Sviluppo aree interne: candidata l’Unité Mont Cervin, fuori la Grand Combin

Definite le Aree interne valdostane per il periodo di programmazione 2021-2027 e le aree candidate a partecipare alla Strategia nazionale.
Petterle, Caveri e Manes
Politica

Pur essendo il territorio caratterizzato da più elevata fragilità non rientra nei parametri previsti: gli undici comuni della Grand Combin restano fuori dalla Strategia nazionale aree interne 2021 – 2017. Fra i motivi dell’esclusione il mancato raggiungimento dei 10mila abitanti. Dovrebbe rientrare, invece, l’Unité Mont Cervin, candidata dal Governo regionale, per criticità legate alla demografia e al lavoro. Confermate l’Area interna Bassa Valle e la Grand Paradis. La delibera della Giunta regionale con la selezione delle aree interne valdostane è passata oggi all’esame del Celva (parere favorevole a maggioranza, con l’astensione dei comuni della Grand Combin e della Monte Emilius). Ad illustrarla l’Assessore regionale agli Affari europei Luciano Caveri, che ha annunciato interventi compensativi ad hoc per i territori esclusi. 

La strategia nazionale per le aree interne (SNAI) è una politica nata nel 2013, su impulso dell’allora Ministro Barca, che attraverso l‘erogazione di specifici fondi mira a mitigare i processi di spopolamento, attraverso l’adeguamento e il rafforzamento dei servizi pubblici essenziali e la promozione di progetti di sviluppo locale. 

“Fa specie pensare che siamo talmente critici che non riusciamo a raggiungere una massa critica” ironizza il Presidente dell’Unité Grand Combin Marco Calchera. “Tutti stiamo cercando con enormi sacrifici di mantenere quei servizi essenziali, essenzialissimi come le scuole di montagna, che costituiscono un problema che diventerà insormontabile di qui a breve. Chiediamo per questo un impegno a trovare dei correttivi”.

Impegno raccolto dall’Assessore, che annunciando la presentazione a breve dello studio demografico commissionato all’Università Cattolica di Milano, ha manifestato la necessità di riflettere “sulle capacità attrattive dei nostri comuni”, citando l’esempio di chi, come Courmayeur, ha iniziato a proporsi come “smart working village”. 

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