“Il DEFR degli ‘autonomisti’ e del PD supera a destra il governo Meloni”

A sostenerlo è Valle d'Aosta Aperta, un paio di giorni dopo il voto del bilancio in aula.
Consiglio Regionale 27 settembre
Politica

“La maggioranza composta dagli autonomisti della “réunion” e dai finti progressisti del PD ha votato un DEFR (il più importante strumento di programmazione finanziaria) che prende le distanze dal PD della segretaria Schlein, rimanda molte scelte al governo Meloni e avvia percorsi in aperto contrasto con le politiche progressiste degli ultimi 30 anni”. A sostenerlo è Valle d’Aosta Aperta, un paio di giorni dopo il voto del bilancio in aula.

“Le politiche sociali sono completamente abbandonate in attesa che il governo centrale attivi misure di contrasto alla povertà e intervenga sul salario minimo, proprio il contrario della visione autonomista e del PD nazionale che sul salario minimo raccoglie firme. In Valle intanto continuano gli sfratti e ci sono lavoratrici e lavoratori che percepiscono 7€ lordi l’ora o che hanno orari di lavoro ridottissimi che non consentono una vita dignitosa. Rispetto alla sanità si tira dritto con il progetto di ampliamento del Parini, non si forniscono i dati sulle liste d’attesa e sulle agende delle prenotazioni chiuse. I ritardi sono impressionanti e sempre più valdostane e valdostani non possono curarsi”.

Il DEFR, poi, secondo Valle d’Aosta Aperta, “mette nero su bianco l’avvio del collegamento intervallivo nel vallone delle Cime Bianche, la volontà di realizzare una seconda canna del Tunnel del Monte Bianco e la possibilità di dedicare l’Aeroporto anche al volo commerciale. Rispetto al personale regionale il documento evita di affrontare il problema della mobilità interna e della mancata valorizzazione dello stesso personale, dimentica l’equiparazione previdenziale promessa al Corpo Forestale Valdostano e ai Vigili del Fuoco Valdostani e prosegue con la volontà di creare un nuovo ente strumentale dedicato ai servizi alla persona attualmente in capo alla Società dei Servizi, senza garanzie per i lavoratori, in aperto contrasto con le rivendicazioni sindacali”.

Infine, per quanto riguarda l’istruzione, “non c’è attenzione e manca completamente una seria programmazione: gli edifici scolastici cadono a pezzi o fanno acqua; i docenti vengono pagati dopo un anno per le attività aggiuntive; il precariato, come le difficoltà delle segreterie delle Istituzioni scolastiche, non viene più nemmeno preso in considerazione e si rimandano le scelte sull’istruzione tecnico-professionale alla riforma statale di destra, nonostante la nostra regione abbia competenza primaria in questa materia”.

PCP sul bilancio regionale: “Poche scelte ed in gran parte non condivisibili”

“Si tratta di un bilancio caratterizzato da una forte componente di ordinaria amministrazione, che contiene poche scelte ed in gran parte non condivisibili”. Questa è la posizione del gruppo consiliare regionale Progetto Civico Progressista, al termine dei tre giorni di dibattito sul Documento di programmazione economico finanziaria, che ha portato al voto contrario.

“Questa maggioranza intende proseguire nel progetto di ampliamento dell’attuale Ospedale risalente al 1942, vuol realizzare la seconda canna al Tunnel del Monte Bianco, pensa a nuove strade in alta montagna e a piste intervallive, intende realizzare un impianto devastante nel vallone di Cime Bianche, è in grave ritardo rispetto all’obiettivo della transizione energetica verso una Valle d’Aosta fossil fuel free”, spiega il gruppo. “Sul piano sociale gravi le carenze di azioni e ostilità anche rispetto a norme di contrasto alla povertà o alla messa a disposizione dei dati sulle liste d’attesa che creano disparità nel diritto alla salute. In diversi settori (istruzione, politiche del lavoro, personale, …) si rinvia ogni scelta a Roma nonostante la competenza primaria della Regione”.

PCP, da parte sua, sostiene di aver cercato di “formulare proposte costruttive rispetto al testo presentato e modifiche migliorative in vari settori presentando 14 ordini del giorno e 10 emendamenti. Sono stati tutti respinti con un atteggiamento di rifiuto tipico di quella politica del NO a prescindere. Una chiara “scelta” che ha visto non solo gli autonomisti cassare in blocco tutte le proposte, ma anche il gruppo FP-PD, che non ha sostenuto la misura del salario minimo (per cui il PD valdostano ha organizzato una raccolta firme!), non ha preso le distanze dall’autonomia differenziata e dalla fallimentare politica per un grande aeroporto commerciale, tema su cui il Presidente Bertin ha costruito buona parte della sua azione politica, in tempi che appaiono lontani anni luce. Una totale chiusura che in realtà è rivelatrice di un atteggiamento difensivo di chi teme il confronto e si dimostra sempre più arrogante e superficiale, insofferente e debole nelle argomentazioni, ripetitivo e monotono nel bollare come ideologica e strumentale l’azione politica che portiamo avanti lavorando con serietà e impegno”.

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