Pubblicato il decreto attuativo: via libera ai corsi abilitanti per i docenti

Via libera ai corsi abilitanti per i docenti della scuola secondaria in Valle d’Aosta: pubblicato il decreto attuativo, iscrizioni aperte fino al 21 marzo 2025.
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Atteso da tempo è finalmente stato pubblicato ieri, mercoledì 19 marzo, il decreto attuativo necessario all’accreditamento dei percorsi universitari e accademici di formazione iniziale e abilitazione all’insegnamento per i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, relativi all’anno accademico 2024/2025. Un provvedimento atteso da mesi, che ora consente alle università e alle istituzioni accademiche, tra cui il CIFIS Piemonte, di procedere con l’organizzazione dei corsi.

Per gli aspiranti docenti, in particolare quelli delle classi di concorso A-25 (Francese) e A-60 (Tecnologia), è ora possibile consultare i bandi pubblicati dai singoli atenei per conoscere le modalità di iscrizione e i requisiti di accesso ai percorsi abilitanti. I vincitori e le vincitrici di concorso che hanno diritto all’iscrizione in soprannumero presso il CIFIS Piemonte, avendo presentato regolare domanda secondo le scadenze previste, potranno completare l’immatricolazione entro venerdì 21 marzo 2025 alle ore 15.

L’assessore Jean-Pierre Guichardaz, la sovraintendente agli Studi Marina Fey e la rettrice dell’Università della Valle d’Aosta Manuela Ceretta esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto, sottolineando “il lavoro silenzioso ma costante svolto negli ultimi mesi dalla Regione, dall’ateneo valdostano e dalla Sovraintendenza per garantire le migliori condizioni possibili agli insegnanti coinvolti”. Secondo i tre rappresentanti istituzionali, l’uscita del decreto rappresenta un passo fondamentale per oltre 40 docenti valdostani vincitori di concorso che, nelle scorse settimane, hanno vissuto un periodo di forte incertezza e preoccupazione.

“Nel corso di questi mesi la Regione ha lavorato per costruire un percorso formativo accessibile ed efficace, stipulando un accordo con il CIFIS Piemonte per lo svolgimento della formazione specifica a Torino, prevedendo che le attività trasversali si svolgano online e che i tirocini possano essere effettuati direttamente nelle scuole della Valle d’Aosta.  – proseguono Guichardaz, Fey e Ceretta – È stato inoltre introdotto un nuovo sistema di permessi di studio, che per la prima volta attribuisce priorità ai corsi abilitanti. Contestualmente, è stato elaborato un provvedimento per estendere le borse di studio anche ai docenti impegnati nei percorsi abilitanti, sostenendoli nelle spese legate alla formazione”.

Infine l’Assessore, la sovraintendente e la rettrice Ceretta “ribadiscono come la possibilità di completare il percorso abilitante significhi non solo stabilizzare il personale scolastico, ma anche garantire continuità e qualità dell’insegnamento. Un risultato che, sottolineano, è stato reso possibile grazie all’impegno costante di tutti gli attori coinvolti, al dialogo con le organizzazioni sindacali, all’informazione continua verso il Consiglio regionale e alla disponibilità di tutti gli interlocutori istituzionali”.

Percorsi abilitanti al palo: la Regione sollecita il Ministero

12 marzo 2025

“Un caos inimmaginabile”. Così l’assessore regionale all’Istruzione Jean-Pierre Guichardaz definisce la situazione legata ai percorsi abilitanti per l’insegnamento nella scuola secondaria, oggetto di una serie di iniziative in Consiglio Valle. Il problema principale, ha spiegato, è la mancata emanazione dei decreti attuativi da parte del Ministero, che sta impedendo di fatto l’organizzazione dei percorsi su tutto il territorio nazionale.

