Riaperture delle attività, in previsione gli screening per baristi e ristoratori

A spiegarlo l’Assessore alla Sanità Barmasse: "Si farà lo screening per dare sicurezza agli avventori e a chi lavora nei locali". Intanto l'Assessore all'Istruzione Caveri annuncia i test nel mondo della scuola. Lo screening riguarderà 14mila 668 allievi e 3mila 500 tra insegnanti, bidelli e personale di segreteria.
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Politica

“In base al tipo di attività che vogliamo riaprire, riteniamo opportuno fare uno screening per garantire i servizi e dare maggiore sicurezza sia a chi lavora, sia a chi si reca in qualità di cliente. E questo riguarderà progressivamente tutte le categorie le cui attività verranno riaperte”.

A spiegarlo in conferenza stampa di Giunta, l’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse che – sulla scorta delle riaperture, nella fattispecie di bar e ristoranti, annunciate per mercoledì prossimo dal Presidente Lavevaz – , aggiunge dei dettagli sulla campagna di screening dedicati alle categorie che da mercoledì prossimo potranno riaprire.

Screening per baristi e ristoratori che, prosegue Barmasse, non fa tramontare quello “a tappeto” invocato – e proposto da Alliance Valdôtaine: “Non lo esclude – ha spiegato –, soprattutto prospettiva. Stiamo vagliando quali soluzioni possano essere migliori. I 60mila tamponi arrivati dallo Stato verranno utilizzati, tra i campionamenti nelle varie categorie e un’iniziativa per testare a campione la popolazione. Oltre a questi, ci sono i 20mila circa ordinati prima ancora dall’Azienda sanitaria”.

Per bar e ristoratori, aggiunge l’Assessore: “Si farà lo screening per dare sicurezza agli avventori e a chi lavora nei locali. A meno di sorprese molto significative non verrà determina la non apertura dell’attività, perché ovviamente chi è positivo non potrà aprire”.

Un campionamento sui valdostani

Sugli screening il Presidente Erik Lavevaz precisa: “Un aspetto è quello che si farà delle categorie, ed è una logica che va dietro le aperture delle attività. Partiamo fotografando la situazione, e lo stesso discorso si farà a gennaio sulle scuole e sul resto. Diverso è lo screening sulla popolazione: se sarà come nelle altre regioni, o su tipologie territorialmente diverse lo valuteremo. L’intenzione è quella di farne uno che sia il più utile possibile dal punto di vista sanitario e anche per la profilassi”.

Barmasse aggiunge: “Si pensa di istituire uno screening su un campione rappresentativo della popolazione, per cercare di capire quali attività possano essere tenute aperte. Questo servirà per avere un riferimento diretto e costante della situazione sanitaria, e tramite i tamponi, dell’andamento epidemiologico”.

Lo screening nelle scuole

L’obiettivo è quello di riaprire in sicurezza le scuole superiori il prossimo 7 gennaio. Per questo, oltre al potenziamento dei trasporti – al momento la portata massima consentita è del 50% –  è allo studio dei due assessorati all’istruzione e ai trasporti, si sta programmando uno screening per studenti e docenti.

“Non c’è stato nessun problema con le aperture della seconda e terza media, – ha detto l’Assessore regionale all’istruzione Luciano Caveri – Ora guardiamo al 7 gennaio.”

Lo screening dovrebbe riguardare circa 18mila persone14mila 668 allievi, compresi quelli delle scuole paritarie e 3mila 500 tra insegnanti, bidelli e personale di segreteria, anche qui comprendendo le paritarie.

L’effettuazione del tampone rapido sarà facoltativa, mentre rimane obbligatorio per i docenti quello che serve per uscire dopo il decimo giorno dall’isolamento fiduciario. La Sovrintendente agli studi ha infatti diffuso una nuova circolare per definire i termini dell’obbligatorietà.

“Nel caso in cui non ci si sottoponga al tampone – ha sottolineato Caveri – bisognerà spiegare al dirigente scolastico le ragioni. Se queste non saranno ritenute credibili ci saranno delle sanzioni disciplinari”.

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