Niente sci a Natale, i sindaci: “Così si condanna la montagna a una morte certa”

I sindaci valdostani chiedono di "scegliere in base ai dati reali e aggiornati: i numeri attuali non giustificano un lockdown della neve. Non regge il paragone delle vacanze invernali con lo scorso Ferragosto: lo sci in pista non crea assembramenti".
Turisti in seggiovia a Pila
Politica

“Da quando è iniziata l’emergenza la salute dei cittadini è il nostro primo pensiero, ma le serrate indiscriminate al turismo della neve, nel periodo più importante dell’anno, sono drammatiche.” Contro il “no” del Governo Conte alle vacanze sulla neve scendono in campo anche i 74 sindaci valdostani. 

“Così non si salva la vita delle persone, ma si condanna la montagna a una morte certa. C’è una strada per agire diversamente e in sicurezza” sottolinea Franco Manes, presidente del Celva, a nome di tutti i primi cittadini valdostani.

“Aver dovuto prendersi carico per mesi decisioni anche scomode varrà ora qualcosa. Stiamo lavorando da mesi per preparare una partenza responsabile della stagione invernale, poi la doccia gelata delle intenzioni del Governo. Dopo i primi annunci indiscriminati del Presidente del Consiglio Conte ci siamo confrontanti fra noi amministratori per avere il peso dei territori – prosegue il Presidente del Celva – . Condividiamo tutte le preoccupazioni degli operatori della neve e dell’indotto e le rilanciamo con una nuova agenda di proposte”.

I sindaci valdostani chiedono di “scegliere in base ai dati reali e aggiornati: i numeri attuali non giustificano un lockdown della neve. Non regge il paragone delle vacanze invernali con lo scorso Ferragosto: lo sci in pista non crea assembramenti”. La proposta è di mettere poi in pratica i “protocolli di sicurezza per le situazioni a rischio che il CTS potrà indicare, e che tutti noi seguiremo rigorosamente, assieme allo distanziamento, alle mascherine, all’igienizzazione delle mani. Prevediamo poi un riesame frequente dei numeri dell’epidemia e valutiamo in base ad essi degli eventuali correttivi”.

L’invito è poi a ragionare in termini di solidarietà europea. “Se facciamo parte di una macroregione alpina non a giorni alterni,  – prosegue Manes – questo deve essere lo stimolo a farci agire in maniera coordinata, con le stesse regole, garantendo le medesime aperture su tutto l’arco delle Alpi, senza discrepanze nazionali né geografiche”.

E se chiusura sarà, i sindaci sono concordi nel dire che serve “un piano consistente di adeguati e urgenti ristori economici” per le società degli impianti di risalita, alberghi, ristoranti e bar, esercenti di attività commerciali al dettaglio,professionisti della neve. “Niente turismo invernale significa annientare le eccellenze territoriali e i piccoli Comuni alpini, la Valle d’Aosta ne ha ben 73 sotto i 5mila abitanti”.

I sindaci, infine, sollecitano il Governo regionale ad a proseguire l’azione portata avanti e chiedono all’Anci, attraverso il suo presidente Decaro “a evidenziare come le soluzioni prospettate possano determinare la definitiva morte dei piccoli Comuni che sono situati in aree marginali. Non è possibile un’Italia a due velocità, con regioni di serie A e di serie B. Come ha detto il Presidente della Repubblica, serve unità di intenti e di lavoro da parte di tutte le istituzioni e i cittadini, il nemico comune è il Covid.”

0 risposte

  1. Senza i turisti la Valle muore? Ma i turisti sono gli stessi appestati che a Marzo (stagione finita e pancia piena) invitavate a lasciare la valle… e ora tappeto rosso??? E no cari amici valdostani imparate il rispetto e forse tra qualche anno mi rivedrete in valle… bye bye per ora

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