L’Università di Torino ha dato disponibilità ad attivare ad esempio il corso di francese, ma manca il decreto attuativo che recepisca formalmente questa proposta. Finché il provvedimento non sarà pubblicato, i corsi non possono partire e di certo non sarà possibile iniziarli a maggio o giugno”, ha aggiunto Guichardaz. “Il primo settembre scorso abbiamo assunto tutti i docenti previsti, un primato a livello nazionale. Le prove scritte del concorso Pnrr 2 si sono svolte a febbraio e ora stiamo costituendo venti commissioni, a dimostrazione dell’ampiezza delle classi di concorso coinvolte”.

In Valle d’Aosta, a differenza del resto d’Italia, le graduatorie dei concorsi sono rimaste aperte. Tutti i vincitori potranno partecipare ai percorsi abilitanti in sovrannumero, grazie a un accordo con il Cifis, che prevede anche lo svolgimento dei tirocini in regione e la possibilità di seguire online alcuni corsi per i CFU richiesti.

“Abbiamo fatto tutto il possibile per assicurare posti garantiti e percorsi accessibili ai nostri insegnanti”, ha concluso Guichardaz, lanciando anche un appello: “Invito i colleghi di Forza Italia a sollecitare il proprio ministro affinché si pubblichino al più presto i decreti attuativi”.

Il tema è stato al centro di un incontro con le organizzazioni sindacali lo scorso 5 marzo, alla presenza anche del presidente della Regione. In quell’occasione è stato ribadito che, per mancanza di personale docente e amministrativo, l’Università della Valle d’Aosta non potrà attivare l’offerta formativa abilitante per l’anno accademico 2024/2025.

Per sostenere i docenti valdostani, è stato firmato il Contratto integrativo regionale (CIR) per il diritto allo studio 2025, che introduce la possibilità di usufruire fino a 50 ore di permessi per chi frequenta i percorsi da 30 o 36 CFU da concludere entro agosto. Inoltre, sarà estesa la possibilità di beneficiare dei contributi economici anche ai docenti che seguiranno i percorsi abilitanti fuori Valle.

Ulteriori preoccupazioni riguardano la sovrapposizione tra i percorsi abilitanti e gli esami di Stato, che potrebbe coinvolgere docenti impegnati come commissari esterni, e la mancanza di tutele per le lavoratrici in maternità che rischiano di non concludere il percorso entro i termini.

Dai banchi del Consiglio regionale perplessità e proposte. Per Stefano Aggravi di Rassemblement Valdôtain: “Di fronte a un tale ginepraio serve un’azione politica forte anche da parte dei parlamentari valdostani, perché la situazione rischia di esplodere”. Per Mauro Baccega di Forza Italia Vda: “Siamo già oltre la zona Cesarini, siamo nei tempi supplementari. Vogliamo capire se qualcuno rischia di perdere il posto. Tra i 45 insegnanti coinvolti, c’è chi dovrà andare fino a Brescia: è necessario valutare una possibile proroga. Noi ci siamo già attivati”. Per Simone Perron della Lega Vda “serve una volontà politica più determinata. L’Università della Valle d’Aosta deve essere messa in condizione di anticipare le risposte ai bisogni formativi, pensando anche agli anni futuri”.

Sul tema Pcp ha depositato una risoluzione, che impegna il Governo “ad una interlocuzione continua e puntuale con il MUR e con i CIFIS  al fine di organizzare almeno alcuni corsi abilitanti in modalità sincrona, in collaborazione con le Università accreditate, e individuando con l’UniVdA appositi spazi in cui ospitare i docenti valdostani iscritti a tali corsi e adottare opportune modalità di sorveglianza” e ad “adoperarsi, anche attraverso il coinvolgimento dei parlamentari valdostani, al fine di sollecitare l’approvazione di una deroga alle scadenze previste per il conseguimento dei titoli abilitativi per le docenti in maternità e, più in generale, per i docenti che certifichino ufficialmente impedimenti per ragioni di salute”.

