Corte Costituzionale: legittime le indennità Covid ai lavoratori Usl

La Consulta ha bocciato le questioni di legittimità sollevate dal Consiglio dei Ministri sull'indennità una tantum per i sanitari impegnati nell'emergenza e sull'indennità sanitaria regionale per attrarre medici.
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Sanità

Buone notizie arrivano da Roma per i sanitari impegnati in prima linea nella lotta al Covid. L’indennità sanitaria valdostana per attrarre medici, così come le indennità una tantum per i lavoratori dell’Azienda Usl coinvolti nell’emergenza, previste dalla legge di Assestamento di bilancio approvata dal Consiglio Valle il 13 luglio scorso del 2020 sono legittime. Passa il vaglio della Corte Costituzionale anche  l’indennità una tantum per i lavoratori delle Unités des Communes valdôtaines, del Comune di Aosta, per il personale, regionale e degli enti locali, compreso quello degli Uffici stampa, che abbia prestato a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa presso la struttura Dipartimento Protezione Civile e Vigili del fuoco, nei mesi di marzo e aprile 2020.

“L’esame e la valutazione, sotto tale profilo, delle disposizioni regionali impugnate,   – spiega una nota – devono essere condotti alla luce e nella prospettiva della eccezionale situazione determinata dalla pandemia da Covid-19, della correlata necessità di rafforzare l’offerta sanitaria nella Regione autonoma per fronteggiarne le conseguenze del particolare impegno richiesto nella contingente situazione emergenziale agli operatori dei servizi socio-sanitari e della esigenza di riconoscere ad essi un emolumento speciale e temporalmente delimitato con carattere indennitario e premiale”.

Entrambe le misure, secondo la Corte Costituzionale, “sono coerenti e in linea con quanto disposto dallo stesso legislatore nazionale” secondo cui le Regioni e le Province autonome possono riconoscere, in favore dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale, “un premio, commisurato al servizio effettivamente prestato nel corso dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020″, entro un limite massimo individuale e nel rispetto delle risorse stabilite.

La Consulta ricorda, inoltre, come la Valle d’Aosta provvede a finanziare la propria spesa sanitaria in autonomia e senza oneri a carico del bilancio dello Stato, pertanto “quest’ultimo non ha titolo per dettare, con riguardo al medesimo settore di spesa pubblica, norme di coordinamento finanziario”.

Il ricorso pendente davanti alla Consulta aveva fatto temere una nuova impugnativa da parte del Governo anche sulle recenti indennità integrative per medici e infermieri, in vigore dal 1° gennaio.

Le reazioni alla sentenza

“Siamo felici che sia stata riconosciuta la potestà legislativa di questa regione ad intervenire con norme che sostengano il settore sanitario ed il particolare forniscano il giusto riconoscimento all’attività del personale sanitario ancora impegnato a fronteggiare la pandemia.  – accoglie con soddisfazione la sentenza l’Assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse –  Occorre quindi continuare in questa direzione con disposizioni regionali che intervengano a disciplinare e contestualizzare le norme statali alle nostre peculiarità regionali, nel rispetto delle reciproche competenze e prerogative”.

Soddisfatto anche l’ex Assessore regionale alla Sanità Mauro Baccega. “Non posso che ritenermi estremamente soddisfatto per la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato legittima sia l’indennità sanitaria valdostana varata con l’intento di rendere maggiormente attrattivo il nostro sistema sanitario sia l’indennità una tantum riconosciuta agli operatori in prima linea nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 dell’emergenza Covid-19 in Valle d’Aosta.  – scrive il consigliere regionale di Forza Italia VdA – Si è trattato di una innovazione per certi versi epocale, nella quale ho creduto fortissimamente, e il fatto che oggi la legittimità di tali misure sia stata certificata dalla Consulta, dimostra una volta di più l’importanza di poter contare su interlocuzioni serie, concrete e proficue a Roma, al fine di evitare, laddove possibile, l’impugnativa di leggi regionali da parte dello Stato. Certo è che, sulla base di questa pronuncia, nessun dubbio permane sulla piena legittimità anche di tutti i successivi provvedimenti adottati, del tutto analoghi a quelli proposti dal sottoscritto quando ricopriva la carica di assessore regionale alla sanità, e di questo non posso che felicitarmi”.

Alliance Valdôtaine rileva invece “come simili pronunciamenti non possano che confermare la necessità e l’opportunità di esercitare sempre e comunque, nei limiti della ragionevolezza, le competenze statutarie sulle quali si basa l’autonomia speciale della Valle d’Aosta”.
“Se vi è una lezione da trarre da questa sentenza,  – prosegue la nota del Movimento – è che non bisogna temere di differenziarsi rispetto allo Stato o ad altre Regioni, costituendo la differenziazione il senso più profondo dell’autonomia regionale, nel momento in cui essa serve a soddisfare, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, le necessità reali e accertate dei cittadini valdostani.
Bene ha fatto dunque la Giunta regionale dell’epoca, composta dal Presidente Renzo Testolin e dagli Assessori Chantal Certan, Albert Chatrian, Luigi Bertschy e Mauro Baccega, a costituirsi dinanzi alla Corte costituzionale per difendere le prerogative statutarie della Valle d’Aosta”.

 

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