L’assenza che non si può non notare era una, e una soltanto. Gli uni di fronte agli altri, nel Siège Central dell’Union valdôtaine, tra i delegati a cercare di dirimere la matassa politica – il rebus dell’inedita “staffetta” tra presidenti di Regione – il grande assente era proprio l’attuale inquilino del secondo piano di piazza Deffeyes Erik Lavévaz.
Un rapido “vis-à-vis”
Dopo meno di tre quarti d’ora e le parti si separano. Gli unionisti restano al piano superiore, gli alleati si accomodano in una saletta laterale del piano terra. In meno di un’ora, complessivamente, le delegazioni alleate escono. La palla torna nel campo delle segreterie.
Il “perimetro” della maggioranza
La riunione aveva un obiettivo: lanciare ufficialmente il nome di Renzo Testolin presidente della Regione. Usciti gli alleati, gli unionisti si chiudono in un breve “conclave”. All’uscita, la presidente del Mouvement Cristina Machet spiega, partendo dall’aspetto più politico: “Questo passaggio importante è stato fatto per condividere la questione del passaggio di Renzo alla presidenza. Abbiamo ribadito il perimetro della maggioranza a 18 e che, come stabilito nelle passate Commissioni politiche, rimane la volontà di dare rappresentanza a tutte le forze politiche”.
Che, in chiaro, significa dare un assessorato a Claudio Restano, rappresentante di Evolvendo in Consiglio Valle, unica “quota” di maggioranza a non avere un esponente in Giunta regionale.
Perché Testolin presidente?
Se sull’assenza di Lavévaz dalla riunione Machet preferisce non commentare, sulla “staffetta” presidenziale spiega: “Testolin è stato il candidato dell’Union più votato, e nel 2020 non è diventato presidente per una ragione esterna che pendeva su di lui e che ora non c’è più. È un ragionamento fatto anche per correttezza riguardo la rappresentanza democratica ma anche per le sue competenza e capacità. Renzo poteva fare il presidente ma aveva deciso di fare un passo di lato, e abbiamo puntato sull’allora presidente del Mouvement”. Ovvero Lavévaz.
Ma che significato ha questo cambio al vertice della Regione? O meglio, si può leggere come un modo di “sconfessare” due anni di governo Lavévaz? Per Machet non è così: “La ‘staffetta’ non vuole affatto sconfessare questi due anni di Erik. Anzi, l’Uv pensa che abbia lavoro bene. Il ragionamento è basato su un riconoscimento al voto e di dignità”.
Ora è troppo presto per fare previsioni, anche sulla composizione di un nuovo governo: “Oggi l’Union ha comunicato formalmente la sua posizione agli alleati. È stata una riunione operativa e abbiamo ritenuto opportuno che Renzo fosse presente. Gli altri movimenti si prenderanno ora il tempo dovuto. Sulla Giunta il discorso è in divenire, si vedrà anche in base agli equilibri e alle competenze. Ma finora tutte le riunioni fatte sono state costruttive e cordiali, parlando sempre in maniera franca”.
Gli alleati passano la palla alle segreterie
All’uscita, per gli alleati unionisti, parla il coordinatore di Alliance valdôtaine – in rappresentanza, appunto, di Av e VdA Unie/Mouv’ – Albert Chatrian: “Abbiamo chiesto questo incontro per capire il perimetro dell’attuale maggioranza, e l’Union ha confermato essere quello attuale autonomista-progressista”.
Sull’eventuale avvicendamento alla presidenza della Regione Chatrian si tiene abbottonato: “Volevamo sapere quali fossero le decisioni dell’Union sul capo della maggioranza. Non abbiamo avuto grandi risposte. Nei prossimi giorni porteremo le questioni emerse nelle varie segreterie e ci sentiremo nuovamente con la presidente dell’Uv”.
Ma quindi, le motivazioni di questa staffetta? “Poche – dice ancora -. Adesso le porteremo nelle segreterie dei diversi movimenti”.