Misure anticrisi, 90mila euro in più per il contrasto alla violenza sulle donne

A spiegarlo è la consigliera di Adu VdA Daria Pulz, che ha presentato un emendamento al ddl 60 assieme alla collega di Rete Civica Chiara Minelli, per l'aumento delle risorse destinate alle misure di prevenzione della violenza domestica e di presa in carico delle donne maltrattate.
Consiglio Regionale Daria Pulz
Politica

“A dispetto dello stallo istituzionale, aumentano le risorse per il contrasto alla violenza sulle donne”.

A spiegarlo è la consigliera regionale di Adu VdA Daria Pulz, che ha proposto un emendamento alla terza legge regionale di misure per contrastare gli effetti dell’emergenza da Covid-19 per l’aumento di 90mila euro dello stanziamento destinato alle misure di prevenzione della violenza domestica e di presa in carico delle donne maltrattate, soprattutto per creare nuovi spazi di accoglienza nelle case rifugio.

La proposta, sostenuta anche dalla consigliera Chiara Minelli (Rete Civica), è stata accolta all’unanimità dal Consiglio regionale nella seduta dello scorso 29 giugno. 

“Per le donne che subiscono violenza in famiglia – spiega ancora Pulz –, il lockdown ha significato rimanere chiuse in casa con il proprio aguzzino e, paradossalmente, per disposizione di legge. Le associazioni che si occupano di far conoscere e contrastare il fenomeno della violenza di genere, già drammatico e allarmante in tempi ‘normali’, riferiscono di un aumento dei crimini in famiglia del 30% a fronte di una diminuzione di tutti gli altri reati. E se è vero che il numero di denunce è, in qualche caso, diminuito, il dato è originato dall’impossibilità di rivolgersi alle forze dell’ordine in un momento in cui anche le strutture sanitarie, tra l’altro, erano sotto stress e tutto il sistema legato alla sicurezza dei cittadini ruotava, necessariamente, intorno al dramma della pandemia in corso”.

“L’accoglimento unanime da parte del Consiglio del nostro emendamento – chiude la consigliera in quota Adu – ci fa ben sperare sull’aumento di una sensibilità diffusa rispetto a un fenomeno che non registra trend negativi da molti anni e che solo tramite il potenziamento delle strutture socio-sanitarie, accompagnato da un diffuso e capillare lavoro culturale e formativo, può essere contrastato e, infine, sconfitto”.

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