Sul finire di marzo, i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil chiedevano a gran voce un “incontro urgente” con il Sindaco di Aosta Nuti. Sul tavolo, la scelta che le tre sigle sindacali definiscono “totalmente discutibile” del Comune di aumentare l’addizionale Irpef, passando dallo 0,3 allo 0,5%.
Appuntamento effettivamente avvenuto nei giorni scorsi, ma che ha lasciato ai sindacati l’amaro in bocca: “Durante l’incontro è stato chiesto conto delle ragioni che hanno portato la Giunta comunale del capoluogo ad adottare tale provvedimento sul quale, peraltro, le parti sociali non sono state coinvolte in alcun confronto”, scrivono in una nota Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uil-Uip, che ribadiscono “come in un momento come questo sia ingiusto mettere mano alla leva fiscale, aumentando le tasse ai cittadini vista la sofferenza diffusa di una grande fascia della popolazione, che sta pagando pesantemente la crisi economica e sociale, innescata dalla pandemia”.
Non solo: “Abbiamo ricordato all’amministrazione comunale come, invece di aumentare le tasse, si sarebbe dovuto rendere più efficiente la riscossione delle imposte comunali, oggi carente – aggiungono i sindacati –, e oggetto anche di recenti rilievi da parte della Corte dei Conti. Nel merito abbiamo contestato la modalità della tassazione non progressiva e il fatto che esista un’unica soglia di esenzione a 10.000 euro quando sarebbe stato necessario alzarla, introducendo percentuali di tassazione differenziate in base al reddito percepito”.
Amaro in bocca, si diceva: “Le risposte ricevute dal Sindaco e dalla sua Vice sono state insoddisfacenti, sia perché è evidente che sia stata scelta la strada più facile per reperire risorse finanziare, sia per il metodo, che ha escluso un coinvolgimento delle parti sociali – prosegue la nota –. Auspichiamo che dal prossimo anno si abbandoni questa impostazione e, se proprio necessaria, l’addizionale comunale diventi meno penalizzante per i redditi più bassi e più equa per tutti”.
La questione, però, esce dai confini del Capoluogo: “Certo il problema non riguarda solo il comune di Aosta ma anche l’Amministrazione Regionale – chiudono i sindacati –, che è una delle quattro regioni d’Italia a non applicare alcuna progressività nel far pagare l’addizionale regionale, alla quale le organizzazioni hanno intenzione di chiedere al più presto un incontro”.