Coronavirus, 35 insegnanti: “La scuola deve restare aperta, la didattica a distanza è poco efficace”

35 insegnanti di scuole superiori scrivono ai vertici regionali sollecitandoli al: potenziamento dei  trasporti; al potenziamento della rete; in tal modo si potrà lavorare da scuola con le eventuali classi in quarantena; alla riduzione del numero degli alunni che compongono le singole classi ma anche la riduzione del monte-ore settimanale.
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La didattica a distanza “non può diventare lo strumento esclusivo, o prevalente, di insegnamento-apprendimento, viste non solo le numerose difficoltà” che insegnanti e alunni “hanno incontrato, soprattutto se prolungato nel tempo, ma anche la sua scarsa efficacia didattica”.

E’ quanto mettono nero su bianco oggi 35 insegnanti delle scuole superiori valdostane con una lettera inviata al Presidente della Regione, al Presidente del Consiglio regionale, all’Assessore all’Istruzione, alla Sovrintendente e a tutti i consiglieri regionali.

La riflessione dei docenti nasce dalle ultime misure prese dal Governo Conte per fronteggiare l’emergenza Covid, in base alle quali la didattica a distanza per le scuole superiori va incrementata per una quota pari almeno al 75% delle attività.

Una decisione che fa storcere il naso ai docenti, che, quindi, si rivolgono alle istituzioni locali chiedendo loro se sono state messe in campo tutte le azioni possibili affinché la scuola possa restare aperta.

“Gli istituti, prima dell’inizio dell’anno scolastico, si sono adoperati per mettere in sicurezza l’attività scolastica, entrate e uscite differenziate, per orario o accessi, utilizzo di aule che potessero garantire il distanziamento fisico, intervalli scaglionati. – ricordano i 35 docenti firmatari della missiva.  – Nonostante le misure adottate, le istituzioni si sono trovate ad affrontare una serie di difficoltà, legate all’isolamento fiduciario di alcuni insegnanti, ai quali finora è stata negata la possibilità di svolgere lezione da casa, ad una rete poco efficiente e non capace di supportare gli accessi dalle diverse postazioni della scuola e, infine, alla  mancanza da parte di alcuni alunni degli strumenti idonei a seguire efficacemente le lezioni erogate a distanza”.

Gli insegnanti ribadiscono, quindi, la necessità che la scuola resti aperta “al fine di garantire nella stessa misura  a tutti gli studenti il diritto allo studio” e per questo sollecitano le istituzioni al: potenziamento dei  trasporti; in accordo con le istituzioni scolastiche è auspicabile una diversa modulazione delle entrate e delle uscite; al potenziamento della rete; in tal modo si potrà lavorare da scuola con le eventuali classi in quarantena; alla riduzione del numero degli alunni che compongono le singole classi ma anche la riduzione del monte-ore settimanale per poter garantire la diversa modulazione oraria per alternare le classi presenti a scuola in tutti i giorni della settimana.”

Infine i firmatari della lettera manifestano il “disagio che le scuole stanno vivendo nella ricerca di soluzioni per rispondere alle continue richieste, da parte del governo, di modifica dell’organizzazione dell’attività scolastica.”

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