Scuola, arriva l’obbligo del tampone per gli insegnanti

La decisione è stata formalizzata in una nota della Sovrintendente agli studi. "L'effettuazione del tampone al decimo giorno da parte del personale scolastico posto in quarantena fiduciaria, come disposto dal Dipartimento di prevenzione, è un'opzione non derogabile". Si lavora al piano trasporti per il rientro in classe delle medie e delle superiori.
Tampone, coronavirus
Politica

“L’effettuazione del tampone al decimo giorno da parte del personale scolastico posto in quarantena fiduciaria, come disposto dal Dipartimento di prevenzione, è un’opzione non derogabile”. E’ quanto si legge in una nota inviata oggi dalla Sovrintendente agli studi Marina Fey ai dirigenti scolastici. La decisione arriva dopo un confronto tenutosi con il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Usl Valle d’Aosta, alla presenza dell’Avvocatura regionale e dell’Assessore all’istruzione. Era stato lo stesso Assessore Caveri, dopo la vicenda della scuola San Francesco, ad incaricare l’Avvocatura regionale di valutare l’obbligatorietà del test.

“Il tampone diventa obbligatorio” spiega Fey “pertanto non sarà più una scelta quella di concludere la quarantena al quattordicesimo giorno”. Resta, invece, facoltativa l’adesione alle campagne di screening promosse dall’Amministrazione regionale; l’ultima si è conclusa domenica scorsa registrando un’adesione del 65%.

Se il risultato del tampone sarà positivo, il personale scolastico “dovrà fornire tempestiva comunicazione al proprio datore di lavoro, al fine di permettere allo stesso di organizzare in modo efficace il servizio didattico-educativo”.

E’ questo uno dei primi punti fermi che accompagnerà il rientro in classe, nelle due date del 9 dicembre (seconde e terze medie) e 7 gennaio (scuole superiori) degli studenti valdostani.

Da mercoledì 9 dicembre saranno circa 2000 gli alunni delle classi seconde e terze medie che abbandoneranno lo schermo per tornare in classe. Nei giorni scorsi è stato somministrato un questionario per riorganizzare i trasporti, che da Dpcm possono avere una capienza del 50%. 

“In base dei dati raccolti in questi giorni stiamo cercando di capire quali linee dovremo potenziare” spiega l’Assessore regionale ai Trasporti Chiara Minelli.

Più difficile da districare il nodo trasporti, per il rientro in aula degli alunni delle scuole superiori. “Eravamo già in allarme con la prima bozza del Dpcm che parlava del 50%, oggi con il 75% diventa un problema grosso, non tanto perché non abbiamo i mezzi, si potrebbero ad esempio utilizzare quelli turistici, ma perché mancano gli autisti”. 

La Sovrintendente agli studi ieri ha incontrato i dirigenti scolastici per iniziare ad affrontare la questione, ma la bozza sul tavolo prevedeva ancora un rientro in aula del 50% degli studenti. “Dovremo rivedere le ipotesi emerse, che erano quelle di scartare l’ingresso scaglionato dei ragazzi, perché non sarebbe stato proficuo né dal punto di vista della didattica né dal punto di vista organizzativo”. Non convince neppure la soluzione dei rientri pomeridiani. “Per chi abita nelle vallate vuol dire rientrare a casa la sera tardi, dopo aver cambiato più linee”.

Come previsto dal nuovo Dpcm la questione sarà affrontata nel tavolo di coordinamento, che vedrà la partecipazione del Cpel, dei dirigenti scolastici, degli Assessori competenti e delle aziende di trasporto pubblico locali.

Nei prossimi giorni verrà sottoposto alle famiglie un nuovo questionario per individuare con precisione le tratte che andranno potenziate.

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