Anche Rassemblement Valdôtain chiede l’attivazione dei percorsi abilitanti all’insegnamento in Valle d’Aosta

3 marzo

“Attivare i corsi di abilitazione per i vincitori del concorso all’interno del polo universitario di Aosta.”. Rassemblement Valdôtain si unisce nella richiesta ai sindacati.

“Siamo una Regione a Statuto speciale che ha investito ingenti risorse nella costruzione di un’Università all’avanguardia; perché, allora, questa lontananza ingiustificata, che costringerebbe gli insegnanti a sostenere costi aggiuntivi per spostamenti, alloggio e vitto, mentre perderebbero un tempo prezioso che potrebbero dedicare ai loro studenti? Inoltre, perché non proteggere la classe di concorso di francese nella nostra Regione bilingue, dove la lingua italiana dovrebbe essere paritaria con il francese?” scrive il movimento.

Rassemblement Valdôtain insiste sul fatto che “la Regione autonoma Valle d’Aosta, che attualmente ha una competenza concorrente in materia di legislazione scolastica, dovrebbe puntare ad acquisire una competenza primaria per poter agire concretamente di fronte alle decisioni prese a livello nazionale. Constatiamo con preoccupazione che l’inerzia dell’Assessore alle attività e ai beni culturali, al sistema educativo e alle politiche delle relazioni intergenerazionali contribuisce direttamente a questa situazione inaccettabile. Invece di difendere gli interessi degli insegnanti e del sistema educativo valdostano, sembra allinearsi senza riserve alle direttive di Roma, a differenza di quanto avviene in altre realtà autonome”.

Oltre al francese, Rassemblement chiede alla Regione di attivare corsi di abilitazione anche per altre materie, oltre al francese.

Mille firme per chiedere l’attivazione dei percorsi abilitanti all’insegnamento in Valle d’Aosta

14 febbraio 2025

A seguito dell’articolo pubblicato su La Stampa il 1° marzo 2025, che riporta: « A proposito del francese. Ad oggi, il corso di formazione destinato agli insegnanti di francese non è nemmeno iniziato a Torino. Il suo avvio è incerto, costringendo un numero consistente di insegnanti a frequentare il corso a Milano. ».

Rassemblement Valdôtain desidera sottolineare e ribadire la necessità impellente di attivare i corsi di abilitazione per i vincitori del concorso all’interno del polo universitario di Aosta.

Siamo una Regione a Statuto speciale che ha investito ingenti risorse nella costruzione di un’Università all’avanguardia; perché, allora, questa lontananza ingiustificata, che costringerebbe gli insegnanti a sostenere costi aggiuntivi per spostamenti, alloggio e vitto, mentre perderebbero un tempo prezioso che potrebbero dedicare ai loro studenti? Inoltre, perché non proteggere la classe di concorso di francese nella nostra Regione bilingue, dove la lingua italiana dovrebbe essere paritaria con il francese?

Ricordiamo che l’articolo 38 dello Statuto speciale della Valle d’Aosta stabilisce chiaramente: « Nella Valle d’Aosta la lingua francese è parificata a quella italiana. ».

Rassemblement Valdôtain insiste sul fatto che la Regione Autonoma Valle d’Aosta, che attualmente ha una competenza concorrente in materia di legislazione scolastica, dovrebbe puntare ad acquisire una competenza primaria per poter agire concretamente di fronte alle decisioni prese a livello nazionale. Constatiamo con preoccupazione che l’inerzia dell’Assessore alle attività e ai beni culturali, al sistema educativo e alle politiche delle relazioni intergenerazionali contribuisce direttamente a questa situazione inaccettabile. Invece di difendere gli interessi degli insegnanti e del sistema educativo valdostano, sembra allinearsi senza riserve alle direttive di Roma, a differenza di quanto avviene in altre realtà autonome.

