I giorni attorno a Ferragosto, un afflusso turistico imponente e i lavori di adeguamento in una parte dell’ospedale, da un lato. Dall’altro la carenza di personale – generalizzata –, e una cooperativa da sostituire in pochi giorni. Una “tempesta perfetta“.
Il Pronto Soccorso del “Parini” è andato in “apnea”, come spiega il dottor Stefano Podio, Direttore della Struttura Complessa Medicina e Chirurgia d’accettazione e Urgenza: “In questo momento abbiamo cinque medici in servizio in meno, ma sono due quelli che mancano in pianta organica. Due dottoresse sono via contemporaneamente per gravidanza, un altro medico è stato impiegato al 118 al 100%, per carenze anche del 118 stesso in centrale operativa. E due posti sono quelli a mancare in pianta organica, per i quali uscirà presto il concorso”.
Non solo: “A coprire i turni abbiamo anche una specializzanda di Medicina d’Urgenza, arrivata con l’incarico Covid e che finirà a fine anno. Da gennaio riusciremo ad averla fissa, dato che ha passato il concorso – prosegue Podio –. Siamo stati abbastanza bene fino a gennaio scorso, poi per coprire i turni H24 c’è stata la necessità di attingere alle cooperative. La prima è stata circa due mesi e mezzo, ma il rapporto non è andato a buon fine. Da qualche giorno hanno invece iniziato i medici di una nuova cooperativa”.
In un periodo complicato “perché l’altissimo afflusso turistico si è incrociato con le ferie obbligate minime, niente più che quelle da contratto, con la carenza di personale e con la cooperativa che ci ha mollato il 20 giugno. E non è stato facile trovarne un’altra, che avesse medici idonei e disponibili a venire a Ferragosto. I medici della cooperativa coprono un turno H12 di Pronto Soccorso”.
L’obiettivo è assumere
Il timore è che l’utilizzo di queste cooperative si faccia sempre più necessario. Ed i 23 concorsi banditi dall’Usl – come spiegava il sindacato medico Anaao Assomed VdA – potrebbero non bastare, ed andare addirittura deserti come già nel recente passato. Podio spera diversamente: “L’obiettivo non è certo quello di andare avanti così ma assumere giovani attraverso concorsi”. E non solo per i medici: “Il problema è generalizzato, c’è una carenza grave di infermieri e di Oss. Non solo nel nostro reparto ma proprio in generale, anche perché molti sono più facili da spostare rispetto i medici. Confidiamo però nel concorso nuovo”.
“La carenza di medici è un problema nazionale. In diversi ospedali, ad esempio, si va avanti con le cooperative. Trovare gente che viene ad Aosta è più difficile, gli specialisti sono molto richiesti e trovano un posto subito. Certamente servono incentivi economici e di carriera”.
Il problema dei letti, degli spazi e quello dei turisti
Una catena di eventi legata anche alle liste d’attesa rimaste “inchiodate” per l’emergenza Covid e alla conseguente interruzione di molte attività ambulatoriali.
Il medico spiega: “Il nostro problema è che c’è un ospedale solo, per l’emergenza abbiamo dovuto riconvertire i reparti e l’attività è rallentata. I letti disponibili sono meno anche per questo motivo: eravamo abituati al fatto che i pazienti in area medica senza posto andassero in area chirurgica, ma quei posti sono occupati. Inoltre ci sono i lavori in un reparto – il Day Hospital, ndr. – per un’eventuale quarta ondata Covid”.
Gli spazi stessi del Pronto Soccorso sono quelli che sono, e una delle soluzioni passa per il famoso potenziamento della medicina territoriale: “È stato ristrutturato in un certo modo – prosegue Podio –, più che altro non si possono ampliare. C’è la necessità di avere un ‘filtro’ per evitare gli accessi impropri, sia per l’accoglienza sia in uscita. Molti reparti fanno fatica a dimettere i pazienti per le difficoltà del territorio ad assorbirli. Servono strutture intermedie che facciano da ‘ponte’ con l’ospedale per gli acuti”.
Poi, il periodo, l’affollamento in Pronto Soccorso dovuto anche ai numeri dei turisti: “In questi giorni abbiamo avuto afflussi dalle 150 alle 170 persone al giorno. Le settimane clou sono state quella prima di Ferragosto e questa. Degli ultimi 100 ricoveri fatti, 25 sono pazienti di fuori regione. I primi giorni li abbiamo coperti noi, da adesso c’è il turno aggiuntivo del medico della cooperativa, inizialmente diurno, che ci garantisce anche di tenere aperto il terzo ambulatorio diurno per smaltire le visite e garantire il doppio percorso pulito/sporco”.
La coperta – anche se il flusso turistico è destinato a calare rispetto ai picchi dei giorni scorsi – è quella: “In questo momento, in organico, ci siamo noi, i medici della cooperativa e quelli di altri reparti che hanno fatto turni in Libera professione. Ci hanno permesso di coprire i buchi nei turni, grazie a personale che aveva già lavorato in Pronto Soccorso o in specialità affini”.