A domanda si risponde, e a volte la risposta può non fare piacere. E alla Regione, che ha chiesto – tramite una lettera firmata dalla dirigente dell’Assessorato alle Finanze Stefania Magro e dall’avvocato Riccardo Jans – al Sindaco di Aosta di sgomberare attraverso un’ordinanza contingibile e urgente Palazzo Cogne, la risposta probabilmente non piacerà.
Fulvio Centoz dice “no”, ma non solo, decide di togliersi dalla scarpa più di un sassolino.
Prima la risposta formale, arrivata oggi in Consiglio comunale: “No – spiega il Sindaco in replica alle interrogazioni di Aiello (misto di minoranza), Andrione (Lega) e alla mozione di Carpinello (Altra VdA) –, non intendo ottemperare alla richiesta della Regione. Ieri ho avuto un incontro con il Presidente della Regione e l’Assessore competente, ne abbiamo discusso e stamattina ho scritto loro che non ci sono presupposti giuridici per emanare un’ordinanza contingibile e urgente”.
Poi, si diceva, i “sassolini”: “Sono fermamente e nettamente contrario ad usare lo strumento delle ordinanze per risolvere i problemi di cattiva amministrazione di altri – attacca Centoz –. Con la scelta di chiedermi un’ordinanza la politica regionale si lava le mani del Palazzo Cogne e questo è intollerabile. Devono dare delle risposte a tutti: che cosa hanno intenzione di fare dell’edificio? Perché questo è il vero elemento di contesa. E non si dica che ora il Comune deve attivarsi, come ha fatto furbescamente l’allora assessore Aggravi nel 2018. Non è così che funziona. Se si vogliono trovare soluzioni ci si sedeva ad un tavolo sin dal 2016”.
Non solo: “La domanda – prosegue il Sindaco – è: cosa vuole fare politica regionale di un palazzo di sua proprietà? Il problema, oltre ad aver avuto cinque Presidenti della Regione in pochi anni, è che la politica regionale è incapace di prendere decisioni e noi comuni siamo bloccati per questo. Come nel caso del Ccs Cogne, ma anche per la Scuola polmone che ha determinato chiusura del maneggio”.
E la “carne al fuoco” non è tutta qui: “Tutta una serie di immobili regionali insistono sul Comune, e non si sa che intenzioni abbiano, come per Palazzo Narbonne, l’ex Centrale del latte, la zona F8 (il parcheggio per la telecabina di Pila, ndr.) ed il Maria Adelaide. Continuiamo a chiedere cosa vogliano fare da anni e nessuno si prende la responsabilità di una scelta giusta o sbagliata che sia”.
Questione che tocca, e non marginalmente, un altro dei “nodi” più complessi per l’Amministrazione regionale: “Lo stesso discorso – chiude Centoz – vale per la tratta ferroviaria: continuerà verso l’Alta Valle? No? Si può aprire un passaggio a raso per entrare ad Aosta? Rimarrà indefinita nel tempo? Questi sono problemi che stanno determinando delle difficoltà insormontabili per gli Enti locali e, in primis, al Comune di Aosta”.