In questa situazione preoccupante, chiediamo all’Assessore di agire immediatamente per garantire l’attivazione dei corsi di abilitazione ad Aosta e proteggere così i diritti degli insegnanti e la specificità del nostro sistema scolastico regionale. Sottolineiamo anche che è fondamentale organizzare corsi di abilitazione per altre materie, oltre al francese, per garantire una formazione completa ed equa per tutti gli insegnanti della nostra Regione.

I sindacati tornano a sollecitare la Regione Valle d’Aosta e l’Università della Valle d’Aosta affinché attivino i percorsi abilitanti per i docenti. Questi corsi consentirebbero a 66 insegnanti, vincitori del primo concorso Pnrr, di ottenere il ruolo, evitando di doversi spostare fuori regione per completare la formazione, obbligatoria, richiesta. La richiesta è accompagnata da una petizione con oltre 1.000 firme di insegnanti di ogni ordine e grado e giustificata dai ritardi accumulati nell’attivazione dei percorsi.

“Il Ministero, il 6 febbraio, dopo una ricognizione degli enti accreditati, ha auspicato che altri atenei, più vicini territorialmente ai docenti, possano occuparsi dell’erogazione della parte pedagogica e del tirocinio” spiega Alessia Démé della Cisl VdA. Se per il tirocinio esiste già un accordo per i docenti valdostani, resta il nodo delle materie trasversali – didattica, pedagogia e psicologia – che, secondo Cgil, Cisl, Savt e Snals, dovrebbero essere erogate in presenza dall’Università della Valle d’Aosta.

Il rischio, sottolineano i sindacati, è che l’obbligo di spostarsi in Piemonte o in altre regioni per seguire le lezioni possa mettere in crisi il sistema scolastico valdostano. “Se i docenti saranno costretti a chiedere aspettativa per frequentare i corsi, chi li sostituirà?” si domanda Alessandro Celi dello Snals. Già oggi, evidenzia Luigi Bolici del Savt, molte supplenze vengono coperte da studenti universitari per la difficoltà nel reperire insegnanti.

Oltre ai 66 vincitori del concorso Pnrr, i percorsi abilitanti interessano anche decine di precari, compresi quelli delle scuole paritarie, che necessitano del titolo per ottenere un posto fisso. “La nostra preoccupazione è che a breve le scuole si svuotino” avverte Bolici.

Il problema non riguarda solo il presente, ma anche il futuro. Per accedere ai prossimi concorsi sarà necessario essere già in possesso dell’abilitazione. “Il rischio è di non avere docenti in grado di partecipare ai concorsi” sottolinea Simona D’Agostino della Cgil Vda.

Oltre al sacrificio in termini di tempo e conciliazione lavoro-famiglia, si aggiunge il peso economico della formazione. “I percorsi costano circa 2.500 euro, a cui vanno sommati i costi delle trasferte verso il Piemonte o altre regioni” spiega ancora D’Agostino.

“La Regione ha già previsto un finanziamento di 70mila euro per l’attivazione dei percorsi abilitanti per il sostegno” ricorda Bolici. Ora i sindacati chiedono un intervento simile anche per i percorsi abilitanti ordinari. “L’Università della Valle d’Aosta non è nuova a questi corsi: fino al 2007 si tenevano in Valle i percorsi della Ssis – conclude D’Agostino – Serve solo volontà politica e finanziamenti”.

3 risposte

  1. Signor Militante,
    le persone che dovranno seguire i corsi sono già laureate, hanno vinto il concorso e stanno insegnando nelle scuole, sono già dei docenti. Un esempio pratico: molti insegnanti che stanno lavorando a Courmayeur e a Morgex dovranno seguire corsi pomeridiani a Torino o a Milano. Chi farà lezione ai ragazzi fino alle 13.20 se i loro insegnanti dovranno impiegare ore per andare a seguire corsi obbligatori per mantenere il posto di lavoro?

  2. Ma uscite dalla Valle che non può che fare bene! La Regione dovrebbe stanziare una cifra che poi i docenti sceglieranno in quale Università investire!

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