Per l’immunità di gregge la Valle cerca di recuperare il ritardo. Mancano quasi 1400 persone

Ad oggi sono 89.059 le persone ad aver ricevuto almeno una dose e 81.715 quelle ad aver chiuso il ciclo vaccinale. Le stime, per l'immunità di comunità, parlano di 90.400 vaccinati circa contro il Covid-19. Il Commissario Usl Uberti: "Siamo leggermente più bassi rispetto alla media nazionale, ma stiamo recuperando".
Il Centro di vaccinazione anti Covid al PalaIndoor di Aosta
Sanità

Un obiettivo a portata di mano che ora sembra invece allontanarsi. La Valle d’Aosta resta indietro, tra le regioni italiane, nella rincorsa verso l’immunità di comunità – nonostante il recupero degli ultimi giorni – che, a stima, si attesta ora sui circa 90mila 400 vaccinati contro il Covid-19 su una platea di 113mila persone potenzialmente vaccinabili. Ovvero, attorno all’80%.

Ad oggi il portale regionale fa segnare 89.059 persone ad aver ricevuto almeno una dose e 81.715 ad aver chiuso il ciclo vaccinale. Si sperava in settembre, ora l’ipotesi più accreditata parla di fine ottobre o di dicembre per arrivare alla soglia dell’immunità.

Facendo una media tra le dosi effettuate, per la Valle si parla del 70,6% dei vaccinati67,89% a ciclo completo –, il che ci rende la peggiore regione d’Italia dopo la Provincia autonoma di Bolzano (66,52% con almeno una dose e il 66,09% a ciclo completo), la Calabria (68,58% e 64,83%) e la Sicilia (68,81% e 64,72%).

Diverse le ragioni di fondo, spiega il Commissario Usl Massimo Uberti: “L’arrivo delle varianti fa ritenere agli esperti che ora serva una copertura percentuale più alta, proprio per la maggiore capacità infettiva del virus. In secondo luogo, avendo aumentato il denominatore per calcolare la percentuale, legato all’allargamento di fascia di età dei vaccinandi, si è di fatto ripartiti da zero”.

Il riferimento è all’ampliamento di platea che vede oggi tra i vaccinabili anche ragazze e ragazzi nella fascia 12/15 anni, dapprima esclusi dalla somministrazione del vaccino: “Siamo leggermente più bassi rispetto alla media nazionale – aggiunge il commissario –. Ora stiamo un po’ recuperando in generale su tutte le fasce, le cose negli ultimi giorni stanno migliorando, e abbiamo un maggior numero di richieste passando da qualche decina di soggetti a cifre che vanno dai 200 ai 300 di vaccinati al giorno”.

Stando al report nazionale del Ministero della Sanità, le percentuali più basse si trovano proprio nella fascia più giovane – quella dai 12 ai 19 anni –, ovvero l’ultima per cui il vaccino è stato approvato. Qui, su una platea di 9.350 persone 4.861 hanno ricevuto entrambe le dosi o la dose unica (pari al 51,99%) e 5.511 (58,94%) hanno ricevuto la prima.

Segue la fascia 30/39 anni, con il 66,38% della platea ad aver ricevuto due dosi o la dose unica (8.286 persone) ed il 71,12% la prima dose (8.877) su 12.482 vaccinabili.

Tra i 40 ed i 49 anni, i dati parlano di un 69,25% che ha chiuso il ciclo vaccinale (quindi con due dosi o con la dose unica), ovvero 11.945 persone sulla platea di 17.249; e di un 71,13% – 12.269 persone – ad aver avuto almeno la prima dose.

L’effetto Green pass

La volontà è quella di continuare nell’opera di moral suasion degli indecisi, anche se i “picchi” di richieste sovente si appaiano ai provvedimenti che arrivano da Roma: “Per capire che evoluzione avrà il tasso di copertura, per avvicinarsi all’immunità di gregge, bisogna capire se i numeri dei vaccinati di questi giorni sarà regolare o meno – spiega ancora Uberti –. Dopo i decreti, gli effetti sono più pesanti, soprattutto per le prime dosi, perché ora riguardano chiunque lavori. Al netto di chi è convintamente contrario alla vaccinazione, mi auguro di poter recuperare chi temporeggia e di vaccinare più persone possibili”.

Opera di convincimento che non si lega più al numero tout court di vaccini a disposizione, dal momento che la Valle d’Aosta ha utilizzato l’87,1% di quelli ad oggi consegnati.

Uberti aggiunge: “È cambiato completamente il quadro. Siamo passati da una fase in cui c’erano poche dosi rispetto alla platea di persone da vaccinare e a chi voleva vaccinarsi. Quindi si sono suddivise le somministrazioni per categorie, oltre a mettere in piedi tutta la macchina organizzativa. Ora siamo nella situazione opposta: i vaccini arrivano, la macchina vaccinale funziona, ma sono cominciati a mancare i volontari. Negli ultimi giorni si è invertita la rotta, ma siamo ancora al di sotto delle potenzialità. Per questo, infatti, abbiamo ridotto gli orari di vaccinazione. Man mano li amplieremo o meno adattando la domanda all’offerta”.

Il vaccino, per il Commissario Usl, resta comunque la soluzione: “Incrociando le dita, si può dire che per ora questa ondata sia stata piuttosto contenuta. È vero che le scuole erano chiuse ma in regione, in compenso, erano presenti molti turisti. L’andamento epidemico è stato molto più circoscritto ed il numero dei ricoveri lo dimostra. Al di là dei ragionamenti scientifici è sotto gli occhi di tutto che qualcosa sia cambiato”.

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