forze di maggioranza, è stata approvata dal Senato con 200 voti a favore, 22 contrari e 3 astenuti.

Tra i favorevoli anche il senatore valdostano, in quota Uv, Albert Lanièce, che chiede al Governo impegni precisi. Nei confronti delle regioni e nei rapporti con l’Europa.

A partire dalla “stangata” sulle bollette di gas e luce. Lanièce si rivolge direttamente a Draghi: “È difficile immaginare che dopo la crisi sanitaria il mondo sarebbe stato sull’orlo di una crisi energetica, siamo in una strettoia dalla quale bisogna uscire senza scorciatoie o adagiandosi su quella propaganda che fa delle politiche di transizione ambientale la causa dell’aumento dei costi. Innanzitutto, è necessario che continui l’intervento statale per scongiurare l’aumento dei costi delle bollette per le famiglie e per le imprese che intaccherebbe la ripresa e la crescita economica. Serve anche un maggior coordinamento europeo, non solo sugli obiettivi ma anche sulla legislazione per lo sviluppo delle rinnovabili”.

Il “nodo” delle concessioni

L’Europa è al centro di un altro “nodo” da sciogliere: “Noi rappresentiamo territori come la Valle d’Aosta o la Provincia autonoma di Bolzano tra i principali produttori di energia idroelettrica, pulita e rinnovabile per definizione – prosegue il senatore –, ma non nascondiamo che siamo preoccupati riguardo il problema del rinnovo delle concessioni. In particolare, si avverte la mancanza di una normativa europea che omogenizzi le varie discipline soprattutto in merito alla durata delle concessioni. Questo genera delle disparità e ci pone all’attenzione dei grandi gruppi stranieri il cui interesse non sempre coincide con quello nazionale”.

Un PNRR (anche) a misura locale

Discorso, questo, che si collega direttamente alle possibilità del Piano nazionale di ripresa e resilienza. O, meglio ancora, a come questo andrebbe tarato.

Lanièce spiega: “Gli Enti locali son gli unici che, sui grandi interventi infrastrutturali, abbiano la sensibilità e la conoscenza dei territori tali da sviluppare iniziative che incidano sulla vita dei cittadini rispetto alle sei grandi missioni del piano. Per questo, bisogna mettere in condizione i comuni più piccoli di sviluppare e attuare progetti di rigenerazione urbana come prevede il PNRR. Su tutti i fronti serve coniugare la dimensione globale e quella locale, unica strada per rendere concrete le visioni e non isolare il particolare, rendendolo così l’elemento di un disegno strategico”.

Poi la chiusa del senatore, che riporta a ricordi annosi, coda di un’altra crisi peraltro mai esauritasi: “Il prossimo banco di prova ora è la riscrittura di regole comuni, perché sarebbe impensabile tornare ai vincoli del Patto di Stabilità”.

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