Confcommercio chiude all’ipotesi “green pass” per bar e ristoranti
La decisione di Emmanuel Macron, Presidente francese, di rendere il cosiddetto green pass obbligatorio non solo per viaggiare su treni e aerei ma anche per poter andare al cinema, al ristorante, al bar o a teatro, inevitabilmente, divide.
Divide la politica, perché se da un lato il Ministro della Salute Roberto Speranza ed il Commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo ci stanno seriamente pensando – estendendo però la possibilità di accedere alle attività anche a chi si è sottoposto ad un test risultato negativo, o sia guarito dall’infezione –, dai banchi dell’opposizione al Governo – Giorgia Meloni su tutti, che definisce il modello francese “delirante” – si dicono fermamente contrari.
Le Regioni – come spesso accaduto in questo anno e mezzo –, si muovono in ordine sparso. Toti, in Liguria, sarebbe anche favorevole. Fontana, in Lombardia, prende tempo. De Luca, in Campania, ha già praticamente adottato una card per chi ha completato il ciclo vaccinale, che sarà però attivata a partire da settembre.
Gli esperti – che nei mesi abbiamo imparato a conoscere bene, vista la massiccia presenza in tv – chiedono di valutare l’obbligo vaccinale, mentre qualcuno – Roberto Burioni, ad esempio – ritiene la scelta fatta oltralpe “inevitabile” anche da noi.
Chi invece chiude le porte all’ipotesi di un green pass per accedere alle attività è Fipe-Confcommercio, il cui direttore generale Roberto Calugi, in una nota, commenta: “La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata. Questa è la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile è che, per raggiungere l’immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie”.
Parole condivise anche a livello locale, come spiega Graziano Dominidiato, Presidente di Confcommercio Valle d’Aosta: “Non siamo assolutamente d’accordo, non possiamo accettare un’ulteriore vessazione che colpisca il settore della ristorazione o quello del beverage. Dobbiamo proseguire la stagione turistica cercando di dare maggiori convinzioni e sicurezze a chi non è ancora vaccinato, perché l’economia di questi settori è allo sfascio”.