I numeri della campagna vaccinale anti Covid-19 in Valle d’Aosta sono in salita, ma l’Azienda Usl vuole accelerare ancora.
Ieri, in regione, si è toccata la punta delle 1.472 dosi somministrate, ma il Direttore generale Massimo Uberti frutto di un lavoro su più livelli: “Abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi dati dalla struttura commissariale – ha spiegato in conferenza stampa -, e l’abbiamo fatto ampliando al massimo le potenzialità dei nostri quattro centri vaccinali. A Pollein somministriamo circa 800 vaccinazioni utilizzando sei box e non più tre e la sala al piano inferiore. A questo aggiungiamo la possibilità di aprire tre sere alla settimana dalle 20 alle 24”.
Non solo, perché Uberti resta convinto che un salto si possa ancora fare: “Abbiamo ancora potenzialità di incremento – aggiunge il Direttore Usl -, e abbiamo già fatto una ‘chiamata alle armi’ per colleghi, colleghi del privato convenzionato, farmacie e personale esterno che sta portando maggiori operatori a darci una mano. Abbiamo pronto il progetto per utilizzare anche il Drive-in a scopo vaccinale e stiamo chiudendo accordi con alcune strutture private accreditate per aumentare le dosi”.
Cifre quindi “ancora incrementabili”, secondo Uberti, “a patto che le dosi di vaccino che la struttura commissariale consegna siano sufficienti. Al momento utilizzeremmo così, fino a gennaio, il 100% di dosi che abbiamo in magazzino o in consegna. Chiederemo, come Regione e come Azienda, delle dosi in +più per raggiungere la potenzialità massima”.
I vaccini al Drive in
Il progetto per vaccinare al Drive-in all’Espace Aosta – nelle intenzioni Usl – si aprirà a stretto giro: “Siamo quasi pronti – aggiunge il Direttore Uberti -, la prossima settimana, teoricamente, potremo partire in serata, dopo l’attività con i tamponi, dalle 20 alle 24. Il problema è che servono delle dosi aggiuntive. Quando sapremo quante ne avremo potremo aprire nuove somministrazioni al Drive-in”.
L’appoggio dell’Esercito
La Regione, intanto, ha ufficialmente chiesto un aiuto all’Esercito italiano, soprattutto per quanto riguarda personale sanitario aggiuntivo per la campagna vaccinale. L’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse spiega che si resta in attesa di una risposta, comunque fiduciosi.
Qualcosa, comunque, si muove a livello locale, con la conferma, da parte del colonnello Giovanni Santo dell’arrivo imminente di alcuni infermieri militari a sostegno dell’attività sanitaria Usl.
I numeri della campagna vaccinale
“In totale, con i dati riferiti al 6 dicembre, la quantità di prime dosi somministrate ha superato finalmente l’80% della platea – spiega il Direttore sanitario Usl Guido Giardini -. Le seconde dosi hanno invece superato il 75%, un target importante, mentre sulle terze dosi stiamo salendo discretamente. Ieri, sia io sia il Direttore generale abbiamo partecipato alle vaccinazioni e abbiamo notato con piacere una grossa affluenza negli scorsi giorni, e per tutte le fasce di età”.
La quarta ondata verso il “plateau”?
Intanto, a livello regionale, da qualche giorno i guariti stanno superando il numero di contagi. Uberti dice che “oltre a notare un numero minore di positivi si registra un maggior numero di guarigioni, il che crea una curva che fino a pochi giorni fa cresceva, arrivata ora ad un plateau che sta scendendo. Da qualche giorno c’è un’inversione tra nuovi positivi ed i guariti e sono buone notizie che vanno però prese con le pinze, nella speranza di non avere una nuova impennata”.
I dati dei ricoveri
Anche a livello ospedaliero la situazione resta stabile, come spiega Giardini: “Dai dati aggiornati di un’ora fa i pazienti ricoverati sono 25, divisi in 15 uomini e 10 donne. In Malattie infettive i ricoverati sono 11 e 13 nel reparto Covid 0 del Day Hospital, mentre resta una la persona in rianimazione. Dei ricoverati 14 non sono vaccinati, circa il 60%, compreso il paziente in Terapia intensiva. Gli altri hanno invece ricevuto due dosi, con la secondo piuttosto lontana nel tempo. L’età media dei vaccinati supera i 70 anni, quella dei non vaccinati attorno ai 60”.
Nella Rsa di Variney sono invece presenti 24 persone, sul massimo – ampliato di recente rispetto ai 20 di qualche tempo fa – di 30 posti. Le persone nel Covid Hotel sono invece 2, si tratta di turisti di nazionalità russa.
Il reparto Covid 1, in Neurologia, è invece attualmente allestito ma vuoto. “Il passo successivo, che ci auguriamo non succeda, è quello di utilizzare l’ex Gastroenterologia come reparto Covid 2 e che attualmente ospita il Day Hospital multidisciplinare. Mi auguro invece che il prossimo passo sia la riapertura di Neurologia”, chiude Giardini.
L’impatto degli anticorpi monoclonali, evitati 300 ricoveri
Al primo posto delle classifiche italiane – per distacco – la Valle d’Aosta continua ad avere numeri importanti sull’utilizzo della terapia a base di anticorpi monoclonali.
Giardini spiega: “I trattamenti eseguiti finora sono stati 315, ovvero 24 alla settimana su 3 giorni, quindi 8 di media al giorno. L’età media dei pazienti è di 65 anni. Solo 13 su 315 sono stati ricoverati. Abbiamo quindi risparmiato circa 300 ricoveri potenziali che per noi significa non dover chiudere nuovi reparti, e non impegnare personale dell’unico ospedale su altri fronti. Una scelta strategica che, dalla scorsa primavera, ha dato i suoi frutti”.