Monterosa Ski, Lega e Mouv’ chiedono la “testa” del Presidente Munari

Dopo l’accusa di aver fatto “poco o nulla” per “cercare di migliorare la situazione delle piccole stazioni”, i due movimenti si chiedono "per quali ragioni il signor Munari non si rassegna ad accettare la decisione della proprietà di non rinnovare il mandato dell'attuale Cda".
Politica

Non ha convinto, nelle sei ore di audizione di ieri, il Presidente di Monterosa ski Giorgio Munari, “sfiduciato” de facto dal Consiglio regionale.

Almeno non ha convinto la parte di minoranza formata da Lega e Mouv’, che in una nota si scagliano contro le decisioni prese dall’ex Sindaco di Ayas nella gestione del comprensorio ed esprimono “stupore e sconcerto per le affermazioni fatte dal Presidente”.

Per i due movimenti Munari “ha sostanzialmente negato di aver fatto stabilizzazioni di ben 10 dipendenti dando interpretazioni del tutto personali sul quadro normativo di riferimento e soprattutto andando contro le indicazioni della proprietà, ovvero della Regione, che gli aveva giustamente comunicato le procedure corrette a cui attenersi. Il risultato è che tali stabilizzazioni sono da considerarsi nulle”.

Non solo: “È emerso nel corso dell’audizione – proseguono Lega e Mouv’ – che il sig. Munari si è permesso, tra tutte le altre cose, di gestire un appalto finanziato da soldi pubblici decidendo in totale e assoluta autonomia che il RUP (responsabile unico del procedimento, ovvero l’elemento chiave di qualunque appalto) dovesse formarsi professionalmente grazie a tale appalto. Il risultato ottenuto è che la procedura d’appalto è stata impugnata dalla società seconda classificata che ha vinto il ricorso, condannando la Monterosa Spa a pagare circa 70000 euro di spese legali e ritardando di un anno i lavori da realizzare”.

Il bilancio di Monterosa, un “positivo” con delle zone d’ombra

Anche i risultati positivi del comprensorio, per Lega e Mouv’, hanno delle “zone d’ombra” poco convincenti: “preme sottolineare – scrivono infatti – che tali risultati sono stati ottenuti anche aumentando di molto il costo dei biglietti e che questa operazione non è ripetibile. Nel caso in cui poi gli ingressi dovessero diminuire, questo si ritorcerà contro tutto il comprensorio”.

Dopo l’accusa a Munari di aver fatto “poco o nulla” per “cercare di migliorare la situazione delle piccole stazioni”, i due movimenti chiudono all’attacco: “viene da chiedersi per quali ragioni il signor Munari non si rassegna ad accettare la decisione della proprietà di non rinnovare il mandato dell’attuale Consiglio d’amministrazione. Se tutti i nominati per i quali il Consiglio regionale decide di non rinnovare il mandato avessero un atteggiamento di questo tipo, si genererebbe il caos e il Consiglio perderebbe quel ruolo di indirizzo che sia le norme che i principi di opportunità politica gli attribuiscono”.

O, per meglio dire: “Al prossimo Cda – chiudono Lega e Mouv’ – spetterà il compito di sistemare le questioni create dalla gestione Munari prima che sia troppo tardi”.

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